Con tutto il rispetto e la simpatia che portiamo all’Autore per la sua opera letteraria e divulgativa, ci tocca comunque l’incombenza di rilevare come lui pure si sia messo, da giallista, nel solco del sommo Simenon e faccia costantemente muovere i propri personaggi come dei manichini inconsapevoli.
Ad onor del vero si deve segnalare che Augias usa spesso anche i termini ‘soprappensiero’ e ‘distrattamente’, ma a farla da padroni sono ancora sempre ‘meccanicamente’ e affini: nel suo testo Una manciata di fango (Rizzoli, Milano, 1993, pp. 262 effettive) compaiono una dozzina di volte, che vediamo nel dettaglio.

p. 8 – “Cominciò a muoversi per la stanza cercando meccanicamente di rimetterla in ordine”.

p. 34 – “…lo sguardo di Mauro si era posato meccanicamente sui due topi”.

p. 36 – “Meccanicamente, senza animosità, pensò alle conseguenze…”

p. 65 – “Senza riflettere, quasi automaticamente, Alberto lo indicò al nero in divisa”.

p. 79 – “E meccanicamente, come per un riflesso condizionato, aveva chiamato…”.

p. 98 – “…poi, macchinalmente, girò il capo fino a incontrare lo sguardo del colonnello”.

p. 109 – “Nel suo lento andirivieni meditabondo, il viceprefetto si portava di tanto in tanto, con gesto meccanico, la mano al volto”.

p. 147 – “Gli occhi di Angelica fissarono meccanicamente i mozziconi macchiati di rossetto nel portacenere”.

p. 165 – “…la figuretta di Mauro che si allontanava, la camminata meccanica, la nuca fragile…”.

p. 214 – “…si esprimeva in un inglese foneticamente scandito ed esatto al punto da sembrare meccanico, la voce di un sintetizzatore”.

p. 216 – “…non distolse mai la sua attenzione dai movimenti umani o meccanici che potevano minacciare la sua sicurezza”.

p. 253 – “Con un gesto meccanico offrì la borsa alla mano tesa…”.

La quintessenza dell’automatismo viene raggiunta a pagina 226, ed è una chicca sopraffina:
“Aveva il membro in mano e lo maneggiava con quell’assoluta mancanza di familiarità che caratterizzava i suoi rapporti con il proprio corpo”. (sic! sic! sic!)
Nel descrivere lo stesso personaggio, efferato assassino, Augias ci fornisce una possibile spiegazione a pagina 245:
“Come sempre, quando pensava, prescindeva da sé. Non conosceva l’introspezione. Assolutamente dimentico di se stesso…”.
Questo ictus tra cervello e organo di minzione e copulazione consente tra l’altro al criminale prestazioni sessuali plurime, consecutive e infaticabili, léggere per credere (Augias indulge sovente in scene erotiche, lubriche e raccapriccianti).

24 agosto 2006
ALTRI AUTOMI DI AUGIAS

Saremo sicuramente tacciati di monomania (benché di manie ne possiamo vantare innumerevoli), ma nel corso della lettura di un giallo anche avvincente, di un autore apprezzabile e apprezzato, che lo stesso autore non si sorvegli al punto di ripetere il termine ‘meccanicamente’ o frasi affini per decine di volte in duecentocinquanta pagine, a noi pare scandaloso…e continueremo a tenervi informati.

In questa occasione s’è impigliato nuovamente tra le maglie del setaccio il buon Corrado Augias, che nel suo testo dell’83
‘Il fazzoletto azzurro’ (ora in Oscar Mondadori BestSellers) utilizza quattro volte il famigerato avverbio, tre volte i suoi personaggi agiscono ‘sovrappensiero’ e altre due ‘distrattamente’; dando l’impressione di essere degli autentici manichini ‘absent-minded’ tra le mani del loro creatore.

In altri cinque casi si leggono perifrasi ghiotte, tipo ‘con gesto meccanico tamburellava’, ‘La cautela puramente meccanica e quasi caricaturale necessaria’, ‘con la rigidità automatica di chi annota qualcosa pensando però ad altro’, ‘con meccanica pazienza’ riscattato sette righe dopo da ‘per deliberato propostio’, ma ancora ‘non poté trattenere un involontario schiocco delle dita’.

Anche Augias, come la Sagan altrove citata, rende omaggio a Simenon-Maigret a pag. 55, dove un suo commendatore ‘si avvicinava ai vetri per poggiarvi un attimo la fronte’.

In un altro testo del Nostro, ‘Quel treno da Vienna’ dell’81, sempre reperibile negli Oscar, ‘mecccanicamente’ è usato solo una volta, ma si distinguono i soliti quattro ‘soprappensiero’ e i tre ‘distrattamente’, mentre le sette perifrasi ‘da automi’ vedono perle del genere: ‘Sorrise, senza avvedersene’ o ‘in modo semiconsapevole’ o ancora ‘Naturalmente in modo inconsapevole’.

Per tirare le somme, diremo/diremmo che gli autori di gialli, dal grande belga in giù, sfiorano l’autoridicolizzazione, ma in modo meccanico, macchinale, inconsapevole.

M. M.

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