“NON TOCCHIAMO QUESTO TASTO” Musica classica e mondo queer
di LUCA CIAMMARUGHI
(Edizioni Curci, Milano, 2021)

…..Partiamo da alcune utili definizioni e ci serviamo volentiri di Wikipedia: “La locuzione cancel culture (in italiano cultura della cancellazione o cultura del boicottaggio) è usata per indicare una forma moderna di ostracismo nella quale qualcuno diviene oggetto di indignate proteste e di conseguenza estromesso da cerchie sociali o professionali – sia online sui social media, che nel mondo reale, o in entrambi”.
…..Voi direte: ma la musica di tanti compositori omosessuali non è certo stata mai censurata. Non sempre, ma certamente tanti sono i casi di autocensura. La società delle arti e della cultura non è poi così aperta come sembra, né oggi né in passato. Ma andiamo avanti con le definizioni.

…..Sempre usando la preziosa Wikipedia: “Queer” è un termine generico utilizzato per indicare coloro che non sono eterosessuali e/o non sono cisgender. È un termine della lingua inglese che tradizionalmente significava “eccentrico”, “insolito”. Sembra essere connesso al tedesco “quer” che significa “di traverso”, “diagonalmente”. Il termine queer viene usato generalmente da una persona della comunità LGBTQ+  che non vuole dare un nome alla propria identità di genere e/o al proprio orientamento sessuale (ad esempio, se ci si sta interrogando sulla stessa), o più semplicemente non vuole precisarla, ma che sicuramente non è cisgender e/o etero.

…..Queer viene utilizzato dalle persone che non sentono il bisogno di rientrare in alcuna categoria per diversi motivi: ad esempio, la persona rifiuta in maniera categorica l’idea di etichetta; la persona preferisce rimanere vaga; la persona non si sente rappresentata da alcuna etichette…. Molte persone LGBT ritengono però che usare il  queer sia un modo positivo per riappropriarsi di un termine che in passato era usato contro di loro, spogliando quindi la parola del suo potere offensivo, come accaduto nel caso del termine gay. Tale uso sta diventando sempre più comune tra i giovani.

…..Queste precisazioni preliminari sono utili per capire il contesto culturale del nostro libro che fa pate di una bella e interessante nuova collana curata da Carlo Boccadoro, musicista e compositore molto seguito e impegnato.

…..La presentazione del libro di Ciammarughi è molto chiara: «Perché dovrebbero interessarmi i gusti sessuali di un compositore?». Ecco quale potrebbe essere la prima reazione di fronte a uno studio che affronta il tema LGBTQ dal punto di vista della musica classica. Questo libro sfida decenni di divulgazione eteronormativa, talvolta ipocrita e parziale, e getta una luce sugli aspetti censurati o edulcorati di compositori e compositrici che oggi potremmo annoverare nell’ambito queer, secondo l’ipotesi critica che conoscerli più a fondo sia indispensabile per comprendere meglio la loro arte.
…..Dalle antiche tracce del periodo barocco al Novecento “liberato” di John Cage e Leonard Bernstein, passando per le tempeste romantiche e i turbamenti fin de siècle: una appassionante galleria di personaggi, squarci di vita e atmosfere che, senza cedere al gossip, offrono al lettore prospettive inedite sulla storia culturale dell’Occidente e, al musicofilo, strumenti nuovi per un’esperienza di ascolto più consapevole. “L’intreccio tra arte e vita si nutre di desideri, sensazioni e stati d’animo che, come scrisse Hans Werner Henze, «dovevo provare e sperimentare su di me, prima che potessero diventare musica».

…..Abbiamo avuto la possibilità di incontrare Luca Ciammarughi a Torino in occasione della presentazione del libro organizzata dagli Amici dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI e abbiamo potuto così direttamente apprezzare la sua preparazione e leggerezza. Nel senso che Ciammarughi è una persona che non sta semplicemente portando avanti una battaglia etica e/o sociale, ma è soprattutto un musicista che ha a cuore la musica, la sua interpretazione, la sua conoscenza e diffusione. Ed è una persona che affronta questi temi con razionale distacco e leggerezza, nel senso calviniano del termine, che sa sollevarsi oltre le banalità e i particolarismi e sa ampliare il suo e il nostro sguardo culturale. Cosa che emerge chiaramente nel libro.
…..Lui sa toccare con abilità i tasti necessari per aprirci a nuove comprensioni della stessa estetica musicale, indicandoci temi e motivi che spiegano e interpretano espressioni artistiche specifiche. La musica, come ogni forma culturale, non può essere mai completamente separata dall’esperienza personale dell’artista. Non che sia obbligatoriamente sempre autobiografica, ma il proprio modo di sentire il mondo, la relazione con se stesso e gli altri entra a far parte della poetica di un artista. E questo può essere sia espresso apertamente, sia dissimulato, persino negato.

…..Ciammarughi rilegge alcuni passaggi importanti della storia della musica alla luce di questa impostazione e ci mostra come le scelte (più o meno dichiarate) di orientamento sessuale di alcuni musicisti abbiamo influito non solo sulla loro vicenda sociale, ma a che sulla loro prassi artistica.

