D. Per scrivere da professionisti, basta il talento innato?
R. Non basta nel novanta per cento dei casi. Nel dieci per cento può bastare, come fu – ad esempio – per Victor Hugo o per Orio Vergani.

D. Su per giù quanti libri hai letto per ogni opera che hai scritto?
R. Su una preparazione di base già esistente, direi una ventina.

D. Poesia, narrativa, saggistica, giornalismo: se un genere ti ha catturato più degli altri, sai il perchè?
R. La saggistica, perché richiede razionalità, capacità di sintesi e anche immaginazione.

D. La scrittura di oggi esige una differente preparazione culturale rispetto a quella necessaria ieri?
R. Sì. Ma in molti casi, purtroppo, non c’è.

D. Di chi èla maggiore responsabilità se in Italia si legge così poco?
R. Dell’abitudine e della televisione. Non dimenticare che proveniamo da un popolo “contadino”.

D. Come lo vivresti un eventuale insuccesso di critica e successo di pubblico?
R. Benissimo (magari!).

D. Il tuo rapporto con l’editore è generalmente più d’amore o di odio?
R. Indifferenza. Non ho un vero rapporto con l’editore.

D. Vincere oggi un importante premio letterario, appaga l’Ego dell’Autore tanto quanto soddisfa la sua borsa?
R. Appaga l’Ego. Per i soldi, dipende solo dal bisogno che se ne ha.

D. Incide, nel successo di uno scrittore, l’appartenenza ad una corrente politica o ideologica?
R. Sì, almeno per il settanta per cento.

D. E’ possibile, oggi, che un grande scrittore non venga mai scoperto e resti per sempre nell’ombra?
R. Non credo.

D. Può durare oltre la sua generazione la fama di un mediocre scrittore asceso agli allori per ragioni “promozionali”?
R. Purtroppo sì, anche se la cosa è molto casuale; questione di fortuna e dell’assistenza di qualcuno che continui a curarne con forsennata pazienza le opere (per denaro o per ambizione, non trovando altre strade per affermarsi).

D. Quando metti la parola fine a una tua opera, hai la consapevolezza di quanto sei riuscito a dare o a non dare?
R. La trovo sempre insufficiente, continuerei a rifare.

D. Hai mai provato il desiderio di rinnegare qualcosa che hai scritto?
R. No.

D. Leggere un’opera altrui che giudichi eccellente ti stimola o ti scoraggia?
R. Mi stimola!

D. Hai già scritto l’opera che hai sempre voluto scrivere?
R. No, ahimé !

D. Prima, durante, dopo il parto letterario: cambi umore durante queste tre fasi della scrittura?
R. Prima l’umore è ottimo, durante accuso la fatica e dopo sono puntualmente insoddisfatta.

D. Cosa ami del mondo e del tempo in cui in vivi? Cosa detesti?
R. Amo il “progresso”(!), la scienza umanistica in assoluto ed anche la tecnologia, se fosse bene applicata.
Detesto l’informazione proveniente dai media.

D. Quale luogo comune, imperante nel nostro tempo, vorresti sfatare?
R. Talmente tutti che non c’è posto qui per elencarli !

D. Qual è il valore più importate che ritieni vada difeso o recuperato?
R. L’attenzione umana e la “voglia” di conoscenza.

D. Dando un voto da 1 a 10, quanto sono della persona e quanto del “personaggio” le tue risposte in questa interSvista?
R. Nove più alla persona. Mai avuto un personaggio.

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