LE NUOVE INCHIESTE DEL COMMISSARIO DE VINCENZI
di AUGUSTO DE ANGELIS
(Edizioni Castelvecchi, 2014)

Non proprio nuove, in quanto risalgono agli anni ’30, ma Castelvecchi le ha ripubblicate nel 2014 riunendo La barchetta di cristallo e Il mistero di Cinecittà in un bel volume di circa 330 pagine abbellito da una struggente copertina ‘di’ Modigliani.

A noi tocca, come al solito, segnalare le curiosità inanellate dal De Angelis, autore antifascista ricordiamo, ammazzato a botte da un repubblichino nel ’44.

Il Nostro usa normalmente il termine piancito per ‘pavimento’, anche se di marmo.

Per Lui un androne è quasi sempre un portone, tranne a pagina 241.

E Shanghai ha sempre una sola h, come credono quasi tutti, e dunque Shangai; l’unica volta che ne mette due, crea la nuova città di Shahgai  (v. p. 101).

Usa strane elisioni, tipo ‘qualch’altra volta’ e ‘Entr’oggi’.

A pagina 169 escogita il vocabolo ‘turbevole’.

A pagina 170 attribuisce a un porticina una bizzarra personificazione: “… in tutto lo sviluppo della sua personalità.” (?!) Ma a pagina 171 la stessa cosa viene detta di un uomo: “… il defunto marchese in tutto il corso della sua vita, in tutto lo sviluppo della sua personalità.”

Infine confonde il lettore tra pagina 186 e 187, quando, introducendo la seconda avventura, specifica che ‘L’azione si svolge a Roma in due soli giorni del novembre 1939’, ma poi ‘Quella mattina (erano ormai le dodici e il sole di dicembre…)’.

M.M.

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N.B. 
Il commissario De Vincenzi è una serie televisiva poliziesca prodotta e trasmessa dalla RAI sul Programma Nazionale in due stagioni distinte nel 1974 e nel 1977. Interprete, il grande Paolo Stoppa.

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