“ASCOLTARE VERDI” di GIOVANNI BIETTI
(Laterza, Bari, 2021)
…..Continua Giovanni Bietti col suo interessante lavoro di divulgazione della cultura musicale. Qui si confronta con Verdi, uno degli autori più noti, rappresentati e studiati. C’è ancora bisogno di fare opera divulgativa attorno ad un autore così conosciuto? Perché attardarsi nella presentazione, descrizione e analisi delle principali opere liriche di Giuseppe Verdi?
…..Le risposte ci sono e Bietti non si sottrae. In primo luogo perché “la sua musica continua a parlare con noi”. L’opera verdiana pone domande, offre risposte che si rivelano attuali, al di là degli opportunismi editoriali, culturali e politici. Ma qui c’è la vera novità editoriale e d’impostazione critica: per Bietti occorre uscire dalla narrazione “risorgimentale”.
Certo Verdi ci ha da sempre e lo fa ancora, invitato a confrontarci con la storia, con il contesto sociale e politico. I suoi drammi lirici hanno sempre un riferimento al mondo circostante. Al tempo stesso la sua grandezza stava e sta proprio nel non farsi mai completamene assorbire dal rispecchiamento storicistico. Su questo elemento lavora Giovanni Bietti il quale ci racconta che quando parla ai giovani nelle scuole delle opere di Verdi vede calare l’audience proprio quando parla di Risorgimento, mentre lo vede salire quando ci si concentra sui “contenuti musicali e drammatici”, quando ci si sofferma sul “modo in cui la musica di Verdi dà vita ai sentimenti dei personaggi, l’amore, la gioia, la disperazione, la rabbia”. C’è da preoccuparsi? Forse sì, ma occorre spostare il punto di vista e aggirare il problema per poterlo magari riaffrontare con altri strumenti. Una strategia “pedagogica” talvolta necessaria.
…..Lo stesso Bietti non pensa che ciò sia per forza positivo: la perdita dell’interesse per il “Verdi patriottico” quale esempio della costruzione di una coscienza nazionale, può essere collegata alla generale crisi della politica e delle istituzioni. E non c’è da stare allegri. Così come l’interesse per il Verdi “emotivo” potrebbe essere legato alla deriva affettiva, familista, da rotocalco che ha foderato le menti dei giovani e non solo le loro. Lo dimostrerebbe il successo di tante “serie televisive”, il proliferare di romanzi sul tema delle famiglie o sulle varie modulazioni di relazioni sentimentali, lo dimostra il peso dei social e del pettegolezzo.
Bietti ci dice che per far conoscere Verdi (e forse tanti altri compositori, per far amare la musica ai giovani e non solo ai giovani) occorre usare altri argomenti “più attuali, più coinvolgenti”. Bietti naturalmente vi aggiunge anche altri argomenti: la tecnica musicale, i meccanismi drammaturgici, il modo in cui si costruisce la tensione drammatica, l’espressione dei sentimenti e il carattere dei personaggi sono aspetti da sempre importanti, ma per Bietti vanno appunto portati in primo piano.
Poi Bietti ci ricorda che Verdi è apprezzato anche al di fuori dei confini nazionali: la bellezza delle melodie, la profondità dell’introspezione psicologica vanno al di là dei richiami agli aspetti storici, sia risorgimentali che post-unitari.
…..Insomma Bietti ci propone una lettura delle opere di Verdi che unisca “storia ed espressione, emozione e conoscenza, facendo in modo che questi diversi aspetti si rafforzino tra loro”. Bietti non rinuncia certo a situare le opere nel loro contesto storico e sociale e le collega alla personale vicenda biografica dell’artista. Così il libro, col suo tono e stile di scrittura accessibile e divulgativo, ci propone una suddivisione delle opere di Verdi in diversi periodi, in modo che si possa apprezzare l’evoluzione della sua esperienza artistica.
