“I Lieder di Gustav Mahler” di Erik Battaglia
(Analogon Edizioni, Asti, 2020)

…..Lieder di Gustav Mahler” di Erik Battaglia: ecco un libro perfetto nel suo genere. Non solo perché è curatissimo, ma perché è completo sotto ogni punto di vista. Come ha scritto Graham Johnson nella sua prefazione “Considero questo libro come uno dei più perfetti nel campo del Lied da molti anni, con ogni suo dettaglio concepito sì da deliziarci e sorprenderci, un piacere per la vista e con la misura ideale per un manuale. La riproduzione delle poesie nella veste tipografica originale, l’incredibile numero di esempi musicali altamente pertinenti, le illustrazioni scelte con cura, i meravigliosi dettagli riguardo alle fonti letterarie – tutto ciò è stupefacente”. E questo giudizio, data la grande competenza di chi lo ha espresso, basta da solo per spingere il pubblico più diverso a procurarsi questo libro prezioso.

…..Il musicologo, lo studioso troverà un riferimento critico, musicale e letterario notevole; il musicista e l’interprete avranno modo di incontrare un’analisi utile per eseguire queste meraviglie della nostra civiltà musicale; l’appassionato amante dei Lieder sarà felice di avere una guida precisa e affascinante per l’ascolto delle singole canzoni e chi non conosce o non ha mai avuto modo di apprezzare questo tipo di musica potrà ricredersi, dedicandosi al piacere di ascoltare i Lieder di Mahler con spirito curioso e disponibile. “Quando siamo in compagnia di Battaglia non siamo al cospetto di qualcuno che si intende ossessivamente solo di Mahler… siamo invece istruiti e intrattenuti da una mente davvero eclettica”. E aggiungiamo che Erik Battaglia ha curato anche la traduzione dal tedesco dei Lieder nonché quella dall’inglese e sempre dal tedesco dei contributi critici e documentali.

…..Il libro ci restituisce prima di tutto la materia del canto: i testi dei Lieder, con dei commenti precisi e puntuali su ognuno di essi, occupano la gran parte del libro. Questo conferma l’idea che in primis viene Mahler con la sua complessità (intesa nel suo senso etimologico di “tessuto insieme”) musico-letteraria. Nella prima parte troviamo, oltre alla prefazione già citata e una breve premessa, l’”Introduzione e i capitoli, brevi e densi, ma chiarissimi,Motivie Idee, poeti, argomenti”. Chiudono il libro delle Appendici” con delle sorprese significative, compreso l’elenco delle incisioni del grandissimo baritono Dietrich Fisher-Dieskau e alcuni Documenti e Saggi importanti incluso un testo del musicologo Eric Sams (1926-1994) considerato il più importante autore del ventesimo secolo sul Lied tedesco alla cui forma di analisi si rifà esplicitamente il lavoro di Battaglia. Il libro ha quindi una sua evidente struttura organica, ma può essere letto proprio come strumento di consultazione che introduca e accompagni l’ascolto come la preparazione di un’esecuzione.

…..Certo, per apprezzare il libro occorre desiderare di addentrarsi nel mondo dei Lieder. Nelle stagioni concertistiche il Lied non ha grande spazio. E’ considerato un genere d’élite, un repertorio di “nicchia” per pochi fanatici. Sicuramente ciò è anche dovuto alla evoluzione del ruolo della musica “domestica”, eseguita in casa. E Mahler paradossalmente ha contribuito a questo cambiamento. Ma il Lied è una forma musicale di grande importanza sia storica che espressiva. Il Lied (“canto”), nasce fra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento in area germanica come genere musicale per amatori, per dilettanti quindi: è una forma semplice, basata sul classico schema “A – B – A” dell’aria; la melodia non è troppo complessa e l’accompagnamento per tastiera di non difficile esecuzione. Fra i primi autori di Lieder ricordiamo Haydn. Con Beethoven la parte pianistica è più elaborata e precisa, ma resta nel suo ruolo di accompagnamento. Anche la parte vocale non ha ancora raggiunto quell’indipendenza che ci permette di parlare di “musica da camera”. 

…..L’affermazione del Lied, come genere musicale maturo lo abbiamo con Schubert: con lui nasce l’idea di una “poesia in musica”. Con Schubert, nel Lied, si esprimono emozioni e sentimenti intesi come assoluti. I Lieder passano dall’essere composizioni didattiche o comunque di svago al diventare un genere specifico e originale, con una propria prassi seguendo un percorso simile a quello del quartetto d’archi.

…..Dopo Schubert non è più stato facile per nessuno scrivere Lieder. Certo altri compositori ci hanno donato splendidi esempi: SchumannBrahms tra tutti. Ma nessuno dei due apportò particolari novità. Lo stesso Hugo Wolf, compositore quasi esclusivamente liederistico, rimase sostanzialmente legato alla prassi di musicare delle poesie. E il linguaggio musicale cui tutti questi compositori si riferivano era, per così dire, già acquisito.

