Un “POLAR” PREMIATO MA FALLATO

…..Nel 2009 Pierre Lemaitre si aggiudicò il prestigioso premio per il miglior poliziesco francese con “L’abito da sposo” (Fazi Editore, luglio 2020, pp. 333, senza Indice), ma a una lettura attenta emergono numerose incongruenze, oltre a vari refusi, e a un paio di strafalcioni traduttivi di Giacomo Cuva degni di nota.
Trattandosi di un thriller psicologico-psichiatrico, l’autore di scuola francese non lesina ovviamente i distrattamente, istintivamente, d’istinto, meccanicamente, fino all’apoteosi delle pagine 94/95, dove in poche righe la protagonista inanella ‘Meccanica’, ‘Non pensi’, ‘Automatica’, ‘Meccanicamente’, ‘Riflesso’, ‘Sonnambula’. E poi ancora ‘in automatico’ (p. 249) e ‘un’espressione meccanica’ (p. 302).

Alle pagg. 145 e 161 Lemaitre e/o Cuva propendono per un ‘semaforo arancione’: in Cina hanno questo colore nella struttura, ma la luce intermedia si preferisce ‘gialla ambrata’.

A pag. 151: “C’era un odore di encausto e di zuppa di verdure che mi ha dato la nausea.” Forse bisogna intendere ‘cera’ per ‘encausto’.

A pag. 152: “I piani dei due palazzi non sono completamente allo stesso livello.” ‘proprio’!

A pag. 158: “Hanno trent’anni.” No: nel 2000 Sophie ne ha solo 26.

A pag 188 si scivola nel metafisico: “Li ho osservati col binocolo. (…) Si scambiavano delle paroline a bassa voce.” (?!)

Mancata corrispondenza nello stesso titolo giornalistico tra le pp. 73 e 233: “Dov’è finita Sophie Duguet?” vs. “Che fine ha fatto Sophie Duguet?”.

Solita imprecisione con le superfici a pag. 272: “quella foto di tre centimetri quadrati.” Essendo una fototessera sarà ovviamente di circa 3 x 4 = almeno 12 centimetri quadrati.

Probabilmente uno sfondone cronologico a pag, 313: “Cogliendo le opportunità offerte dai gloriosi anni Trenta, nel 1959 crea la prima catena di supermercati in Francia”.

…..Ma veniamo ai refusi:

a pag. 230: “con un uno spavento”; a pag. 290: “l’eredità si suo padre”; a pag. 280: “i miei mal di testa e le mie angosce si sono attenuate”.

…..E infine alle ‘perle’ del traduttore, in ordine di gravità.

A pag.292: “il rumore tipico del cucchiaino sulle pareti di vetro.” Di un bicchiere?!

A pag. 43: “Lei si schernisce con un sorriso contratto”. ‘Si schermisce’, cioè ‘si sottrae’, ‘elude’ per difendersi, non certo ‘si autosfotte’ !

A pag. 280: “Quando sortiva chiudeva la porta a chiave.” …E sortiva qualche effetto?!

M.M.

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