“OLTRE L’INVERNO”… del nostro scontento
Isabel Allende

 

Il nuovo romanzo di Isabel Allende, “Oltre l’inverno” (Feltrinelli, novembre 2017, 300 pp.), a parte i soliti rimandi agli orrori di Pinochet e all’immigrazione clandestina negli USA, propone una vicenda da thriller leggero che s’apparenta a certe cose di Paasilinna, se non altro per l’ambientazione fittamente nevosa.

Alcuni intoppi emergono però sia dalla sequenza temporale che dalle scelte della traduttrice, Elena Liverani.

A pagina 16 Lucìa ha sessantadue anni a fine dicembre 2015, quindi sarebbe nata nel ’53, ma in altri punti della vicenda la sua data di nascita è chiaramente da postdatare di un anno, visto che, dopo il colpo di stato in Cile del settembre 1973, lei aveva appena compiuto 19 anni (pag. 104).

Altro errore, sempre riferito alla vita di Lucìa, s’incontra a pag. 58: “Lucía stava per finire le superiori alla fine degli anni settanta”. E’ ovviamente da correggere con ‘sessanta’.

Varie scelte della traduttrice non ci trovano d’accordo relativamente al baule della Lexus contenente un ingombrante cadavere: di volta in volta viene definito ‘baule’, ‘bagagliaio’, ‘porta’ o ‘sportello del bagagliaio’, ma a pagina 81 ’cofano del bagagliaio’. Ricordiamo che sotto il cofano, di solito in posizione anteriore, si trova il motore, e volendo essere precisini come lo Zingarelli, il cosiddetto bagagliaio delle autovetture si dovrebbe chiamare ‘bagagliera’.

Il suddetto baule subisce un improvvido (o provvidenziale?) tamponamento, ovviamente istantaneo e irreparabile, ma a pag. 121: “… la protezione di plastica si era rotta nel corso del tamponamento”. Meglio ‘a causa’.

A pag. 157 facciamo i precisini noi: “… per principio si asteneva dallo stringere relazioni con donne complicate e men che meno con quelle frignone”. Il verbo principale è ‘si asteneva’, non certo stringere’, per cui ‘men che meno’ significa il contrario! Da correggersi con ‘ancor più’, ‘assolutamente’.

Ancora un’invenzione della Liverani a pag. 243: “A sua detta”?! O ‘A detta sua’ o ‘A suo dire’.

M.M.

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