…..Sarà appunto Gustav Mahler a dire qualcosa di nuovo. Certo egli era legato alla tradizione viennese e aveva sempre amato il linguaggio musicale di Schubert sebbene, come è stato da più parti rilevato, Mahler per comporre i suoi Lieder si riferisse più alle sonate per pianoforte di Schubert che dalle composizioni di genere omologo.

…..Per Mahler era importante il linguaggio musicale nella sua integrità: Battaglia, nel suo libro, ci fa comprendere che in Mahler va considerata “l’autonomia musico-verbale dei Lieder”. Tra musica e testo c’è senza dubbio un collegamento emotivo e spirituale, ma quel che più conta è “l’unicità semantica” dei Lieder in quanto musica. Mahler sembra concepire la musica come uno spazio-tempo in evoluzione, in cui si immerge e lasciandosi contaminare da molteplici elementi. In Mahler, proprio a conferma di quanto detto, molto spesso testo e musica sono talmente fusi (o comunque il testo è così parte della musica stessa) che l’accompagnamento non è dato dal pianoforte, ma da un’orchestra sinfonica, come a voler far parte di un tutto. Questa è una grande novità per il genere liederistico, cosa che permette a Mahler di esprimersi con una sempre più grande libertà strutturale e musicale: pur non abbandonando mai l’idea del canto “puro”, la sua linea vocale si propone in modo inedito, imprevedibile.

…..Mahler, come ha scritto Battaglia, è “l’autore di collage poetici”: i testi poetici sono utilizzati dal compositore in maniera libera: egli procede per frammenti, riscritture (Walter Benjamin direbbe che utilizzava la tecnica espressionista del montage) quindi in maniera artisticamente infedele all’originale, sino ad arrivare al gioco dell’imitazione. Ma ciò può valere anche per la musica, nel senso che Mahler scardinando le “convenzioni alte del Lied tedesco” crea “una forma nuova, una sorta di coreografia musicale” mettendo “in movimento le sue forme musico-verbali”. La musica “oltrepassa i confini dell’intellegibile” nel senso che la presenza della musica isola “le forze espressive” che nelle parole “vi agiscono con una capacità estrattiva assai maggiore rispetto alla mera lettura e ancor di più rispetto alla forma statica della poesia sulla pagina stampata”.
In tale direzione Mahler è ultramoderno. Ed è interessante notare, sul piano musicale, come la possibilità di “
eseguire questi Llieder in più tonalità”, per scelta del compositore stesso, “ci dice poi che il Lied fosse per lui una forma terza, una sorta di sintesi aurea tra vocale e strumentale, musica e poesia per gli occhi da fruire in luci cangianti prospettive diverse” (pag. 11). Entrare nei Lieder di Mahler significa così entrare in un universo di motivi complessi: melodici/madrigalistici, armonici, ritmici, grafico/simbolici, etimologici e persino crittografici verbali e musicali in grado di esprimere questa magnifica totalità che è la vita stessa. Forse l’idea di Adorno di leggere le sinfonie di Mahler in “analogia col romanzo” (cfr. T.W. Adorno, Wagner – Mahler, Einaudi, pag. 193 – 211- edizione del 1975) potrebbe essere applicata anche al mondo dei suoi Lieder.

…..Mahler nei Lieder sperimenta più stili e ambientazioni: si pensi ai “Lieder aus der Jugendzeit” che stanno a cavallo del fragile equilibrio fra compostezza neoclassica e dissonanze e frammentazioni moderne. Oppure si pensi al ciclo Des Knaben Wunderhorn, prima scritto per voce e pianoforte e poi orchestrato. Essa è un’opera unitaria, ma vi ritroviamo stili e situazioni molto diverse: Mahler sa intrecciare l’ironico con il riflessivo, oppure propone immagini musicali tragiche, desolate e inquietanti; a volte sa essere comico altre apertamente lirico; egli sa mescolare il sublime con il quotidiano; usa melodie popolari e suoni naturali, sa sforzare il linguaggio musicale così come lo sa semplificare. In Mahler sono compresenti disperazione e gioia, sogno e durezza del reale e così certamente accadeva anche in Schubert. Ma come scrisse Adorno nel suo saggio già citato: “la novità sta nel suono. Esso impone alla tonalità un’espressione… la infiamma dall’interno partendo dall’esigenza espressiva” (pag. 155 ed. Einaudi del 1975) che assume, pur nel rigore della sua scrittura, uno spazio fondamentale. Non a caso Mahler, come detto, collega strettamente il Lied alla stesura di sinfonie: molto materiale musicale del Wunderhorn è stato riutilizzato per la stesura di tre grandi sinfonie (la Seconda, la Terza e la Quarta.). Tale riutilizzo in ambito sinfonico è la dimostrazione di come Mahler elevi il lied a centro della sua invenzione musicale. Sempre Adorno aveva scritto di una “simbiosi di Lied e sinfonia” (cfr. op.cit. pag. 157).  