…..Il rapporto tra compositori e musicisti “classici” e la sessualità, quando orientato a passioni omoerotiche, ha subito nel tempo una sorta di automatica censura, un silenzio prolungato, una colpevole omissione. Abbiamo immaginato i nostri amati musicisti come asessuati o disinteressati a certe questioni, oppure abbiamo conosciuto di loro solo relazioni eterosessuali palesemente esplicitate e di conseguenza socialmente legittimate. Questo presupporrebbe una sorta di slegamento della creatività dalla sfera erotica, dell’arte dal vissuto. Luca Ciammarughi, come detto, si interroga invece proprio sulla relazione tra sessualità e processo creativo, su quanto e come l’orientamento sessuale e la vicenda umana di un compositore possano incidere sull’opera d’arte.

…..Scrive l’autore nell’introduzione: “Considerare la sessualità di un artista non significa quindi necessariamente occuparsi di gossip, ma scandagliarne i desideri più profondi, e spesso inconfessabili, per comprendere come questi interagiscono con il processo della creazione artistica”. Dunque Luca Ciammarughi decide di svolgere una documentata indagine storica ed estetica che tocca le biografie di celebri compositori, ma si sforza di tracciare una linea evolutiva di quel faticoso processo di eliminazione dell’omofobia dal contesto sociale e politico che  non è ancora concluso.
Luca Ciammarughi mette a frutto la sua “leggerezza” usando quel necessario filo di ironia che rende la lettura piacevole e scorrevole: dal Seicento fino ai nostri giorni la galleria di alcune delle figure cardine della storia della musica ci rappresenta uomini e donne che in qualche modo hanno espresso le più recondite pulsioni e desideri omoerotici attraverso la pagina musicale, spesso nascondendosi, in quanto perseguibili per legge o solo per timore di un unanime e nocivo giudizio morale, spesso vittime di una grande sofferenza interiore che nemmeno l’attuale evoluzione del pensiero può talvolta attenuare.

…..Incontriamo Haendel, persino Bach oggetto di censura; naturalmente esploriamo i tormenti di Schubert, Chopin, Ciajkovskij (il capitolo su quest’ultimo è uno dei più belli del libro); entriamo nel mondo ambiguo di Wagner, in quello degli efebi di Szymanowski; ci imbattiamo negli amori di Rynaldo Hahn e Marcel Proust; comprendiamo meglio il modo parigino tra ottocento e novecento attraverso la lettura di autori come Saint-Saens e Poulenc; inquadriamo il dandismo di Ravel e Satie in una luce più precisa e ci caliamo nelle maschere di Britten (questo è un altro capitolo molto bello che sa cogliere la contraddizione tra arte e vita presente nel grande compositore inglese), nel coraggio di Ethel Smyth sino ai conclamati dilemmi di Leonad Berstein o “ai mille volti del novecento” da Cole Porter a Hans Werner Henze.

…..Certamente come scrive Ciammarughi: “Questo libro vuole essere anche un contributo a questo cambiamento: nella galleria queer che segue, i musicisti che vivono in modo tormentato la propria identità potranno trovare un piccolo pantheon di compositori a cui è capitato di avere una sessualità fuori dalla norma… Talvolta, la conoscenza di questo pantheon queer può servire ad accettare un’identità che gli altri spesso ancora indicano come sbagliata, censurabile o addirittura peccaminosa”. …..Ma il libro è davvero un viaggio insolito, che non si limita a scuoterci da luoghi comuni e sopiti pregiudizi, ma che ci apre ad un mondo nuovo sul piano specifico della lettura espressiva, artistica degli autori considerati. Un modo speciale di leggere la storia della musica che, sia pure senza una pretesa di sistematicità totalizzante, sa aprire orizzonti più ricchi e carichi di senso. Quindi un libro prezioso che supera la ristretta visione di un “contributo militante” e va oltre . E ne abbiamo davvero bisogno.

…..Stefano Vitale

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…..Note sull’Autore
…..Luca Ciammarughi ha studiato pianoforte presso il Conservatorio G. Verdi di Milano, diplomandosi con il massimo dei voti e la lode nella classe di Paolo Bordoni e ottenendo poi, con menzione d’onore, il diploma accademico in musica vocale da camera nella classe di Stelia Doz.
…..Come pianista concertista ha suonato per il Festival dei Due Mondi di Spoleto, Mito Settembre Musica, Taormina Arte, La Verdi, Mantova Chamber Music Festival, Società dei Concerti di Milano, Spoleto Festival USA di Charleston, Festival Guadalquivir in Spagna, European Union Youth Orchestra, Salle Cortot di Parigi, Piano City Milano e molte altre istituzioni. Le sue incisioni delle Sonate D 894 e D 960 di Schubert e il suo ultimo CD dedicato a Rameau hanno ricevuto il plauso unanime della critica. …..Luca Ciammarughi è anche critico musicale e conduttore radiofonico. Dal 2007 è in onda quotidianamente su Radio Classica. Ha scritto per Zecchini Editore molti importanti libri e recentemente ha realizzato numerose lezioni-concerto alla Palazzina Liberty di Milano e ha curato per il canale YouTube del Teatro alla Scala la serie di interviste “Prima la musica”.

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