“Mozart. Scene dai viaggi in Italia” di Sandro Cappelletto
(Il Saggiatore, Milano, 2020)

…..Dicembre del 1769, oltre 250 anni fa. Una carrozza parte da Salisburgo: a bordo ci sono Wolfgang Amadeus Mozart, che deve ancora compiere 14 anni e suo padre Leopold, che ne ha 50. È iniziato il primo dei tre viaggi che li porterà in Italia, «patria della musica». Padre e figlio si mettono in cammino: attraversano le Alpi, soffrono il freddo in malconce taverne, le sveglie all’alba, gli spossanti trasferimenti in carrozza.

…..Resteranno nella penisola per 16 mesi, viaggeranno dal Brennero a Napoli, andata e ritorno. Concerti, applausi, successi, guadagni, malattie, fatica, racconti, conoscenze, onorificenze: è in questo viaggio che inizia la metamorfosi di Mozart da bambino prodigio a compositore consapevole dei propri mezzi.
Wolfgang si guarda intorno, apprezza i paesaggi, scopre le città, conosce compositori e cantanti, assimila, rielabora, giudica. Compone moltissimo: tre opere, Mitridate, re di Ponto, Ascanio in Alba, Lucio Silla, i primi sette quartetti per archi, sinfonie, arie da concerto, musica sacra, il mottetto Exsultate, jubilate. E sente nascere dentro di sé nuove esigenze espressive, che nel giro di qualche anno esploderanno nei capolavori della maturità. Questo, in breve, il contenuto del libro di Sandro Cappelletto.

…..Ma in “Mozart. Scene dai viaggi in Italia” c’è molto di più. In primis Sandro Cappelletto non si accoda alla vulgata che fissa nell’immaginario corrente il bambino e l’adolescente Mozart nel mito del virtuoso dal precoce e puro talento. Certamente, questi primi viaggi testimoniano della volontà del padre Leopold di capitalizzare il talento e la giovane età del figlio per sbalordire le corti europee. Wolfgang è schiacciato dal padre che vede in lui la rivalsa di una carriera mediocre, un padre-padrone che cerca denaro ed onori.
Ma, in una sorta di rovesciamento di prospettiva, Cappelletto trae dall’ombra tutte quelle figure, i cosiddetti “illustrissimi” dell’epoca, ovvero la varia umanità di nobili e notabili che avrebbero favorito e seguito l’affermazione del giovane musicista. Sandro Cappelletto restituisce così consistenza alle dinamiche sociali che stanno attorno all’evoluzione del genio. In quel contesto si muovono, infatti, personaggi e figure dal concreto spessore storico e culturale che contribuiranno a fare di Mozart il musicista e l’operista eccelso che conosciamo Mozart è grande proprio per la sua musica e per la sua capacità di portare sulla scena l’uomo con le sue debolezze, i suoi pregi, le sue melanconie o il suo gioioso desiderio di felicità.

…..Cappelletto, storico della musica tra i più accreditati mozartiani, ci propone così una sorta di bildungsroman “del giovin compositore”, come ha notato Alberto Mattioli su “Tuttolibri” del 4 aprile 2020, un adolescente che suona, compone, improvvisa, riceve onori e decorazioni, restando comunque sotto il potere del padre. La sua personalità si sta formando, emerge solo per lampi lasciando intravedere quel che Mozart sarà di lì a breve: un professionista della musica, consapevole del suo valore e della sua visione musicale. Mozart sarà poi un uomo incerto e scombinato nelle scelte della vita, ma come sappiamo sarà un musicista grandissimo, totale.

…..Dicevamo prima che il libro è una descrizione dell’Italia dell’epoca: già il titolo, a metà tra il teatrale e lo storicistico, lo indica: “scene” dai viaggi in Italia. Questo saggio è così un bel reportage – non si dimentichi che Cappelletto è anche un bravissimo giornalista e divulgatore musicale – dell’Italia settecentesca, dei suoi usi e costumi. Un’Italia tutto sommato statica, imbellettata e presuntuosa, popolata da corti e accademie ripiegate su se stesse, fatte di “nobili arroganti, borghesi illuminati e illuministi disillusi”. Un sistema che non funzionava affatto, ma che credeva il centro del mondo. Un po’come adesso, insomma.