…..Mahler ha però scritto anche cicli di Lieder concepiti come opere a sé stanti: i Kindertotenlieder e i Ruckert lieder, scritti fra Quinta e la Sesta sinfonia. Nel primo ciclo si può cogliere  un punto di vista decisamente poetico- esistenziale. Nel Lied “Ich Bin Der Welt Abhanden Gekommen  infatti vi è la rappresentazione di un uomo che ha perso la speranza nel mondo e che ha trovato la serenità, come dicono i versi finali, nell’altrove: “Vivo solo nel mio cielo / Nel mio amore, nel mio canto”. I Kindertotenlieder (eseguiti per la prima volta nel 1905) sono cinque canti dal contenuto testuale tragico, scritti negli anni della Quinta (1092-1904) sinfonia, e restano invece segnati, come ha scritto Paolo Petazzi, dalla “struggente intensità della linea vocale” in cui “è essenziale… la sottigliezza raffinatissima della scrittura strumentale, ridotta a dimensioni quasi cameristiche” (P. Petazzi, Le sinfonie di Mahler, Marsilio, pag. 106). Questi Lieder per il loro intimismo e la struttura talvolta strofica, per il loro essere un ciclo unitario, possono far pensare ad un accostamento più schubertiano, ma per i loro silenzi, per il clima trasfigurato sono decisamente “mahleriani”.

…..Ma è il Das Lied von der Erde a stupirci ancora oggi: è una composizione per contralto e tenore solisti che incarna la piena fusione mahleriana fra sinfonia e lied. Si tratta di un ciclo di sei Lieder su liriche cinesi, tradotte in tedesco. Qui siamo nell’ultimo periodo della produzione di Mahler (l’opera è stata composta nell’estate 1908 e presentata in pubblico da Bruno Walter il 20 novembre 1911, dopo la morte del compositore) e l’ultimo LiedDer Abschied” , l’addio, è il più originale che con la sua raffinata orchestrazione estende i limiti del Lied oltre l’immaginabile: la voce diviene uno strumento dell’orchestra sublimando il Lied oltre se stesso, nel silenzio sospeso del pianissimo conclusivo.

…..Il viaggio che Erik Battaglia ci invita a fare con questo libro, è dunque affascinante e straordinariamente originale: proprio perché tiene fermo il punto di ancorare la ricerca esclusivamente sulla lettura musico-verbale del corpus liederistico di Gustav Mahler che, come è noto, è numericamente limitato. Ma, probabilmente anche uno dei più vasti sotto il profilo estetico e artistico.

…..Stefano Vitale

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…..Note sull’Autore
…..Erik Battaglia ha iniziato nel 1986 la sua attività concertistica, interamente dedicata al Lied tedesco e alla Musica vocale da camera. È stato ospite delle migliori società concertistiche italiane (Torino, Unione Musicale, Settembre Musica, Teatro Regio, Festival Sintonie, Piccolo Regio; Perugia, Amici della Musica, Sagra Musicale Umbra 1989, 1990, 1991; Spoleto, Festival dei due Mondi 1988, 2003; Firenze, Musicus Concentus; Teatro Valli di Reggio Emilia, Festival di Lanciano, Settimana Senese, Ravenna Festival, Ferrara Musica; L’Aquila, Società Barattelli; Roma, Istituzione Universitaria Concerti; Palermo, Amici della Musica; Carpi, Festival Internazionale di Musica Vocale; Città di Castello, Festival delle Nazioni, etc.) con programmi dedicati ai diversi aspetti della vocalità da camera tedesca, italiana, francese e russa. Accompagnatore italiano di Nicolai Gedda in diverse occasioni, con il grande tenore ha suonato Lieder e Melodie del repertorio russo e francese. Le sue Variazioni su un tema di Webern sono state eseguite dal Quartetto di Torino per l’Unione Musicale di Torino. Erik Battaglia ha suonato in prestigiose sedi europee e non (Teatro Coliseum di Buenos Aires, Staatsoper di Amburgo, Teatro La Monnaie di Bruxelles, Radio France di Parigi, ecc.). Ha debuttato nel novembre 1996 in due Liederabende alla Brahms-Saal della Musikverein di Vienna con Lucio Gallo, eseguendo Lieder di Liszt (Sonetti del Petrarca), Wolf (Michelangelo-Lieder), Busoni (Goethe-Lieder). Erik Battaglia e Lucio Gallo sono stati i primi artisti italiani a tenere un Liederabend al Teatro Unter den Linden di Berlino, nel novembre del 2001. Nell’agosto 2003 ha concertato ed eseguito l’opera incompiuta di Hugo Wolf, Manuel Venegas, nella Wiener Saal di Salisburgo. Con Valentina Valente è stato primo interprete italiano di molte opere di Aribert Reimann (tra cui la Sonata n. 1, eseguita per MITO-Settembre Musica nel 2006).

