“FOLLIA MAGGIORE” E SBAGLI MINORI 

 

Nell’ultimo Sellerio di Alessandro Robecchi, volume n. 1086 della Memoria (gen. 2018, 390 pp.), a parte i soliti dài esortativi e due maddài senza accento grave, così come i ché senza l’acuto che abbreviano poiché, giacché ecc., l’Autore incappa in una serie di imprecisioni tra il linguistico e il narrativo che andiamo a snidare:

a pagina 70, nella Russia del ’92, si dovrebbero “incontrare gerarchi stalinisti appena promossi a oligarchi” (?!)

a pag. 149 c’è un ‘nemmeno’ che di logica dovrebbe essere un ‘addirittura’, cioè esattamente il contrario.

alle pp. 149-150: “Perché premeditare un omicidio volontario e poi ammazzare una quasi per caso? Che storia è?”. Ce lo chiediamo anche noi.

A pag. 159 “Sonia … si aspetta chissà che, e al tempo stesso non sa cosa aspettarsi”. Appunto!

Piazza Lugano a Milano risulta poco riconoscibile, visto che a pag. 152 “… non è una piazza, è una specie di svincolo autostradale dove passa la circonvallazione”; mentre a pag. 210 sarebbe “… una caricatura di giardinetti che divide le vie piccole dallo stradone della circonvallazione, dove fa la curva”.

A pag. 211 quanto sangue ? “… la testa spaccata, una macchia di sangue che copre un paio di metri quadrati di pavimento…”; ma poi: “… il sangue non è moltissimo, ma chi lo sa, gli scienziati diranno la loro”.

A pag. 231 un ‘coimputato’ sarebbe solo un ‘complice’, in quanto l’altro nel frattempo è morto.

Un dubbio conclusivo a pag. 359: il verbo ‘contagiare’ è transitivo diretto con le persone purtroppo, ma anche con le malattie o i sentimenti? “Il fatto è che quando Sonia cantava “Vorrei spiegarvi il giubilo” contagiava davvero giubilo …”. Cioè ‘diffondeva’ ?

M.M.

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