TRADURRE SIMENON, DISTRATTAMENTE

Abbiamo confrontato due traduzioni de “Il fondo della bottiglia”, uno dei romanzi americani di Simenon scritto nel ’48: quella di Bruno Just Lazzari del ’56 (Mondadori, La Medusa n. 366, pp.186, Lire Mille) e la recentissima di Francesca Scala (Adelphi, gen. 2018, pp.176 ,Euro 18), rilevando alcune gustose curiosità.

L’Autore questa volta si supera esordendo con il fido ‘machinalement’ alla prima riga e chiudendo con lo stesso avverbio all’ultima! Le sei volte in totale del testo vengono rese, da Just Lazzari con ‘vagamente’ all’inizio e alla fine, altrimenti con ‘macchinalmente’; mentre Scala preferisce due ‘distrattamente’, ‘con un gesto automatico (2 vv.) e due ‘meccanicamente’.

Just Lazzari in un paio di casi si dimostra più sfumato usando ‘sporco muso’ e ‘fessi’, laddove Scala specifica proprio ‘faccia di merda’ e ‘stronzi’.

Simenon ha lasciato i termini americani e messicani in originale e anche i due traduttori in italiano optano quasi sempre per la stessa soluzione in corsivo, con qualche interessante variante: le ‘foothills’ (colline pedemontane o propaggini) per Just Lazzari sono sempre maschili e in un caso aggiunge ‘i piedi delle montagne’; per Scala femminili, aggiungendo però anche la traduzione ‘le pendici delle montagne’.

Un ‘corral’ per J.L. diventa ‘coral’, per Scala un ‘recinto per il bestiame’. Quest’ultima non traduce mai ‘attorney’, mentre per J.L. si tratta di un ‘procuratore’.
Gli ‘arroyos’ per Scala restano in originale, J. L. preferisce ‘fiumiciattoli’. I ‘deputy sheriffs’ per entrambi non diventano mai ‘vicesceriffi’; come anche le ‘rocking chairs’ non sono comuni ‘sedie a dondolo’, né una ‘girlfriend’ una ‘fidanzatina’; mentre la ‘high school’ per Scala diventa una volta ‘le superiori’ e un’altra ‘il liceo’.

Ancòra: Simenon si confonde e ci confonde nella descrizione della stazza dei due protagonisti: a pagina 26 dell’edizione Adelphi “Una volta avevamo la stessa taglia”, ma a pag. 29 “… quell’omone – più alto e muscoloso di PM –“, però a pag. 44 “Erano più o meno alti uguali, e avevano la stessa corporatura.”, dove J.L. scrive “Avevano, press’a poco, la stessa statura e la stessa sagoma”.

Ma i dettagli più sorprendenti Scala li offre descrivendo certi aspetti del fisico di Nora: a pagina 39 “I piedi … avevano le unghie degli alluci laccate di rosso” (solo due?). Infatti J .L. sosteneva, a pag. 40: “Piedi nudi … unghie dipinte di smalto rosso” (tutte e dieci!).

Ma soprattutto il seno risulta imprecisabile: “… indossava una specie di reggipetto da cui poteva capitare che le sgusciasse fuori un seno” però: “… aveva un corpo da ragazzo, con i fianchi strettissimi, … era più piatta di una bambina appena nata”. E dunque non si capisce cosa potesse mai sgusciare fuori!

Ma ci viene in soccorso la vecchia versione Mondadori: “… aveva un corpo da efebo, quasi senza fianchi, e un petto non più grande di quello di una ragazzina di quindici anni”. E quindi da quella “specie di reggipetto … a volte, capitava di veder schizzar fuori un seno”. Vivaddìo!

M.M.

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