LA MEGA-MATRIOŠKA DELLA COMENCINI

Riletto dopo anni il testo del 2002 della nostra coetanea (“Matrioška”, Feltrinelli, 192 pp.), abbiamo ri-notato una serie di incongruenze, che andiamo finalmente ad esternare.

Antonia, la donnona scultrice dai molti trascorsi, a pagina 99 e alle pagg. 134/135 scolpisce il bronzo (?) con “colpi di martello e ronzio di trapano”, tra “una cascata di frammenti di bronzo”. Ci pare alquanto strano: procurarsi un enorme parallelepipedo di bronzo e poi liberarne la figura imprigionata, come auspicava Michelangelo dal marmo?E ancora a pag. 152: “Solo con lo scalpello in mano, fendendo la materia a colpi potenti, avvolta da una dorata pioggia di bronzo, Antonia si libera da quel peso”. Forse cerca di ricavarne delle matrioške come lei!

A pag. 121 Chiara si stupisce del proprio corpo: “Forse ho il seno di mia madre (…) Le gambe sono quelle di mio padre (…) Ma il seno è di mia madre, ne sono convinta”. Meglio così!

Davide racconta dell’inizio del suo sodalizio con Antonia, ma a pag. 128: “ … ci siamo incontrati quindici anni fa.”; mentre a pag. 136: “ … ci conosciamo da oltre vent’anni”.

Ancora un paio di nei della scrittura: alle pp. 112 e 160 a entrambe le protagoniste “non piace rivangare nel passato”. Neanche a noi: troppo faticoso! E nemmeno giocare per tre volte tra gli alberi di aranci: o sono aranci e basta gli alberi, o sono arance i loro frutti!

M.M.

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