GUILLAUME MUSSO SEMPRE ERRANTE

“Uno dei più importanti scrittori di noir” (come recita il soffietto) ha pubblicato sia in Francia che da noi “La vita è un romanzo” (La nave di Teseo, ago 2020, 266 pp.), dove si è come al solito sbizzarrito avanti e indietro nel tempo, tanto da concludere (?) la vicenda nel 2023, ma non è un libro di fantascienza.
Il problema di Musso, del suo traduttore Sergio Arecco, e del suo editore è che nessuno sorveglia quel che scrive, traduce, stampa… E nel caso di un noir scandito dalle date altalenanti è davvero un guaio.

A pagina 95 si legge: “Una volta raggiunto il marciapiede, mi sono intrufolato in mezzo ai pedoni, tra passeggini e monopattini.” Siamo a Parigi nel 2010: secondo noi la diffusione/invasione di questi aggeggi elettrici non risale ad allora, in quanto i provvedimenti restrittivi in Francia datano dal 2018, quando si registrò la prima vittima nella capitale; e dunque l’Autore si lascia influenzare da quel che vede intorno a sé mentre scrive e lo retrodata.

A pag. 99 Théo placa la fame “con una marmellata di frutta” (n.c.)

A pag. 126 “Flora ha bevuto d’un soffio la metà del suo cocktail.” (n.c.)

A pag. 173 accanto a un camino vi è “un cesto con dentro i tronchi tagliati.” Magari ‘ciocchi’.

A pag. 192 un refuso: (…) ma non ho voluto a tornare sui miei passi”.

A pag. 195 idem, ma più grave: (…) aveva tutto progettato tutto”.

A pag. 231 ridondanza ovvero ovvietà: “Il mio ufficio consisteva in una minuscola mansarda (…) all’ultimo piano di un palazzo dalla facciata grigiastra.” Chissà se la cantina era nel sottosuolo?

Ma veniamo ai due infortuni del Nostro: a pagina 226 si stabilisce che Fantine nacque il 12 luglio 1977, ma allora a pag. 237 non può permettersi di dire/scrivere: “Una costruzione “moderna” (…) con cui ci eravamo abituati a convivere lungo il decennio dei settanta.” Gli adulti di allora, ma non lei!

Altro corto circuito temporale tra le pp. 231 e 234: “Fino a che non è spuntato quel famoso giorno di fine settembre.” < “Parigi, 2 febbraio 2003. (…) La lettera recava una data di più di sei mesi prima”. Più di sette addirittura.

Rileggete i vostri manoscritti! Rileggeteli, per favore!

M. M.

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