Memorandum

Giuliano Tavaroli – ex carabiniere del Ros, incaricato della Tronchetti-privacy e contemporaneamente custode dei nostri segreti in cellula telecomunicativa, cioè di tutte le SIM italiche
Emanuele Cipriani – prima alle dipendenze di Colaninno, poi ex investigatore privato e ‘braccio destro’ di Tavaroli, con 13 milioni sequestrati dalla Guardia di Finanza, con domicilio presso la casa della nuora di Licio Gelli, amico di Raffaello Gelli, il figlio – ex funzionario della Banca Nazionale Agricoltura, quella di Piazza Fontana, titolare di quella società dal nome così persuasivo da essere quasi morboso, la “Polis d’Istinto”, collegata come un paradigma alle Isole “Vergini”- e Adamo Bove,- “uomo”(?) della sicurezza TIM.
Marco Mancini – dell’arma dell’Anticrimine dei carabinieri di Milano, il numero 2 del Sismi di Nicolò Pollarri, quello che non ne sa niente nè della morte di Callipari, nè del rapimento di Abu Omar, etc. etc. etc.
Caro Tavaroli,

mi hanno detto che forse il Tronchetto si costituirà parte civile, se già non lo ha fatto, per essere stato da voi danneggiato in effigie, da comportamenti e da azioni, sostanzialmente deliberati, realizzati e avallati dal potere di fatto, ma formalmente e ufficialmente contrari alla legge.
E’ forse per questo che ho deciso di affidarmi all’aiuto dei tuoi sodali, per mettere in piedi il mio ultimo businness. Un businness del tutto originale e finora sconosciuto nelle telecomunicazioni.

Come sai non occorrono grandi investimenti: qualche telefono e qualche operatore-trice, senza grandi specializzazioni, al di là di una dotazione minima fornita dalla natura, cosiddetta madre.
Il resto lo fornisce il mercato, cosiddetto naturale.
Si tratta di pulsioni normalmente possedute fin dall’origine, che basta stimolare e sollecitare, per creare bisogni indotti, come ormai sa chiunque voglia mettersi nel commercio o direttamente col proprio corpo o indirettamente col corpo altrui.
Si tratta o semplicemente di piazzare una pozione di piacere, (come faceva quel tale,-oggi importante e venerato dal paese,- che piazzava saponette o spettacoli di marionette!) direttamente proporzionale e corrispondente alla creatività immaginifica del cliente finale o di vendere un callifugo, ovvero ancora di richiamare visitatori ad una mostra appena allestita, con contenuti in realtà scarsi, ma capace di esercitare tuttavia una qualche attrattiva.

– Quel che serve è stipulare un accordo di fornitura con uno o più gestori telefonici.
– Il numero sarà un numero speciale per servizi a pagamento.
– La tariffa con la quale eserciterò la mia attività sarà una tariffa omologata dal sistema e approvata dalla famosa autority, sempre un pò all’inglese con la y e senza la h.
– Magari le autority saranno addirittura due, una quella delle telecomunicazioni (Calabroidi) ,l’altra quella della concorrenza e del mercato (Catricaloidi).
– L’investimento relativamente più impegnativo è quello di una squadra o squadretta di esperti informatici, -basta qualche hacker in odore di denuncia,- capaci di creare e gestire qualche dialer.
– Col programmino dialer lanciato, criptato e compresso come un virus, si potrebbe entrare nei computer dei clienti più o meno volontari o soltanto presunti tali e quindi nolenti.
– Il dialer si decompatta e quindi in back (background, ovvero in modalità non visibile al fruitore cliente ) si decompatta e inizia ad agire.
– Compone il mio numero di servizio speciale a pagamento, a qualunque ora del giorno o della notte, purchè “il cliente” sia collegato in rete.
– Il cliente fruisce, fruisce, fruisce, consapevolmente o meno, ma poi dovrà corrispondermi la lira.

E quì si realizza il gioco delle parti.
– Il primo attore sono io che fornisco il servizio a pagamento e che sono cliente del gestore telefonico, al quale lascerò in pagamento un lauto compenso per la prestazione di un frammento di rete telefonica, un bell’abbonamento magari addirittura pluriennale. Anche questo approvato dall’autority.
– Il secondo attore è il mio cliente, fruitore inebbriato o addirittura ignaro dei miei servizi speciali, che pagerà gli addebiti nella fattura del suo telefono.
– Il terzo attore è appunto il gestore telefonico che mi ospita e che mi offre copertura.
Sarà lui che raccoglierà il frutto del mio lavoro, sotto forma di pagamenti conformi a fattura, pena la sospensione del servizio telefonico in generale e la messa sotto chiave dell’apparecchio .
– Il quarto attore sono le autority.

