HERBERT LIEBERMAN TRADOTTO CON RITARDO
…..Ci si domanda come mai un thriller così ben architettato abbia dovuto attendere 35 anni per essere tradotto: “Il fiore della notte” (minimum fax, 2019, pp. 465), per la traduzione di Tullio Dobner, merita di essere letto anche in italiano, sebbene in ritardo; ambientato nei primi anni ottanta, a parte l’enigmatico scioglimento (non nell’acido) che lascia interdetti, ha però nei rimandi cronologici la sua debolezza, oltre a qualche sorpresa lessicale e narrativa.
– A pagina 26 un internista afferma di sentire “una leggera tachicardia”, ma il paziente ha 40 di febbre!
– A pag. 70 una scala antincendio finisce “a quattro metri circa dalla pavimentazione della strada”, ma a pag. 102 l’ultima rampa della stessa risulta “elevata di tre metri circa rispetto alla strada”.
– (133): il 13 maggio 1981 si parla dell’inchiesta “in questi ultimi cinque anni”, ma fin da pag. 16 si sa che il primo fattaccio avvenne “nell’aprile del ‘75”.
– (158): “(…) la vittima riversa al suolo tra i piedi esagitati di mille persone”. Esagerato!
– (165): “padelle per orinare a letto”. Pappagalli (?) per pazienti maschi.
– (172): “(…) anche se è passato più di un anno”. Tr l’aprile ’79 e il maggio ’81 sono già 25 mesi.
– 88): “E’ già passato un anno e mezzo (sic)
– 58): ‘trabordando’ …Non esiste, e neanche ‘strabordando’: piuttosto ‘straripando’, ‘(s)traboccando’.
– 59): “Violazioni con scasso”, cioè ‘violazioni di domicilio con scasso’, ‘effrazioni’.
– 87): il detective Mooney (‘lunatico’) sorvola i tetti in elicottero “per cinque ore”, atterrando “verso mezzanotte”, ma a pag. 281 aveva ordinato il mezzo: “Fammelo trovare pronto alle otto”.
– 41): “Come si chiama?” “Watford”. Poi, una pagina dopo: “Prima raccontami di quest’uomo. Come si chiama?” “Watford”.
– 54): “Cominciò a distribuire assegni a vuoto”. Forse ‘firmare’, ‘emettere’, ‘spacciare’.
– (448): “(…) un tenace gruppo di operai italo-polacchi” (?!)
– (448): “una pianta rinsecchita e quasi completamente appassita” (?)
– (459): nel maggio 1983 “Dopo quasi sei anni sentiva di poter finalmente chiudere il caso”. Otto!
…..M. M.
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