ERRORI SVISTE E STRANEZZE DI MASSIMO TALLONE
…..Nel 2023 è uscito “L’agenzia matrimoniale” (Edizioni del Capricorno, Torino, 412 pp.), un giallo di squisita ambientazione torinese, composto da 45 capitoli tassativamente intitolati con coppie di elementi, da Il tubino ed Enrico VIII a Il cieco e il guado, oltre ad altri sei dichiaratamente “senza numero”, nei quali si snoda un’avvincente trama popolata da personaggi con nomi di battesimo… ossei.
…..Ma noi ci occupiamo di altre particolarità, che andiamo ad evidenziare:
– a pagina 14 vi è una signora che formula una domanda “con una voce arancione”.
– A pag. 16 la stessa torna, “anticipata da una fresca fragranza di rosa”. Magari ‘preceduta’.
– (23): “ma io le ho tenute lucchettate, le labbra”. Che non esistono, e neanche illucchettate.
– (84): “con quella sua voce riccioluta” …
– (96): vi è una conta sbagliata per il piccolo Ivan, che sarebbe andato in ospedale per quattro volte di seguito per problemi diversi “dai cinque ai nove anni”, ma “la prima volta, a cinque anni”, per cui tonsille a 5, scarlattina a 6, polso rotto a 7, appendicite a 8 e poi basta.
– (152): “semplice asse di legno incardinato su un lato”. Asse è femminile.
– (178): “E io mi ero spacciato come tale, con lei”. Per tale.
– (190): “dava loro ragioni vita”. Manca ‘di’.
– (201): “Il pensiero è un sottoprodotto del linguaggio, credetemi. In termini biologici, il pensiero è una sovrastruttura poco utile e poco interessante”. (Parla un ortopedico fissato con ossi e ossa)
– (214): “Credo di aver incavato le sopracciglia”. Inarcato?
– (224): “dopo aver posato le mani sulle rotule, l’occhio si è posato sulle due locandine” …
– (297): “In via Rossini (…) passano soltanto i mezzi pubblici e i taxi”. Direzione via Po! In senso inverso anche i privati.
– (299): “al fondo di via Rossini, all’angolo con corso San Maurizio”. Al fondo della discesa di via Rossini, che poi continua pianeggiante fino all’omonimo ponte sulla Dora!
– (302): dal suddetto angolo “Lui fissava i gradini (dell’Auditorium), laggiù,”. Lassù, piuttosto!
– (306): il palazzo Nervi del Lavoro sarebbe un ‘cubo’ possente: un parallelepipedo magari, perché se fosse un cubo, con quei lati, sarebbe alto quasi centosessanta metri! (solo 26 in realtà)
– (308): “cumuli di assi di legno butterati, ammuffiti, resi biancastri”. Tutti aggettivi da correggere al femminile!
– (308): “in macchina, sui sedili posteriori”. Ma quanti ne ha?
– (311): “Ma intanto Astragalo taceva. Ed era un rischio, perché c’era il rischio che il suo naso (…)” …
…..Concludiamo con tre triplici ripetizioni e un paio di incongruenze:
corso Fiume, corso Fiume, corso Fiume Bruciava, e bruciava, e bruciava, “Con… Con…” “Con Astragalo, sì. (…)”
…..A pagina 61 è possente anche il Palavela (non solo il Nervi) e a pag. 309 anche corso Unità d’Italia!
…..Appunto a pag. 61 si legge: “A lei piaceva (…) quel piccolo spazio verde ricavato tra il possente Palavela e il titanico palazzo Nervi, con il laghetto che ingentiliva l’area (…) le metteva allegria, diceva”.
…..Ma qualche anno dopo, a pag. 310: “Il quarto lato del palazzo, (…), si apriva sul laghetto e sul piccolo parco, un po’ striminzito, poco allegro (…) Sembrava che il degrado da lazzaretto di quel pezzo moribondo di città trasmettesse una sorta di contagio al rettangolo verde e liquido creato per essere ameno e diventato invece squallido”.
…..NB: il Nervi è dal 2009 che sta decadendo e da decenni la mitica monorotaia di Italia ’61 è soltanto un mozzicone con qualche pilastro a mollo nel laghetto, per cui la compianta Fulvia apprezzava qualcosa di già fortemente degradato.
…..M. M.
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