Mannaggia: anche Serena Dandini, la signora delle ragazze, degli Avanzi e dell’Ottavo nano, con tutta la venerazione che Le portiamo da decenni, al momento della verità cartacea incappa in qualche contrattempo memorabile!

Nel suo librone-bibbia “Avremo sempre Parigi” (Rizzoli, 2016, 430 pp.), rallegrato negli interni-copertina e risvolti da innumerevoli simulacri di Tour Eiffel, a pagina 141 si legge che il luogo del mitico studio fotografico Nadar “… per gli amanti dell’arte è sempre un sopralluogo evocativo”, cioè una visita ordinata d’autorità?

A pagina 204, a parte ‘pioneristica’ che avrebbe bisogno di un’altra i, veniamo informati che il Bateau Ivre Maxim’s è “una barca che vi scarrozza in giro per la Senna”: certo, è un mezzo di locomozione, ma magari si poteva scegliere un verbo più appropriato a un natante.

A pagina 186 l’Autrice inciampa in un vero e proprio abbaglio multilinguistico, definendo il “famoso cappello pillow-box” come “quello a forma di scatola di pasticche gigante”: purtroppo pillow significa guanciale, oreiller, mentre pillola in inglese è solo pill, da cui pillbox!

Ma la perla nera si trova a pagina 139, dove uno dei luoghi mitici della pittura di tutti i tempi, l’Orangerie sede delle Ninfee di Monet, la Cappella Sistina dell’Impressionismo, viene descritto come segue: “… due grandi sale circolari costruite appositamente ospitano queste immense tele ellittiche”. Beh, da un nostro ‘sopralluogo’ avvenuto ai primi di gennaio del 2016, possiamo testimoniare che le due sale sono ovali e non tonde, ma soprattutto le tele non possono essere assolutamente definite ellittiche, in quanto sono dei grandi rettangoli (forse obbligati ad essere concavi/convessi, per adattarsi alle pareti), che non coprono totalmente il perimetro delle sale!
A meno che non si intenda ellittiche in senso Jannacciano: “Ellittico, da buon telegrafista…”…

Ma proseguiamo nell’avvincente lettura e sorprendente reperimento di imprecisioni e sfondoni: a pagina 62 Oscar Wilde morente è definito “il vecchio dandy”, ma era poi solo sui 45 anni d’età! A pag. 121 Paolo Villaggio nel 1973 risultava essere “giovanissimo”, ma ne aveva già una quarantina!

A pag. 90 la romanissima Dandini definisce “udienza papale” quella della domenica in Piazza San Pietro: ma non si dice “Santus”, saluto e benedizione ai fedeli?

A pag. 167 si legge: “… i protagonisti delle lotte studentesche … hanno continuato a coniare slogan rimasti indelebili. Anche se le scritte oggi sono scomparse“. Delle due una.

Tra le pp. 207 e 208 l’addetto a una alcova famosa “cambia le lenzuola e stropiccia i cuscini”. Speriamo che li sprimacci soltanto!

Un autentico abbaglio si trova a pagina 387: “…la stratificazione di ere e di stili che si possono leggere come la vecchia corteccia di un albero centenario” (sic!). E gli anelli a cosa servono?!

Restiamo ulteriormente e definitivamente abbagliati due pagine dopo, di fronte a una “scritta al neon color rosa cigno”. Esiste davvero un colore così? Ma i cigni non sono solo bianchi o neri?
Ci ricorda il ‘grigio ciliegia’ di Crozza-Fuffas!

M.M.

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