La prima. Quella delle comunicazioni che approva le tariffe.
La seconda. Quella della concorrenza e del mercato, che garantisce che i miei eventuali concorrenti non possano realizzare condizioni di privilegio o di monopolio, “migliori “delle mie. Sarebbe concorrenza sleale!
La terza. E infine quella di tutela e garanzia della privacy. E’ questa infatti il mio ultimo presidio, che mi garantirà l’anonimato più assoluto e quindi la prosecuzione sine die dei miei affari, nell’ambito della più ampia libera iniziativa imprenditoriale. Meglio perfino dei postriboli di onorata memoria.

Infatti, facciamo un esempio:
l’ultimo cliente, che si finge involontario ed ignaro, riceve la legittima fattura (comprensiva anche degli importi per servizi a pagamento) e s’incazza. Pur sapendo di mentire, nega di aver mai fatto quelle chiamate che il mio dialer gli ha debitamente composto sulla tastiera virtuale del suo omputer! Non vuole pagare!

E allora Tavaroli, tu che sei addentro nelle segrete cose, dimmi come si fa?
E’ semplice!

Il cliente fedifrago chiederà al gestore il dettaglio delle chiamate, ma il gestore non gliele fornirà mai, se non per le prime cifre, del tutto insufficienti per identificare il numero del servizo speciale a pagamento chiamato: il mio, quello del mio businness!
Perchè? perchè la legge sulla privacy (!) impedirebbe nell’interpretazione ex lege di rivelare il numero del mio businness impenditoriale, perfino a colui che mi avrebbe chiamato!
E se il cliente si incazza, peggio per lui.
Lo obblighiamo invece a dare lui prova di buona fede, recandosi a sporgere denuncia contro ignoti nelle sedi deputate.
Se poi uno un po’ esaltato volesse portarci in Tribunale, gli diremo per legge che non lo può fare.
Il magistrato ordinario dovrà dichiarare la propra incompetenza, perchè l’autority per le comunicazioni ha inserito nei contratti di utenza telefonica, un patto implicito, quello che impone l’obbligo di esperire un tentativo obbligatorio di conciliazione prima di adire il magistrato ordinario.

Il cliente dovrà quindi obbligatoriamente inoltrare domanda di conciliazione, magari proprio presso il CORECOM (Comitato Regionale di Controllo sulle Comunicazioni), corredata di denuncia all’autorità di Pubblica Sicurezza.
Dopo sei mesi circa verrà chiamato in udienza. Di fronte al funzionario dell’autority pretenderà di sapere il dettaglio dei numeri chiamati, per poter trasformare la denuncia contro ignoti in querela contro noti! In questo caso arriverebbe diritto diritto a me e mi metterebbe nel sacco! Proprio a me, mettendo a rischio il mio businness, che contribuisce alla crescita del PIL nazionale!

Ma l’autority rappresentata dal Corecom mi proteggerà: “Nossignore il gestore non può rivelarle il numero da lei chiamato (!) perchè è protetto dalla legge sulla privacy!”
Ed io e il mio affare siamo salvi!
Grazie, Tavaroli e sodali!

E se il cliente non paga in quanto il gestore non gli dà la possibilità di individuare il numero chiamato, cioè il mio di libero imprenditore telefonico, io piuttosto rinuncio al pagamento.
Il gestore di rimando rinuncia allora al pagamento delle prestazioni telefoniche di servizi speciali a pagamento. La conciliazione si realizza!

Ultima ciliegina: a scanso di pericoli, nel verbale di conciliazione che facciamo firmare al cliente inseriamo una dichiarazione di omertà obbligatoria:
delibera AGCOM 173/07/CONS : “Le parti si impegnano a non riferire a terzi estranei i fatti e le informazioni apprese nel corso della presente procedura conciliativa ai sensi dell’art 11 ….”

Io certo non rischio nulla e in fondo non perdo nulla! Perchè per una fattura non pagata, ce ne saranno milioni che pagheranno!

Grazie Tavaroli e combricola, vedrai che te la caverai in maniera superba!
L’importante è celebrare la sceneggiata del processo con molti ignoti e salvare l’economia del paese.
Ad maiora!

Rino Sanna

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