IL NUMERO PIU’ GRANDE E’ DUE
di Fabrizio Caramagna
(Edizioni Mondadori, Milano, 2019)
“Alberto ed Eleanor si incontrano un martedì di marzo, per caso o per destino, e si innamorano. Nasce così una relazione passionale, intensa, ma non per questo priva di dubbi e imprevisti. Perché pur amandosi più di ogni altra cosa, Alberto ed Eleanor sono due persone normali, che devono far fronte ai problemi della quotidianità, alle piccole incomprensioni, alle delusioni e ai fallimenti. Caramagna compone un canzoniere amoroso fatto di aforismi, poesie e brevi dialoghi. Una storia semplice che ci racconta un amore, dal primo incontro all’innamoramento, dai litigi, alle riappacificazioni, agli addii, trasportandoci attraverso i chiaroscuri della vita”.
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Il commento di Anna Antolisei
Raccontare in circa 260 pagine il percorso completo di una storia d’amore, in letteratura non è cosa stravagante o rara. Farlo però attraverso una molteplicità di brani distinti, l’uno dopo l’altro autonomi eppure perfettamente legati e conseguenti al dipanarsi del racconto, è tanto una novità “strutturale” del romanzo, quanto una performance che poteva riuscire in modo così coerente e suggestivo solo a Fabrizio Caramagna.
Se ne può comprendere meglio il perché andando a scandagliare il passato di un autore che, per anni, si è dedicato con meticoloso entusiasmo allo studio della “forma breve” e che ha concepito compendi sentenziali tecnicamente impeccabili come “Contagocche” e “Linee di seta”, sillogi massimatorie in perfetta linea con l’aforisma contemporaneo di spiccato pregio.
Ma Caramagna sente forte e chiaro il richiamo della modernità: è un esploratore della Grande Rete e scopre quante analogie vi possano essere tra l’apoftegma classico e il “tweet” (quello migliore, di stampo autoriale) spesso presente nelle esternazioni dei tanti habitués dei social media. Sceglie così di ampliare il suo sito Aforisticamente che, da luogo virtuale d’incontro e di scambio tra eccelsi virtuosi dell’aforisma internazionale, diviene il fortunato ricettacolo di un pubblico assai più vasto, giovane e vario di estimatori della citazione.
Nel frattempo, anche lo stile espressivo di Fabrizio va modificandosi: vira verso il metagenere dell’aforisma poetico, dei brani massimatori più estesi ed esaustivi, d’una sorta – insomma – di prosa lirica. Ed è proprio questa nuova tendenza a consentirgli di dare vita a un romanzo-canzoniere qual è “Il numero più grande è due“.
La trama? Come si conviene in ogni serrata storia d’amore, i protagonisti del racconto sono due e solamente due, Alberto ed Eleanor: s’incontrano, s’innamorano, si allontanano geograficamente per poi riallacciare un legame ancora più forte e maturo. Sperimentano la monotonia scostante e rivelatrice della quotidianità, non reggono alle aspettative deluse e si lasciano; questa volta in modo definitivo. Seguono, assai bene espressi, il senso di vuoto, la presenza invasiva di un “nulla” venato dal rimpianto. A farli rincontrare è la fatalità, ma a riunirli è la consapevolezza che solo chi conosce sino in fondo la forza e la debolezza dell’altro, chi sa accettare entrambe con amorevole serenità, può aspirare all’amore “per sempre”.
Dunque c’è molto, nel romanzo e ‘del’ romanzo: c’è tutto. In sostanza, il racconto riesce a contenere un intero viaggio sentimentale malgrado Fabrizio Caramagna ce lo esponga a piccole tappe. Tappe di una frase per pagina, la profonda analisi dei sentimenti a fare da fil rouge in questo poetico, romantico itinerario.
Impossibile concludere senza l’anticipazione di alcune gemme tanto inusuali – almeno nel panorama dell’aforisma poetico – quanto di sicuro e avvincente effetto. Le illustro per estrapolazione dal contesto, quindi parziali ma più che mai seducenti.
– “Vicino a te tutti gli orologi segnano la gioia in punto”.
– Il bacio. “L’unica forma che non ha mai la forma di se stessa”.
– “Nell’abbraccio / ciò che è stato spigolo, linea interrotta, groviglio / diventa di nuovo, come per miracolo / cerchio perfetto”.
– “La mia posizione preferita: / salire sul tuo corpo, / scendere dalle mie paure”.
– […] “Lei è quel tipo di settimana / che inizia con un venerdì invece che con il lunedì”.
– […] “Il cuore non si trova nello stesso punto in ognuno di noi. / In alcuni è a pochi centimetri dall’Anima, / in altri è a pochi centimetro dall’Ego”.
– “Eppure le cose più belle partono dagli angoli, / pensa al sorriso, agli arcobaleni, ai diversi”.
– “Sei quel tipo di ragazza che si può trovare solo in certi sogni, / in certe spiagge solitarie / e nei solchi profondi dei vecchi dischi”.
– “Vorrei avere per te la cura che ha il rosso per i papaveri”.
– “La gelosia è una lingua dove si fanno solo / domande. / Punti interrogativi al posto di virgole”.
– “Stai attento se l’hai conosciuta in un giorno di primavera, i tulipani e le rose potrebbero volerla indietro”.
– “Non è come entri, è come ne esci a spiegare / chi sei. / Da una relazione, da un dolore, da una giornata”.
– “A volte due persone, per combaciare / devono prima rompersi in mille pezzi”.
Basta così; il resto va scoperto dal lettore. Meglio se innamorato, ancora meglio se cerca il dono più appropriato per un tenero anniversario o per San Valentino. Mi eclisso qui, non senza riportare prima l’aforisma scelto dall’autore per chiudere il volume: una sentenza così vera che sarebbe provvidenziale, per ogni curioso della carta stampata, impararla a memoria:
“Quando finisci un libro e lo chiudi / dentro c’è una pagina in più. / La tua”.
A/6
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Note sull’Autore
Fabrizio Caramagna si definisce “un ricercatore di meraviglie”. I suoi aforismi sono apparsi su riviste e antologie internazionali e sono stati tradotti in undici lingue.
Ha esordito nel 2009 con la raccolta Contagocce (Genesi editrice), a cui è seguita nel 2012 Linee di seta (LietoColle).
Affiancando alla scrittura l’attività di studioso, nel 2009 ha fondato il sito Aforisticamente, punto di riferimento a livello internazionale sull’aforisma contemporaneo.
Collabora inoltre con l’Associazione italiana per l’Aforisma per promuovere la “bibliodiversità”.
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