…..Il libro è dedicato, come detto, ai tre viaggi intrapresi dal giovanissimo Mozart nella penisola, e Sandro Cappelletto sembra un po’ indossare i panni dell’elegante conducente della carrozza che porta in giro per il mondo Leopold e Wolfgang. Infatti ci racconta, con cura di dettagli, il piano di viaggio che comporta: 720 giorni, 3300 chilometri, 200 cambi di cavallo, accompagnati da pagine di geografia aperta sulla più disparata umanità e filtrata da stralci di lettere dello stesso Wolfgang, più spesso del padre Leopold.

…..Trattandosi dell’arco di tempo che va dal dicembre 1769 al marzo 1773, il libro di Cappelletto è apparso esattamente in occasione dei 250 anni dal primo e più intenso dei tre viaggi. Cappelletto segue quindi i due Mozart giorno per giorno e racconta con dovizie di particolari le loro giornate, gli abiti che si fanno fare, i capricci adolescenziali di Wolfgang, delle camere con o senza camino dove padre e figlio dormono nello stesso letto, i pranzi, le visite, le infinite messe, i monaci che li ospitano nei conventi grazie alle raccomandazioni dei confratelli di Salisburgo.
I due Mozart sono instancabili e, come si sa, saranno anche alcuni a Torino nel gennaio del 1771 alloggiando due settimane all’albergo ‘Dogana Nova’ in via Corte d’Appello. Qui incontrarono alcuni dei più celebrati maestri attivi in città, come Viotti, Pugnai e Somis oltre a Giovanni Paisiello, autore dell’opera Annibale in Torino alla quale Wolfgang Amadeus Mozart assistette al Teatro Regio. Di questo si racconta anche nello spettacolo “Mozart a Torino” prodotto dall’Unione Musicale, dal Teatro Stabile di Torino e dal Conservatorio “Giuseppe Verdi” in tre puntate con la regia e la recitazione di Olivia Manescalchi.

…..L’incipit del libro è emblematico e ci immerge con abilità ed efficacia nel bel mezzo della cerchia famigliare e amicale di Wolfgang: «Ma si fermeranno mai, questi Mozart? Proprio oggi, sabato 29 novembre 1766, sono appena tornati da un viaggio lunghissimo e già parlano di ripartire. Voci insistenti dicono che andranno presto in Scandinavia, forse in Russia, perfino in Cina».
Attraverso gli occhi di Beda Hübner, il bibliotecario dell’abbazia salisburghese di San Pietro, Cappelletto ci presenta così, in un baleno, l’immagine del compositore cosmopolita per eccellenza che sarà Mozart. Un compositore che dovrà cambiare, al di là dei desideri perversi del padre, completamente prospettiva professionale: da musicista di corte, seguendo il trasformarsi dei tempi e del “mercato”, diverrà un musicista free lance, diremmo oggi, che vive con la sua musica che va assolutamente “venduta”. E così i Mozart devono fare vita sociale, sono obbligati ad un continuo girovagare fatto di momenti esaltanti e passaggi deludenti.

…..Alcuni incontri emergeranno, nel corso del racconto, su altri perché delineano l’immagine semplice e vera del quattordicenne che coltiva le sue amicizie per elementare e normalissima urgenza di affetti e di gioco.
Da ricordare quello con il cosiddetto “Mozart inglese”: quel Thomas Linley, di soli tre mesi più piccolo, che seguiva il magistero di Pietro Nardini. L’occasione è di grande rilevanza, e ci descrive, invece che un prevedibile antagonismo fra giovani star, un reciproco rispetto che la dice lunga sullo stile che dominava quei tempi comunque difficili.
Per la maggiore parte del libro incrociamo i Mozart, di provenienza sociale non certo elevata, al centro del plauso incondizionato di principi, re e cardinali. Si diceva di una società fragile e ipocrita, ma che tuttavia dava alla musica un ruolo importante: non solo spazio d’evasione frivola, ma anche stimolo di vita sociale e culturale. Il teatro in particolare era al centro degli interessi e qui Mozart, come sappiamo, emergerà rompendo i vecchi meccanismi e illuminando la scena con una luce del tutto nuovo ancora oggi assolutamente moderna e insuperata.

