“Denigrammi ed altre ex poesie”
(Edizioni del Girasole, maggio 2023)
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“Sulle tracce della poesia”
(I Quaderni del Bardo Edizioni, maggio 2023)

“DENIGRAMMI ED ALTRE EX POESIE”

….Donato Di Poce non è soltanto un poeta perché quando scrive poesie è capace di comprendere nei suoi versi una pluralità di mondi creativi. Ogni suo libro è uno straordinario affresco di cose e parole che si contaminano nel nome di una condivisione artistica e umana.
…..È da poco uscito Denigrammi ed altre ex poesie e Di Poce ci regala un’altra preziosa perla di originalità. Deni-gramma, unione di deni (da denigrazione) e gramma (scritto), con rinvio esplicito a epi – gramma (scritto epi: sopra).
…..Di Poce prestando fede al suo grande amore per la scrittura breve e l’aforisma in questo libro affida al denigramma le sue riflessioni, a volte taglienti, spesso liriche, ma soprattutto sempre poetiche.
…..Il denigramma è un parente prossimo del poesismo e Donato Di Poce divide i suo libro in cinque parti, ognuna con la sua caratteristica. Ironia, leggerezza, a volte satirico cinismo e ovviamente un mondo di scrittura breve per essere incisivi su diversi temi: la scrittura, la vita, la poesia, l’arte, l’amicizia, la vita, il visibile, l’invisibile.
…..«La mia poesia è nata dal silenzio. / Ma ho saputo scrivere solo parole.»; «La poesia è l’unico vaccino/ Contro il virus della poesia.»; «Fanno male i silenzi dei falsi amici / Che le adulazioni dei calunniatori,»; «Non riusciamo a vivere /Perché siamo troppo impegnati a sopravvivere.»; «La vita è il lento sfiorarsi di labbra /Tra due solitudini innamorate.».
…..Questo è un assaggio del mondo di parole di Donato Di Poce, poeta, scrittore, artista ma soprattutto uomo dalle profondi radici inclusive che concepisce la scrittura come un ponte di conoscenza da condividere sempre con gli altri.
…..Numerose nel libro le poesie dedicate ai compagni di penna che nella vita reale sono anche amici fraterni con cui Donato condivide la sua creatività. […]
…..(Da Gli amanti dei Libri:https://www.gliamantideilibri.it/category/recensioni/)

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“SULLE TRACCE DELLA POESIA”
Prefazione di Gino Ruozzi

…..In questo testo sono esemplarmente concentrate le due prospettive della poesia e in generale della letteratura di Donato Di Poce. Da un lato l’elemento di denuncia, che può sfociare nell’invettiva e nel senso di sconfitta, con toni che oscillano tra l’indignazione e la resa. Dall’altro lato, con netta torsione avversativa, lo scatto di energia e di orgoglio, la coscienza che possono esistere validi motivi di resistenza e di rinascita. Ancorati alla forza propulsiva della poesia l’universo può essere capovolto, passare dal buio dell’abisso alla luce del sole e della luna. Il compito di ribaltare le sorti del mondo spetta ai fabbri – poeti, le cui «scintille accendono l’umanità».
…..Da oltre vent’anni Di Poce sta tenacemente proponendo le ragioni della letteratura contro ogni possibile degrado di umanità. Lo fa con coraggio e coerenza, alternando l’affilato epigramma e il luminoso aforisma. Di Poce è un esploratore di generi e si muove con scioltezza dall’arte alla letteratura, dalla poesia al saggio all’aforisma. Anche sul piano lessicale egli cerca di aprire nuovi orizzonti affidandosi alle risorse della «creattività» e alle forme in evoluzione dei «poesismi», coniugando etica ed estetica, come indicano gli Appunti per una nuova estetica della visione e una nuova etica fotografica (2012)…”
…..Gino Ruozzi

…..NOTA DELL’AUTORE
“Questo libro, “Sulle tracce della poesia”, nasce da anni di letture critiche, filosofiche e poetiche sulla scrittura, soprattutto dell’amata triade BBB francese (Blanchot, Barthes, Bachelard), dall’ossessione del gran rifiuto della scrittura all’apice del suo successo di Rimbaud ed alcune mie riflessioni (che ho scoperto costanti nel tempo sulla scrittura e sulla poesia). Ne sono usciti trucioli di scrittura e appunti di metapoetica, aforismi e poesismi in cui cercavo di non perdermi nel labirinto di parole, di non restare impantanato nel grado 0 della scrittura e negli specchi infranti della poesia.
…..Ma peccherei di presunzione se non citassi il mio debito letterario e poetico a Sbarbaro (Trucioli) e Leopardi (Lo Zibaldone). Assediato dalla fame di vita, dalla mia trincea di silenzio, ho cercato di rompere il muro delle parole e a terra sono rimasti frammenti quasi aurorali di scrittura e di pensieri, sempre con un occhio attento all’Altro e all’Oltre della scrittura, attento a incunearmi in quegli interstizi e spazi vuoti tra la vita e il pensiero, il sogno e la scrittura…”
…..Donato Di Poce

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