…..Nel 1999 ha organizzato l’esecuzione integrale dei Lieder di Richard Strauss, con il patrocinio e il sostegno del Dr. Christian Strauss, erede e curatore dell’opera del Maestro. Dal 2013 al 2021 ha cura la realizzazione dell’opera omnia liederistica di Franz Schubert, interamente realizzata per l’Unione Musicale di Torino da allievi della sua scuola, dedicata alla memoria di Dietrich Fischer-Dieskau. Con la sua allieva Laura Capretti ha inciso una versione video di Winterreise nel dicembre 2020.

…..Erik Battaglia affianca all’attività concertistica e didattica quella di musicologo: del 2009 il suo volume Gioia e dolore diventano canto – 1000 Lieder su poesie di Goethe pubblicato per l’Accademia di Santa Cecilia con la prefazione di Dietrich Fischer-Dieskau; nel 2011 ha pubblicato un volume monografico su I Lieder giovanili di Hugo Wolf (prefazione di Claus-Christian Schuster), sui Lieder di Strauss (prefazione di Michael Kennedy) e di Gustav Mahler (prefazione di Graham Johnson). Ha curato l’edizione italiana del libro The unashamed accompanist di Gerald Moore (Il pianista accompagnatore, edizioni Curci, prefazione e traduzione a cura di E. B.), e ha pubblicato numerosi articoli riguardanti la storia e la prassi esecutiva del Lied tedesco (del 2012 il contributo al volume Franz Liszt: A Chorus of Voices edito da Amadeus Press). Tra i suoi volumi: Il Libro dei Lieder (1111 traduzioni di testi poetici), nonché decine di traduzioni di testi musicologici, poetici e teatrali (Frank Walker: Hugo Wolf, Hermann Bahr: Il povero pazzo, Il concerto, Antisemitismo) e ha tradotto la biografia di Raoul Wallenberg. È in preparazione un libro di Conversazioni con Dietrich Fischer-Dieskau, frutto di una settimana di colloqui e interviste nella casa berlinese del grande baritono. Ha curato le note introduttive e le traduzioni delle poesie tedesche di tutte le sue incisioni su CD (Ricordi, Fonit-Cetra, Warner, tra cui l’opera vocale da camera di Ermanno Wolf-Ferrari con il soprano Valentina Valente, con la quale ha formato un duo per molti anni). Erik Battaglia ha fondato nel 2006 il Centro Studi “Eric Sams” per la ricerca sul Lied tedesco, che si occupa della divulgazione dell’opera del grande musicologo inglese suo mentore. Sta traducendo e pubblicando l’opera omnia di Eric Sams (sulla musica e su Shakespeare) per la casa editrice Analogon (11 volumi già editi), oltre a curarne il lascito in un’edizione online in lingua originale (www.ericsams.org). Erik Battaglia fa parte del Honorary Advisory Board della Lyrica Society for Word-Music Relations di Harvard.

…..Erik Battaglia è professore di Musica Vocale da Camera (Lied e Oratorio) dal 1993, e dal 2001 ricopre questa cattedra al Conservatorio “G. Verdi” di Torino. In veste di docente continua l’opera di divulgazione del Lied tedesco in Italia iniziata da suo padre, il baritono e didatta Elio Battaglia. Ha insegnato per oltre 15 anni all’Accademia Hugo Wolf di Acquasparta, e dal 1998 ha tenuto tra l’altro seminari monografici dedicati al Lied tedesco presso il Teatro Filarmonico di Verona, Master Class dedicate al Lied su poesie di Goethe e alla musica vocale da camera del ‘900 italiano al Conservatorio di Milano, Corso di duo presso l’Accademia di Musica di Pinerolo, e decine di altri corsi e conferenze (tra cui Roma, Accademia di Santa Cecilia). Ha insegnato alla Akademie der Künste di Berlino nel corso del Liedforum 2012, ed è stato più volte docente ospite all’Accademia di Vilnius. Ha tenuto corsi su Hugo Wolf all’Accademia di Musica di Hamburg e dal 2013 è docente presso la Deutsche Liedakademie di Trossingen. È stato giurato al Concorso Internazione di Lieder Paula Solomon di Berlino e presidente di giuria al Concorso Elsa Respighi di Verona. Ricordi/Berlino ha appena pubblicato la sua Antologia di Lieder da Zelter a Strauss con la prefazione di Thomas Hampson.

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