…..Cosa che aveva capito il vecchio operista Hasse che incontrò il giovane Mozart a Milano, lui per il Ruggiero ovvero L’eroica gratitudine, l’altro per Ascanio in Alba, dirà profeticamente “Questo ragazzo ci farà dimenticare tutti”.
Ma, il viaggio è carico di luci e ombre ed in coda si profila un colpo di scena: quando l’arciduca Ferdinando d’Asburgo sottopone alla madre, l’imperatrice Maria Teresa, la possibilità di assumere Wolfgang alla corte milanese, ella replica con sprezzo che si tratta di gente inutile, di musicanti che vagabondano per l’Europa come dei pezzenti con la valigia in mano.
È con questo rovesciamento, di bell’effetto teatrale, che si conclude il viaggio di Sandro Cappelletto che, se da un lato, ci sta dicendo che questo per Mozart è solo l’inizio, dall’altro ci riporta malinconicamente ai nostri giorni segnati dal dramma pandemico e da quello del mondo culturale e musicale dimenticato, sottovalutato che sta bruciando energie, speranze, talenti.
E Mozart è ancora lì, immortale e sempre nuovo a stupirci con la sua musica.

….Stefano Vitale

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…..Note sull’Autore
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Laureato in Filosofia, giornalista professionista, collaboratore stabile come critico musicale con i quotidiani La Stampa e Le Monde, ha studiato inoltre armonia e composizione con Robert W. Mann. Come autore ha pubblicato:Farinelli – La voce perduta (EDT, 1996); Farò grande questo teatro! (EDT, 1997), inchiesta sui teatri d’opera; una monografia su Beethoven (Newton Compton, 1980); un’analisi di  Turandot (1989); Mozart – La notte delle dissonanze (EDT, 2006), da cui è stato tratto un fortunato concerto racconto con il Quartetto Savinio; analogo percorso, dal libro alla scena, per Messiaen – l’angelo del Tempo (Accademia Perosi, Biella, 2008); il libro di racconti Altravelocità. Avventure di un viaggiatore in treno ( Giunti) è del 2009.     

…..Nel 2010 scrive per Daniela Mazzucato e Marco Scolastra il testo La padrona di casa, ispirato alla relazione tra George Sand e Fryderyk Chopin. Nel 2011 Viva VERDI per Adriana Innocenti e Pitro Nuti, in occasione delle celebrazioni per l’Unità d’Italia. Con Ramin Bahrami una drammaturgia per Le variazioni Goldberg di J.S. Bach. Per Marsilio cura Il mio Wagner – il racconto della Tetralogia, raccolta di scritti di Giuseppe Sinopoli (2006). Pubblica nel 2014 Da straniero inizio il cammino – Schubert l’ultimo anno (Accademia Perosi, Biella). Nel 2016 esce Mozart, i Quartetti per archi (Il Saggiatore). Le voci del violoncello (ETS, Pisa) è del 2017. Cura ed è direttore scientifico del volume “Musica”, per la collana “Il contributo italiano alla storia del pensiero” (Treccani, 2018). Esce nel 2020 Mozart. Scene dai viaggi in Italia (il Saggiatore), volume dedicato ai due anni trascorsi dal giovane compositore in Italia.

…..Membro della Commissione Artistica della Scuola di Musica di Fiesole, dal 2009 al 2013 è stato direttore artistico dell’Accademia Filarmonica Romana. Autore di trasmissioni per Rai Radio 3 e Rai 5, Cappelletto è attivo come scrittore per il teatro musicale, collaborando con numerosi compositori contemporanei. Ha diretto “Studi verdiani”. È diventato accademico di Santa Cecilia.

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