DEXTER, SIMENON, BUSSI
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DEXTER: QUALCHE IMPRECISIONE NELL’ULTIMO MORSE
Sellerio ci ha messo vent’anni dall’uscita originale a pubblicare “Il giorno del rimorso” (luglio 2019, pp. 510) per la traduzione di Luisa Nera, e intanto è deceduto anche il geniale Colin Dexter (1930-2017), autore della saga in tredici tomi dell’ineffabile ispettore capo Morse. Deduciamo dunque che il personaggio doveva morire col secolo/millennio e il suo creatore andare meritatamente in pensione.
Per onorare entrambi, diamo notizie delle poche imprecisioni rilevate nel testo:
– a pagina 26 l’infermiera viziosa vittima di efferato omicidio ha 48 anni, ma a pag. 83, sulla croce di legno provvisoria, si leggono le date 1947-1997: quindi ne avrebbe avuti 49 o 50.
– Alle pp. 38 e 39 Luisa Nera, come tanti altri traduttori, preferisce 50 penny invece del corretto 50 pence.
– A pag. 115 la stessa conia un ‘processo di causazione’ che ci lascia basiti.
– A pag. 134 sempre lei adotta un ‘che’ per un ‘come’ che spiazza il successivo congiuntivo: “Ma Lewis sentiva che in quello scambio così amichevole fosse tutto un po’ troppo semplice.”
– Tra le pp. 211 e 212 Benjamin Franklin viene definito come ‘un presidente americano’, carica che storicamente non ricoprì.
– Infine a pag. 298 Sarah legge un titolo sull’Oxford Mail che annuncia: “Migliaia di famiglie evacuate mentre l’uragano George raggiunge le isole Florida Keys”, ma siamo ancora nell’agosto 1998, mentre quell’uragano imperversò nella seconda metà di settembre.
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NON TUTTO IN SIMENON E’ “MACHINALEMENT”
Portando avanti parallelamente la lettura di “Maigret e il nipote ingenuo” sul quattordicinale Mondadori dei primi di aprile 1968 e dell’originale “Maigret” su un tascabile Fayard del 1971, abbiamo constatato una serie di curiosità:
– nella quarta di copertina dell’edizione italiana, il locale teatro dell’assassinio viene chiamato “Florida”, mentre in tutto il testo e nella copia in francese si chiama “Floria”;
– nel colophon il testo è attribuito a Georges Simenon 1933, mentre risulta del 1934, ma tra scrittura e pubblicazione può senz’altro starci questa discrepanza;
– per nove volte in circa 150 (183) pagine il Nostro indulge al suo più frequente tic: l’uso di ‘machinalement’ o simili: per ben sette volte nella prima metà dell’avventura e solo due più tardi. Ma siccome la traduttrice Sarah Cantoni è riuscita virtuosamente a evitare l’orrendo ‘macchinalmente’, dettagliamo qui di seguito originali e versioni:
– D’habitude, il le faisait sans y penser > automaticamente
– machinalement > meccanicamente
– machinalement > automaticamente
– d’instinct > d’istinto
– machinalement > automaticamente
– d’un geste négligent > con un gesto distratto
– machinalement > automaticamente
– automatiquement > automaticamente
– M. était à peine à la conversation > M. partecipava distrattamente alla conversazione.
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UDITE! UDITE! MICHEL BUSSI NON FA QUASI ERRORI
Nell’ultimo ponderoso volume uscito il 19 giugno ’19, “La follia Mazzarino” (edizioni e/o, 480pp.) per la traduzione di Alberto Bracci Testasecca, Bussi non commette nessuno dei suoi soliti errori di cronologia o di trama: sarà perché il testo era già uscito in Francia dieci anni fa, e dunque ha avuto modo di rivederlo e rinnovarlo, sarà perché la casa editrice italiana vi ha profuso maggiore cura del solito, fatto sta che abbiamo rilevato solo un paio di vizietti veniali:
– a pagina 127 si legge: “Stringeva a sé due bambini biondi identici, gemelli vestiti con lo stesso costume da bagno”. A nostro avviso la colpa è del traduttore, che doveva scegliere questa frase: “vestiti con due costumi da bagno uguali”.
– A pagina 414 Colin ci racconta che “Sbattei il piede contro una pietra e per poco non inciampai”. Ma inciampare significa proprio quello, non cadere!
– Segnaliamo ancora che il romanzo è inferiore alle altre prove precedenti del Nostro, il quale inoltre da buon autore transalpino abbonda, à la Simenon, di ‘istintivamente’, ‘automaticamente’, ‘distrattamente’, ‘con gesto istintivo’, ecc.
M. M.
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