IL PONDEROSO “CARICO DA UNDICI”
Riprendiamo, a dieci anni dalla pubblicazione, il ponderoso saggio-intervista-regesto di Gianni Bonina su-con-di Andrea Camilleri (Barbera Editore, Siena, 620 pagine) e tutte le sue opere solo fino ad allora, evidentemente.
Tocca segnalare quanto l’Autore dia sfoggio di termini dotti desueti e/o inesistenti, oltre ai frequentissimi pleonasmi sia suoi che del Grande Siciliano dovuti forse alla parlata dell’isola.
Tralasciamo i numeri di pagina, ma già fin dalla prima dell’introduzione Bonina ci omaggia di una madreporica di titoli che si chiamano a distanza, e poi non si ferma più:
– un sapore che si commista con un altro
– l’incipitario
– mete diverse e forse impresagite
– si distingue per la versicolarità dello stile
– precipita il commissario in un gurgite cosciente di depressione
– invale il ritorno
– più aderente alla loro sola diegesi / romanzo intuito come narrazione diegetica / Extradiegetico
o no? (ce lo chiediamo anche noi, perplessi).
Alla prima e all’ultima pagina del greve saggio si incontrano “una rappresentazione anche ipostatizzata dell’isola” e “La Sicilia di Camilleri si ipostatizza…”.
Lo stesso “Camilleri dà romanzi di un peso specifico decettivo” (cioè ingannevole).
Una perla a pagina 99: l’uso del verbo ‘entifica’ che però somiglia tanto al vigatese ‘pricisa ‘ntifica’.
…..Nella sezione dedicata alla lunghissima intervista abbiamo scovato:
– E’ questo un mitologema siciliano? (dubbio amletico…)
– involge
– Ha un suo ideale giusnaturalista (ci eravamo fermati a giuslavorista)
– Una di queste appartiene alla sua autobiografia individuale (autorizzata o no?!)
– sfera decisionale prioritaria e supremantica. (dove cade l’accento?)
– il suo mondo in derelizione?
Perla conclusiva: Montalbano s’incazza di brutto quando viene soppresso il suo totemico ulivo saraceno e Bonina parla di “lasciarsi andare a tali incandescenze”. YEAH!
M.M.
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