I ‘TIC’ DI ISAAC BASHEVIS SINGER

Nel suo accattivante romanzo, “Keyla la rossa” (Adelphi, 2017, pp. 280), che uscì a puntate tra il ’76 e il ’77 in yiddish e poi tradotto soltanto in ebraico e ora in italiano, Singer indulge a un terzetto di ‘tic’ ovviamente ripetuti qua e là nel libro:

– quando descrive i vecchi tomi di una biblioteca pubblica o privata, i dorsi sono puntualmente decorati con lettere dorate parzialmente cancellate;
– se qualche personaggio muore male, si può star certi che l’Angelo della Morte verrà con spada di fuoco a tormentarlo nella tomba;
– più volte nel corso della vicenda l’Autore accenna al fatto che si tratta di una storia che sta uscendo a puntate su un giornale: forse, come Dickens e Verne, non rileggeva le varie parti, incorrendo così in incongruenze o ripetizioni.

Per concludere, segnaliamo un’esagerazione probabilmente dovuta alla traduttrice, Marina Morpurgo, a pagina 110: “Dalle candele si staccavano filamenti di fuoco che gli colpivano gli occhi”. Il protagonista sembra proprio destinato alla Gehenna!

M.M.

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