SIMENON: UNA TRADUZIONE DI 70 ANNI FA


N
el mese di maggio del 1948 la Biblioteca Moderna Mondadori licenziava la traduzione dell’Outlaw di Simenon, finito di scrivere il 7 febbraio 1939, nell’unica versione autorizzata di Glauco di Salle: “Il fuorilegge”; purtroppo zeppa di imprecisioni e cantonate madornali.

A pagina 8 “Abbiamo ancora degli affari di sopra”, che sono ‘della roba’, ‘degli effetti personali’.

A pag. 17 due brevi battute di dialogo risultano invertite rispetto all’originale.

A pag. 22 si trova ‘confidenza’ per ‘fiducia’.

A pag. 35 il mitico ‘Quai des Orfèvres’ diventa il “Lungosenna degli Orefici”.

A pag. 41 “Siete il signor Stan?” “Sono lui”.

Dalla pagina 55 per quasi tutto il libro una ‘hache’ (ascia, mannaietta, coltellaccio), viene variamente resa con ‘scure’, ‘coltellaccio’, ‘accetta’, ‘ascia’, pur essendo la stessa arma usata più volte, e quindi non si capisce di cosa si tratti.

A pag. 58 il IV capitolo viene indicato come VI.

A pag. 60 una perla: “Probabilmente guardava con gli occhi aperti” (?!). Ma ‘gardait’  è ‘teneva’!

A pag. 63 si ‘svegliano’ i sospetti: ‘suscitano’, ‘sollevano’.

A pag. 64 una ‘minuterie’ (interruttore della luce a tempo) diventa un ‘chiavistello’ (?!) Ma a pagina 166 ridiventa ‘il congegno della luce’.

A pag. 73 il succitato ‘coltellaccio’ in vendita viene definito ‘tipo-reclam’ piuttosto che ‘in offerta’.

A pag. 89 una ‘scrittura adatta’ sarebbe magari ‘accurata’.

A pag. 94 nelle chiese si trovano ‘certi Giovanni Battisti’. Come il cantautore o il terrorista?

A pag. 107 e altrove “C’erano mocchette grigie dappertutto”. Per italianizzare e pluralizzare la ‘moquette’ basta una sola ‘c’.

A pag. 108 ‘si tratteneva’ sarebbe ‘si accontentava’, non ‘si conteneva’!

A pag. 110, dopo una notte in bianco in due in un lettino a una piazza, la protagonista si sente ‘sfinita’, ma forse più precisamente ‘anchilosata’.

A pag. 115 si trova una ‘finestra a tabacchiera’ (?). ‘Abbaino’ o ‘lucernario’!

Alle pagg. 116/117 il classico ‘Je l’ai eu!’ viene tradotto con ‘Io l’ho preso!’, ma la locuzione più efficace è ‘L’ho fregato/fottuto!’.

A pag. 117 ‘Auparavant’ viene reso con un pessimo ‘Per l’addietro’. ‘In precedenza’!

A pag. 118 si va ‘a cercare i giornali’. ‘Prendere’, ‘comprare’.

A pag. 121 “Nouchi… aveva una cera di carta masticata.” (?!) Si dice ‘Cartapesta’!

A pag. 123 ’aux sommiers’ è diventato ‘in fondo’ (?!), mentre significa ‘al casellario giudiziale’!

A pag. 124 “Il Barone … ha giocato cinque franchi al bigliardino in un bar della via Douai…”. Ma il P.M.U. sono le scommesse, probabilmente ippiche!

A pag. 148 tre agenti francesi sono definiti ‘stretti e corti’ traducendo il termine ‘étriqués’, ma essendo persone e non abiti, bastava ‘miseri’ o ‘meschini’.

A pag. 164 ‘tre cose passavano’, ma ovviamente ‘accadevano’.

A pag. 165 la ‘pasta di bismalva’ forse si riconoscerebbe meglio col nome di ‘altea’ o ‘malvone’.

A pag. 166 è saltata una battuta importantissima nell’economia della vicenda: “Filate ! … E, d’ora in poi, lasciate in pace Nouchi”. (Più in pace di così: l’ha appena strangolata!).

E a pag. 169 la perla conclusiva: “en désespoir de cause” viene tradotto “in questo caso disperato”, ma significa soltanto ‘come ultima risorsa’ o ‘non sapendo più cosa fare’.

Forse è proprio meglio che Adelphi abbia intrapreso la ritraduzione di tutto Simenon!

M.M.

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