“LE LIGURI” DELL’ESTATE 2023

“A B.V.” (e non è una dedica)

Tempo incerto,
bagnante diafana sulla battigia
fa est-ovest
frangendo i flutti

Altri incrociano le rotte
sul marciapiede dell’Aurelia,
chi allenandosi alla corsa
chi solo per stanziarsi

Lo scenario vegetale
presenta tradizioni e mancanze:
tre limoni da cogliere,
la passiflora da mondare

mentre i capperi abbondano
dal cespuglio surrettizio
posto di sentinella
all’erto romitaggio
***

(30.7.23)

“Viaggi”

I treni domenicali
hanno otto vagoni
e una o due motrici,
che vadano verso Genova
o tentino la sorte fino a XXmiglia;
più tardi
verso sera
vengono a più miti consigli
e scendono a sette, anche sei, dipende:
se vanno a Sesto Calende
o a Settimo Vittone

Tuttavia noi
rimaniamo tetragoni
nella nostra credenza:
da Quarto i Mille
partirono in duecentocinquanta,
poi millantarono
***

(B.V. – 30.7.23)

Ennesimo convoglio ferroviario
che transita repentino
sotto la magione
e a fianco dell’Aurelia
annuente il mare;
come quel popolo che a Finale
all’affacciarsi del Garibaldi
da una certa finestra
a vaticinare una Patria comune
appunto annuì
secondo lapide commemorativa
***

(B.V. – 30.7.23)

Gabbiano basso levato
sulla macchia rivierasca
ad assaporare il vento
che in riva va sfogliando
un libro abbandonato

Valéry li aveva letti tutti,
io quasi!
***

(B.V. – 31.7.23)

Accozzaglia e gozzoviglia
nell’annaspare tra i ricordi
di altre Ligurie cinquant’anni fa
o giù di lì;
di Monte Rosso alle Cinque Terre
si rammentano vividamente
due nefandezze e una squisitezza:
nel campeggio striminzito
riuscimmo appena
a piazzare la canadese
a strapiombo sull’immondezzaio
e di notte i topastri
ci zampettavano intorno!
Nel ristorante
c’era una grossa trave a vista
in alto sui tavolini
e lì pure scorrazzavano dei topini
e il cameriere a scongiurarci
di non dire nulla,
se no li facevano chiudere
e giustamente!
Meglio occhieggiare
di soppiatto
la nudista volontaria!
***

(B.V. – 31.7.23)

Convogli pendolari
da mane a sera
est-ovest ovest-est,
per tacere degli elicotteri
in pattuglia rivierasca
(chissà chi cercano?
Forse dei fenicotteri
per far rima!)!

Nubi stanziali
intercettano il sole
e lo schermano
rinfrescando lo scenario

Mezzo secolo fa
la scena si apriva
sull’opulenza di Marilù
nella Smirne di Goldoni;
a noi oggi non rimane che
una foto in bianco e nero
della Tolo discinta
delizia del boudoir!
***

(B.V. – 1.8.23)

“Dedicata a Eleonora Curtabbi”

L’unica spera di sole
dal cielo nubiloso
benedice Ceriale,
che sembra la bianca Ostuni
in mezzo al golfo grigiastro
che va da Pietra ad Albenga,
mentre il mare imprescindibile
aggredisce la spiaggia già ristretta
con rettilinei solitoni,
verdi riccioli cangianti in schiuma

Sedicenti atleti di varie età
corricchiano avanti e indietro
tra la via consolare e l’arenile,
ma ora noi vantiamo in famiglia
la campionessa assoluta dei 3000 metri
steeplechase,
la bella siepista valsusina (!)
che ha distanziato di gran lunga
le avversarie molfettane
(per tornare in terra di Puglia…)
***

(B.V. -1.8.23)

Una cincia viene a cianciare
e a becchettare vermetti
nella chioma del limone;
apecule e vespicule
ci sbarrano il passo
al cespuglio dei capperi;
zanzare e pappataci
li schermiamo noi
con lozioni nauseanti;
il merlo saltella
frenetico
a caccia di se stesso

Gabbiani sorvolano incuranti
lo sciaguattare dell’onde
e i rari balneanti.
***

(B.V. – 2.8.23)

Libecciata sciroccata
che riempie il mare di schiuma
a raffiche improvvise,
capovolge i panni
e li asciuga in un amen,
cacciando via dalla battigia
le ninfette del volley,
giunte finalmente
a trenta palleggi testa a testa,
e altri articoli in pelle
(come direbbe Harrison Ford)
dalle natiche scoperte,
novelle callipigie

raccolgo capperi di fortuna
nell’arbusto spettinato,
io pure scarmigliato
dal vento d’agosto
***

(B.V. – 3.8.23)

Si sussegue l’andirivieni
della fauna mattutina
da e per l’est
da e per l’ovest:
chi si stanzia è perduto,
condannato all’arenile
sempre più ridotto
dall’aggressione dei marosi

La buriana di ieri
denominata Patrissià
ha furoreggiato per ore
per poi placarsi di botto,
ma oggi potrebbe riprendersi
e scardinarci l’ombrellone gigante
contravventato alla bell’e meglio
con cime, funi e un tubicino irriguo
a mo’ di cappio

Pigrizia vuole
che resti qui a contemplare
dall’alto
la movida altrui
***

(B.V. – 4.8.23)

La domenica balneare
trascorre all’asciutto
dall’alto della torre di guardia,
appollaiati come predatori
pronti a carpire l’istantanea gustosa
lo squarcio improvviso
l’epidermide esibita

Si rende vieppiù necessario
difenderci da vespe e calabroni,
oltre a pappataci e scolopendre,
non volendo neppure pensare
a scorpioncini e malmignatte

Soggiogata dal bel tempo
la romantica donna piacentina
tarpa i rametti indesiderati
del limone domestico
foriero di frutti dorati
che già occhieggiano rari
nel verde dominante
***

(B.V. – 6.8.23)

“Scherzo”

Gioco a rimpiattino
fra la fronda del limone
e l’orizzonte netto del mare:
un cargo al largo,
due carghi al larghi?
***

(B.V. – 8.8.23)

Le pale delle opunzie
son coronate dai diademi
dei fichi d’India
che stanno maturando
giù per la riva scoscesa
digradante verso binario
Aurelia spiaggia mare

Il caldo diurno
è temperato
da un imprevisto fresco preserale
e notturno;
non pago di questo,
leggo la Condizione umana di Malraux
e faccio allitterazioni in di

***

 

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