STORIE DI PARIGI di Franco Ricciardiello
(Edizioni Odoya, Bologna)

Franco Ricciardiello ci porta a zonzo per la Ville Lumière nell’ottobre 2011, compiendo un itinerario a chiocciola concentrica dal XX al primo arrondissement, e corredandolo di fotografie proprie e altrui e di trame di libri, film e fatti storici di solito cruenti, ambientati nei vari luoghi raggiunti.

Libro di 444 pagine denso e affascinante, uscito a marzo 2017 per i tipi di Odoya – Bologna, che contiene però una quindicina di sviste e incongruenze, che andiamo ad elencare:

a pag. 84 l’Autore smentisce una propria foto cha appare alla pagina successiva: “… un edificio di quattro piani” risulta incontrovertibilmente di sei.

A pag. 124 seconda smentita di un’altra foto, quella di pagina 123: “All’esterno delle vetrine, sulla strada, sei enormi vasi di vetro ricolmi di caramelle…”: sì, sei sul lato sinistro, ma almeno otto sul lato destro!

A pag. 141 su una vecchia copertine dei Miserabili apparirebbe un vecchio ergastolano seduto su un cippo… che ovviamente invece è un ceppo.

A pag. 142 “Victor Hugo nel 1876 è eletto presidente dell’assembramento della sinistra in Senato.” Raggruppamento!

A pag. 150 si materializzano dei granchi che cercano di “scalare in discesa” la scogliera e fuggire.

A pag. 170 rue d’Alésia è descritta come “un’arteria che corre da est a ovest”: e al contrario no?

A pag. 193 uno dei più famosi film di Trufffaut, “Baisers Volés”, viene tradotto come “Baci volati” (?!) In altre occasioni viene correttamente intitolato “Baci rubati”.

A pag. 232, a proposito dei “400 colpi”, il nome del protagonista Loinod sarebbe anagramma del cognome Doniol: più precisamente ne è il bifronte!

Tra le pagg. 258 e 262 si precipita nel Terrore Termidoriano, ma non è chiaro se il 29 luglio 1794 andarono al patibolo in 71 o 73, però il povero Robespierre aveva comunque la mandibola sinistra (sic!) che gli penzolava già il giorno prima!

A pag. 347 Ricciardiello equivoca tra l’anno di stesura del suo diario di viaggio e quello di pubblicazione del libro, rispetto all’assassinio che sta raccontando, avvenuto il 16 novembre 1980: “… non credo che la giornata sia così diversa da quel novembre di più di trentasei anni fa”: solo 31 nel 2011.

A pag. 368 compare la svista più imperdonabile e si tratta ancora di una sua foto tradita: la dicitura descrive L’Ile Saint-Louis sotto un cielo ingombro di nuvole. Peccato che l’immagine rappresenti invece la ‘prua’ a ovest dell’Ile de la Cité !!!

A pag. 380 viene raccontato il tragico epilogo della vita di Jim Morrison: “Non è chiaro se Pam Courson sia rimasta a dormire in rue Beautreillis per vegliare il cadavere”. No, non è chiaro!

A pag. 395 “la canzone di Jacques Brel torna a insidiarsi (sic!) nel mio orecchio”.

A pag. 397 ci sono dei “bistrot foderati di specchi” . Meglio ‘rivestiti’.

A pag. 416 si registrano ben due incongruenze toponomastiche: ormai la lunga peregrinazione del Nostro è giunta quasi alla sua conclusione e lui si trova già nel primo arrondissement, ma parlando di un personaggio di Balzac, ci dice che è “in questo stesso V arrondissement”? E infine la splendida Place Vendòme avrebbe una “pianta a dodecagono: quattro lati lunghi alternati a quattro molto corti” . Appunto: trattasi di ottagono irregolare!

Buon Grand Tour de Paris à tout le monde!

M.M.

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