doppia_stoker

foto_dracula_morelloRileggendo l’orrorifico romanzo del 1897 in un’edizione relativamente recente ma ormai rara (“Dracula”, Pluriverso, Torino-Firenze 1993, collana Scrittori al Cinema, 500 pp. con 27 immagini ovviamente in bianco e nero dei più celebri Dracula della storia del cinema), ci siamo accorti del vezzo dell’Autore di sollevare lo spirito (?) del lettore nelle situazioni debitamente horror con frasi del tipo:

In che diavolo di posto sono finito e tra che razza di gente?” (pp. 37-38)

Essendo tornato in me, ho scoperto di avere una fame da lupo.” (p. 39)

“… i Dracula, col loro temperamento sanguigno…” (p. 56)

Il sangue è una cosa troppo preziosa in questi tempi…” (ibidem)

“… avrei potuto ricavare qualche indizio circa le sue intenzioni di sonnambula.” (p.134) ?!

La città era come morta; in giro non c’era anima viva.” (p. 135)

“… e tutto attorno non c’era traccia di anima viva.” (ibidem)

“… si trattava di una battaglia all’ultimo sangue con la morte.” (p. 206)

Per terminare con l’apprezzamento dell’addetta alle pompe funebri:

E’ proprio una bellissima salma, signore. E’ quasi un privilegio occuparsi di lei. Certo non esagero se dico che darà lustro alla nostra impresa !” (p. 225)

   Resta infine un dubbio sull’ambientazione temporale della storia: tutto farebbe propendere per il 1896, e a pagina 47 Jonathan Harker sostiene di aver scattato delle immagini da diverse prospettive con la sua Kodak, ditta che produsse le prime “portatili” proprio in quell’anno; ma a pagina 488, in una Nota, lo stesso manda indietro i fattacci di sette anni, quindi al 1889, quando la Kodak aveva appena un anno di vita e scarsa tecnologia immaginiamo; a meno che si accetti (o si pianti un paletto !) un balzo in avanti conclusivo al 1903: in fondo tutto è possibile sotto l’influenza maligna del Conte.

Marco Morello
Gennaio 2017

 

CONDIVIDI