VARGAS RIPETITIVA

…..Nel 1999 la grande giallista Fred Vargas licenziava il suo noir sui lupi mannari “L’homme à l’envers” (Editions J’ai lu, 2002 e 2008, 320 pp.), e siamo ancora qui a chiederci come sia possibile che su un totale di 268 pagine effettive, per un centinaio di volte, cioè più di una volta ogni tre pagine, qualcuno dei personaggi o scuote la testa, o la scrolla (uno in particolare scuote i capelli), oppure arriccia il naso in una smorfia dubbiosa, o più spesso alza le spalle.

…..I
n dettaglio abbiamo reperito 30 ‘hocha la tête’ = tentennò, scosse, scrollò la testa;

– 26 ‘secoua la tête’ = scrollò la testa;

– 7 ‘secoua ses cheveux’ = scosse i capelli;

– 10 ‘il fit la moue’ = arricciò il naso, fece una smorfia;

– 22 ‘haussa les épaules’ = alzò le spalle.

…..A pagina 71 c’è addirittura un gendarme che “scosse francamente la testa”; e in due occasioni qualcuno “alzò nuovamente le spalle”, dato che l’aveva appena fatto!

…..Francamente per il lettore tutto ciò risulta deconcentrante: si finisce coll’aspettarsi che una delle azioni succitate avvenga, e la cosa puntualmente avviene, come un tic, trasformando i personaggi in tante macchiette.
Un po’ come accade nelle trasmissioni sui tesori artistici italiani di Alberto Angela o Cesare Bocci (questa attualmente soppressa per scarsità di audience, a quanto pare): ad ogni piè sospinto i due presentatori, affettando di pronunciare un aggettivo mai sentito prima, se ne escono con uno ‘Straordinario!’ che, ripetuto almeno una ventina di volte a puntata, risulta essere sminuente, noioso, ridicolo; anche perché lo spettatore si mette ad aspettarli e a contarli!

…..Liniziatore di questo vezzo/vizio purtroppo fu Dario Fo, ma almeno lui era un Premio Nobel.

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GLI STILEMI E UN ERRORE DI FRED VARGAS

…..Cinque anni dopo il “lupo mannaro” de L’homme à l’envers, zeppo di scuotimenti di teste e alzate di spalle, la giustamente pluripremiata giallista pubblicò Pars vite et reviens tard (2004, J’ai lu 2008, pp. 350), inscenando una specie di pestilenza e infarcendo il testo di una serie di stilemi, compresi quelli citati, ma con una frequenza dimezzata rispetto al romanzo precedente.

…..Per il sommo gaudio dei traduttori, l’autrice distingue tra venti ‘hocha la tête’ (scosse, scrollò, tentennò la testa) e quindici ‘secoua la tête’ (solo scosse o scrollò); oltre a dodici alzate di spalle e solo tre ‘il fit la moue’ (arricciò il naso in una smorfia); per un totale di 50 di questi gesti in 340 pagine effettive: cioè circa ogni sei pagine c’è qualche personaggio che ha una delle reazioni descritte.

…..Ma in questo libro s’incontrano altre locuzioni piuttosto curiose e volutamente ripetute per distinguere un personaggio: la vecchia Clémentine pronuncia una decina di volte ‘trêve de conneries’ (bando alle stupidaggini), mentre Marie-Belle ripete una quindicina di ‘automatiquement’, da fare invidia al ‘machinalement’ di Simenon; per una dozzina di volte poi qualcuno esclama ‘bon sang’ (Sant’Iddio, oppure miseriaccia).

…..L’errore cronologico viene commesso tra le pagine 218 e 292/3: all’inizio del capitolo 25 il mitico commissario Adamsberg specifica che quella particolare domenica sarà il 22 settembre (fine millennio, ci sono ancora i franchi =1996).
Però in seguito si specifica che l’età di Clémentine è di 86 anni e che la stessa aveva sei anni durante l’ultima vera epidemia di peste a Parigi nel 1920: i conti dunque non tornano, e neanche i monatti, speriamo!

M. M.

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