…..Egli sceglie quindi 15 opere significative (più il Requiem) e di ciascuna ne presenta l’origine, il contesto, la trama e dà ampio spazio, senza mai affaticare il lettore, a informazioni e riflessioni circa il modo in cui Verdi usava le voci, la struttura drammatica, le soluzioni narrative e sceniche, le scelte musicali, il ruolo dell’orchestra. E si concentra, appunto, sui caratteri dei personaggi verdiani, sul loro modo di parlare ancora al nostro cuore e alla nostra mente. Bietti, infine, non rinuncia a darci anche un profilo “umano “del compositore: un profilo di uomo e artista sfaccettato, ricco che emerge grazie al grande uso dell’epistolario del Maestro.
Il volume è poi completato da un utile glossario e da un’appendice dedicata all’orchestra verdiana, quindi al senso e ruolo che Verdi attribuiva ai singoli strumenti musicali nel loro essere voce e segno delle situazioni, specie dei caratteri e dei sentimenti dei personaggi.
…..Il libro è, come ama fare Bietti, una “guida all’ascolto”, ma con una visione non pedantemente analitica, quanto piuttosto è animato una visione narrativa, colloquiale: la scorrevolezza della prosa non è l’anticamera della banalizzazione, ma la forma di comunicazione semplificata che va ben oltre la pura descrizione. Così si può mantenere vivo, per Bietti, l’interesse per l’opera verdiana nel grande pubblico e, se possibile, acquisirne di nuovo.
…..Il libro ha cinque sezioni, organizzate, come detto, in ordine cronologico: quattro parti principali e un Intermezzo, dedicato alla Messa da Requiem. Bietti, come detto, non sottovaluta la parte storica: anzi la figura di Verdi emerge nel racconto in tutta la sua concretezza: egli è stato un protagonista della storia d’Italia e le sue aspirazioni, le idee, i fatti del suo tempo non sono affatto sottovalutati. Il libro mantiene quindi viva la tensione storico-narrativa che è uno degli ingredienti importanti della comprensione dell’opera verdiana.
…..Il viaggio inizia coi primi anni sino al 1850 analizzando Nabucco, Ernani, La battaglia di Legnano e Luisa Miller. Sono in effetti gli anni “risorgimentali”, ma anche quelli dell’intreccio nei drammi lirici tra dimensione pubblica e dimensione privata, tra storia e drammi universali, tra lettura della realtà e sentimenti.
Il secondo capitolo è dedicato alla “trilogia” popolare del Rigoletto, Il trovatore e La traviata: vertici assoluti dell’arte verdiana e dell’arte in generale, in cui emerge anche una sempre maggiore raffinatezza e complessità strumentale. Opere, tutte e tre, a loro modo rivoluzionarie che fecero di Verdi il grande compositore che tutti amiamo. E che presto, è il tema del terzo capitolo, divenne famoso sul piano internazionale.
E’ singolare come Bietti ci faccia notare che più vien meno la natura “risorgimentale” del messaggio di Verdi, prendendo spazio in Verdi e nella società italiana del tempo le delusioni postunitarie, e più Verdi diventa famoso all’estero, guadagnando sempre maggiore spazio internazionale. In questo capitolo Bietti si occupa di Vespri siciliani, Ballo in maschera, Don Carlos e Aida, andata in scena nel 1871. In queste opere vediamo che l’orchestrazione si rivela un “formidabile mezzo drammaturgico, in grado di are risalto agli aspetti più nascosti del testo”. Sempre più Verdi trovava una sua specifica via per raffigurare in musica i diversi stati d’animo, ben diversa da quella, come sappiamo, del suo competitor del tempo, Richard Wagner.
