ELIO VITTORINI: “POVERO AGNELLO”!

Nella traduzione dello squisito “Ritratto di un’attrice” di William Somerset Maugham (Mondadori, Medusa n. 97, 1938 e 1940, 320 pp. più due racconti), Vittorini o chi per lui prende una serie di abbagli strabilianti, che andiamo puntualmente ad elencare:

a pagina 13 incontriamo un “cappello nero d’Amburgo”, che tradurrebbe Hamburg e non homburg, che è appunto il cappello floscio!

A pag. 14 v’è il primo di una dozzina di “Povero agnello”, che traducono ‘poor lamb’ certo, ma in italiano si direbbe ‘povero tesoro’, ‘tesoruccio’, o simili.

A pag. 30 troviamo un ‘ridusse’ per ‘indusse’.

A pag. 31 c’è il classico ‘spendeva’ che traduce ovviamente ‘spent’, ma trattandosi di vacanze era meglio ‘trascorreva’.

A pag. 36 il primo di innumerevoli ‘Come’ (‘As’) che di volta in volta si sarebbe dovuto rendere con siccome, poiché, appena, non appena

A pag. 37 “Essa se ne stava seduta a gambe in croce sul pavimento”. Bah!

A pag. 88 un regista teatrale viene definito ‘direttore’.

A pag. 93 “… si lasciava fare un po’ di massaggi”. Faceva!

A pag. 205 “E’ questione che non ho molto piacere a lasciare Londra!”.  Il problema è.

Alle pp. 265/6/7 guardiamo attraverso strane vetrine: ‘una mostra di negozio’, ‘qualche mostra di bottega’, ‘una mostra di bottega’.

A pag. 272 “Lydia … attorse sinuosamente il corpo dentro il vestito”. Forse ‘contorse’ ?

A pag. 275 “… non sapevano mai dove tenersi”.  Cioè ‘come comportarsi’!

Ibidem, uno strano aggettivo: “… gaia, moderna, e parlachiaro”.

A pag. 276 “L’autore seguiva fedelmente le peste del vecchio lavoro” … Magari le orme, le tracce.

A pag. 304 in “Sogno di una notte di mezza estate” ci sarebbe il folletto Punch, ma non Puck?!

A pag. 307 si attribuisce un ‘pallore’ ai capelli.

M.M.

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