PIU’ SCEMPIAGGINI CHE SEMPLICI SBADATAGGINI

Vanno segnalate alcune frescacce rilevate nella traduzione del libro di Frank Thilliez “Il manoscritto”, Fazieditore.
Il libro, già di per sé un pasticcio (presentato in ultima di copertina con una critica de Le Figaro, che canta: “Il fenomeno Thilliez è sorprendente”, che può essere letta anche in senso negativo), contiene alcuni refusi, per meriti vari (traduttrice, correttore di bozze?) che segnalo.

– Il più ripetuto è l’uso del pronome personale “gli” usato spesso come femminile: segnalo solo “Il sapore metallico gli restò in gola”, ma è la gola di una signora (pag. 50).
Potrebbe essere un vezzo se non si alternasse qua e là all’uso corretto.
– Il bravo poliziotto scopre che le ciocche, che l’assassino invia ai parenti delle sue vittime, sono sempre composte da cinquecentododici capelli (pag. 84).
Solo che a pag.88 diventano centododici. Poi, fortunatamente, tornano al numero originario.

– Altro piccolo errore a pag.285: “uno suono strano”.
Ma è niente in confronto alla meraviglia di pag. 72, dove si legge “faceva un rumore simile al bastone della pioggia.
Nel testo originale francese doveva essere “au battant de la pluie”, cioè “al battito della pioggia”. In francese “pluie battante” è la pioggia battente, ma “battant”, purtroppo per la traduttrice, significa anche “batacchio, pestello, forse anche bastone“. Mi dispiace per lei: Federica Angelini.

So che i traduttori sono sottopagati e vengono loro concessi tempi limitatissimi, ma un minimo di attenzione…

Alberto Zampieri

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