…..L’intermezzo intitolato “Anni di riflessione” è dedicato alla Messa da Requiem e copre gli anni dal 1873, anno in cui Verdi compone il suo unico quartetto d’archi “per passare un po’ il tempo” e in cui muore Manzoni al quale Verdi dedicherà appunto il Requiem presentato nel 1874 a Milano, per arrivare poi al 1879 anno in cui nasce il progetto di Otello. Negli anni del Requiem, Verdi era impegnato nella difesa della “vocalità italiana” e nella promozione di una sempre più alta qualità nelle gestione e nella proposta musicale dei Teatri. La morte di Manzoni destò molta impressione: era il segno di un’epoca che si stava trasformando. E Verdi ben lo comprendeva.
…..La Messa da Requiem, dal punto di vista musicale, è un’opera speciale, straordinaria per forza drammatica e originalità compositiva dove il famoso “ruolo del coro” arriva a vette importanti. Qui Verdi dimostra anche come sapesse usare tecniche compositive come il contrappunto o la fuga e Bietti ci offre, secondo me, una delle parti migliori del suo libro guidandoci passo dopo passo nel meraviglioso mondo di una delle composizioni più unitarie e profonde di Verdi.
…..L’ultima parte è dedicata al rapporto tra Verdi e Shakespeare (1880- 1091) trattando quindi di Otello, Macbeth (che è del 1847 ma presentato in un seconda versione a Parigi nel 1865: questa è l’unica dichiarata anomalia cronologica) e Falstaff, l’ultima emblematica opera di Verdi. Per tutta la vita Verdi fu innamorato del teatro di Shakespeare. Non è il caso di soffermarci su questo fondamentale “amore”, lo spazio di una nota di lettura non lo permette: ci basti dire che la forza del dramma così come la leggerezza della commedia arrivano a dei vertici assoluti grazie alla musica e alla sapienza teatrale di Verdi che rifà Shakespeare così come solo i grandissimi hanno saputo fare nei tempi e nei vari ambiti artistici. E Bietti è molto preciso nel condurci attraverso i complessi meandri di questa relazione feconda e strettissima.
…..Un libro che conferma, se mai ve ne fosse stato bisogno, la bravura e la competenza di Giovanni Bietti, la sua notevole capacità di sintesi, la sua abilità nel saper cogliere ciò che è importante per offrirci un libro che si legge come un romanzo, nel senso che ha un forte impianto e impatto narrativo e così rende una grande servizio alla causa della musica. Verdi certamente ben si presta ad una narrazione ed è un libro che consigliamo certamente a tutti.
…..Stefano Vitale
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…..Note sull’Autore
…..Giovanni Bietti è considerato uno dei migliori divulgatori musicali italiani, è compositore, pianista e musicologo.
…..E’ collaboratore esterno dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, e ha inoltre insegnato Composizione presso il Conservatorio “V. Bellini” di Catania ed Etnomusicologia presso l’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”.
…..Tiene regolarmente conferenze e in particolare concerti-conferenze, direttamente al pianoforte, presso molti dei più prestigiosi Enti italiani. E’ il curatore delle seguitissime “Lezioni di Musica”, la grande iniziativa di divulgazione musicale che va in onda settimanalmente su Rai-Radiotre, e del ciclo omonimo dal vivo che attira migliaia di persone negli spazi dell’Auditorium-Parco della Musica di Roma.
…..Le sue composizioni sono state eseguite, in Festival Internazionali di grande importanza ad opera di interpreti quali il violinista Thomas Zehetmair ed il pianista Boris Berezovsky.
…..Nel 2012 è uscito il suo volume intitolato “Ascoltare la Musica Classica: la Sinfonia in Haydn, Mozart, Beethoven”, per i tipi delle Edizioni Estemporanee di Roma.; nel 2013 per Laterza ha pubblicato “Ascoltare Beethoven” corredato da un Cd di ascolti prezioso e interessante. Nel 2020 per EDT ha pubblicato “Il sorriso di Haydn”, una guida all’ascolto delle sinfonie del maestro viennese.
(https://www.ilgiornalaccio.net/libri/giovanni-bietti-e-il-suo-viaggio-nelle-sinfonie-con-il-sorriso-di-haydn/)
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