Una delle avventure intellettuali, umane e politiche più interessanti della letteratura italiana del XX secolo: Dino Segre, in arte Pitigrilli, fu per molti anni lo scrittore italiano più letto in patria e tradotto all’estero. Inseguito dall’accusa di aver collaborato con l’Ovra fascista – lui, con Moravia e Guido Da Verona, uno dei pochi scrittori ebrei che fecero davvero le spese delle leggi razziali del 1938 – e ridotto al cliché di “scrittore pornografo”, Pitigrilli è l’esempio migliore di come la vulgata da una parte e il conformismo intellettuale dall’altro possano “uccidere” chiunque e qualunque cosa, a dispetto della realtà dei fatti.

E non fu facile la vita neppure per l’ormai vecchio Pitigrilli: irregolare tra gli irregolari, si propose invano anche presso testate “politicamente scorrette” dell’Italia degli anni del secondo dopoguerra.
Il sospetto che avesse potuto essere stato davvero un informatore dell’Ovra indusse anche personaggi come Guareschi a rifiutargli la collaborazione al «Candido» e addirittura Giorgio Almirante non lo volle alla rubrica delle lettere del «Secolo d’Italia». Gli disse sì, negli anni Cinquanta, solo la Chiesa cattolica, alla quale s’era convertito all’inizio degli anni Quaranta.
Strano destino per un irregolare: il suo ultimo angolo Pitigrilli se lo ricavò tra le pagine del “Messaggero di Sant’Antonio”. Che spreco!

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“Nel mio dizionario non ci sono né «filo» né «anti». C’è un «anti» collettivo contro tutte le balle, da chiunque siano state gonfiate”.
Pitigrilli


Gli aforismi di Pitigrilli più celebri e più “plagiati”

Non datemi consigli! So sbagliare da me.

L’uomo comune ragiona. Il saggio tace. Il fesso discute.

Si nasce incendiari e si finisce pompieri.

I poeti sono imbottigliatori di nuvole.

Una volta al giorno anche gli orologi fermi dicono la verità.

Ci vogliono dieci anni per imparare a scrivere, ma non basta tutta la vita per imparare a cancellare.


Di scrittori originali non ce ne sono, e si è sempre il plagiario di qualcuno.

Curarsi […] per certe malattie è come imparare a nuotare. In caso di naufragio non serve che a prolungare l’agonia.

Exitus è la parola che usano i medici per non essere compresi dal malato quando alludono alla morte.

La medicina è l’arte di accompagnare con parole greche all’estrema dimora.

I medici senza clienti si chiamano scienziati.

Gli uomini sono tutti ladri, meno nostro padre e l’uomo col quale stiamo discorrendo.

E qualunque possa essere il giudizio che abbiamo dato degli uomini, concludiamo con Henry Becque: «Vivano le persone oneste! Sono ancora meno canaglie delle altre!»

Si può radere l’erba lungo la marina e stendere i nastri di macadam delle autostrade; si può squadrare l’azzurro per mezzo del cemento armato dei grattacieli, ma la poesia dell’infinito e la musica del mare rimangono.

Il critico è un signore come te e come me, al quale piace o non piace; talvolta deve scrivere che non gli piace. E scrive che gli piace, anche se non gli piace, quando lo pagano.

Sono stato molte volte sul punto di pubblicare dei libri di 400 pagine. Ma ho il dono di quella benefica fognatura spirituale che è l’autocritica.

Non ho un motto da far imprimere sulla carta da lettere, ma se dovessi sceglierne uno, assumerei questo ammonimento di Yang-Ciù: “Se con uno dei tuoi peli tu potessi salvare l’universo, non darlo!”.

Se è vero che la donna è il complemento spirituale dell’uomo, essa vede l’altra faccia della verità.

L’amore? Un bacio, due baci, tre baci, quattro baci, tre baci, due baci, un bacio, zero baci.

In materia d’amore tutti sappiamo scrivere, ma nessuno sa leggere.

C’è un tale bisogno d’amore nel mondo, che certe donne amano persino il loro marito.

La sigaretta fu inventata dagli scrittori per collocare un asterisco fra due periodi.

Gastronomo. Un cuoco che ha fatto il liceo.

Parole incrociate. Chewing-gum dell’intelligenza.

Torero. Macellaio vestito da canzonettista.

Umorista: un bimbo che canta attraversando le camere buie per nascondere a se stesso la propria paura.

Il paradosso è un’elegante cravatta che a tirarla troppo diventa nodo scorsoio.

Il paradosso sta al ragionamento come il jiu jitsu sta alla lotta greco-romana.

Il primo uomo che disse a una donna sei bella come una rosa fu un poeta. Il secondo, un cretino.

Cosa ci vuole per conquistare una donna? Nulla. Basta lasciarsi conquistare.

La provincia esiste anche nelle metropoli, perché non è nella geografia ma nell’anima.

Dio ha fatto la femmina e i sarti hanno fatto la donna.

Arrivista è uno al quale non perdoniamo di essere arrivato dove non siamo arrivati noi.

Stimo molto le persone che conosco. Per questo non cerco di conoscere nessuno.

La sola ginnastica che faccio è accompagnare al cimitero i miei amici che fanno ginnastica.

Coloro che accendono candele sull’altare dell’ideale, nove volte su dieci hanno una fabbrica di candele che li sovvenziona.

Capisco il bacio al lebbroso ma non la stretta di mano al cretino.

L’imbecille che si fa fotografare con le bestie uccise ai piedi non è superato che dall’imbecille che si fa fotografare col pesce pescato in mano.

Fanno i manicomi per i pazzi, le galere per i delinquenti, ma non c’è un asilo chiuso per gli imbecilli.

Esistono da sempre delle droghe più potenti, più calmanti, più tranquillanti, più allucinogene di tutte le droghe della farmacopea antica e della farmacologia moderna. Queste miracle-drugs, queste droghe-miracolo sono le parole.

Quando t’imbatti in un moralista, consideralo con rispetto, ad una prudente distanza, perché la morale è come la trichina: vive nella carne del porco.

Non bisogna prestare i libri. I libri sono come le fanciulle: a lasciarle andare in giro si perdono.

Undicesimo comandamento: non far dire a Dio delle stupidaggini e non attribuirgli dei risentimenti meschini.

La prefazione è quella cosa che si scrive dopo, si stampa prima, e non si legge né dopo né prima.

Siamo fatti gli uni per gli altri. Dicono gli altri.

La sola autentica sclerosi è la sclerosi dello spirito.

La più bella e sanguinosa conquista della macchina è l’uomo.

Il buonsenso è il senso del momento.

Con nessuno osiamo essere impudicamente bugiardi come con noi stessi.

In fondo non c’è da vergognarsi a cambiare idea ogni giorno: per cambiare idea bisogna avere idee di ricambio.

Se il cammello potesse parlare darebbe del gobbo al dromedario.

Riconoscenti sono coloro che hanno ancora qualche cosa da chiedere.

Falsa modestia… Ma se la modestia è sempre falsa!

Rispetto delle idee: il rendersi complici delle ipocrisie altrui.

Arrestarsi significa indietreggiare.

 

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