L’ultimo magistrale thriller di Anne Holt, “La minaccia” (Einaudi, 2016, pp. 456), ambientato a Oslo dopo l’eccidio del folle solitario e in pieno attacco terroristico para-islamico, ci ha deliziato anche per una serie di perle inverosimili, create dall’Autrice in collaborazione con la traduttrice Margherita Podestà Heir (ma erede di chi ?…).

Già a pagina 7 si legge: “Nel suo incedere il tempo pareva seguire le curve di un otto rovesciato.”
Vorrà dire capovolto? atterrato? orizzontale come l’infinito? Ma forse ha in mente l’8 di Moebius-Escher, coi formiconi che vi si avvitano interminabilmente.

A pagina 33: “(…) il ragazzo è cresciuto con due sorelle più grandi e due più piccole. Tutte femmine.”
Vabbè che l’Autrice e la protagonista sono lesbiche storiche, ma la precisazione ci pare ridondante.

A pagina 36: “Con le mani sui reni, oscillò leggermente all’indietro.” Torna qui lo scambio di genere: una vera ossessione, a quanto pare.

A pagina 42, riga 3: “dopo essere sgusciato dalla sua camera con indosso le scarpe da ginnastica.”
Ibidem, riga 14: “Dopo essersi infilato al volo le scarpe da ginnastica nell’ingresso.” Due paia contemporaneamente?

A pagina 65 frasi ancillari all’Arpino: “si sentì arrossire” e poche righe dopo: ”si sentì dire”. Sì, ma… dall’interlocutrice!
E ancòra a pagina 164: “ – Shhh, – ripeté, questa volte a voce più alta.” Com’è possibile?!

Giornata interminabile a pagina 234: “La luce tenue e meravigliosa che avvolgeva Oslo sembrava promettere che il primo giorno di bel tempo sarebbe durato a lungo.” Siamo ad aprile, più di tanto a certe latitudini non potrà durare, a meno che non si tratti di quelle stranezze alla Camillo Sbarbaro traduttore di “A rebours” di Huysmans, quando in “Controcorrente” (Rusconi, 1972, pp. 342) afferma: “Venne infine il giorno in cui poté restare alzato interi pomeriggi”.

Al tempo dell’ 8 volante rovesciato non v’è rimedio; o non v’ha?

M. M. Ottobre 2016

CONDIVIDI