Un libro di telefonate pressanti e appuntamenti obbligati nella Milano plumbea del ’77, per risolvere un caso ai limiti dell’incredibile: la morte per sventagliata di mitra di una procace fioraia bisex iscritta al PCI.

Doppia inchiesta dunque: quella blanda della polizia e quella ben più puntuale e vincente dell’apparato del partito; il tutto per oltre 500 pagine di continui abboccamenti, prima telefonici poi ad personam… Se ne contano oltre 300! Si vede che ai tempi lo stesso Autore ne era ossessionato come dirigente del PCI milanese, e per questo ne scrive, circa quaranta anni dopo.

Segnaliamo poi una leggera discrepanza cronologica: a pag. 57 si dà notizia che un certo Ferroni “A quindici anni aveva partecipato alla Resistenza come staffetta”, quindi l’anno di nascita cadrebbe tra il ’28 e il ’30, più probabilmente nel ’29; ma a pag. 59, in data 2 novembre 1977 lo stesso viene descritto come “(…) slanciato, capelli rossi appena striati di bianco nonostante avesse passato i cinquanta anni”: dunque, se aver passato i cinquanta significa averne compiuti almeno 51 il primo novembre del ’77, il personaggio non poteva esser solo quindicenne nel ’43, anche ammettendo che fosse entrato nella Resistenza subito dopo l’8 settembre.

Infine, proprio all’ultima pagina, il paese di Scambiano in provincia di Reggio Emilia, dove è riparato l’omicida pentito, diventa sorprendentemente Scansano (?) patria del Morellino, in provincia di Grosseto. Vuoi vedere che la Provvidenza Rossa è quella del vino ?

M. M. 6 giugno 2016

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