“Incerto confine” – Illustrazioni di Albertina Bollati – Testi di Stefano Vitale
(Edizioni Disegnodiverso, 2019)

…..La prima finalità di un libro è quella di farsi leggere, ovvio, ma quando un vero bibliofilo si accosta all’oggetto-libro appena scoperto lo fa con religiosa attenzione, pronto a lasciarsi catturare dal piacere di sfogliarne le pagine e di udirne il sommesso fruscìo; pronto a odorare con voluttà l’inchiostro ancora fresco, a bearsi della simmetria armoniosa dei caratteri di stampa; smanioso – insomma – di constatare che il “contenitore” di un mistero in procinto d’essere svelato è più che degno del suo contenuto.
…..Questo, ahinoi, non accade sempre: anzi, non accade affatto d’abitudine. Ma si può tranquillamente affermare che “Incerto confine” esce vincente da qualsiasi indagine voglia sottoporlo il più severo dei critici. Anche in questa seconda prova di simbiosi, infatti, i versi esperti e limpidi di Stefano Vitale si sposano a meraviglia con le vivaci, quasi oniriche illustrazioni di Albertina Bollati, entrambi gli autori assai convincenti nell’indurre chi legge a scavalcare strumentali e funeste barriere, ad abbattere muri geografici e culturali che tolgono respiro all’arricchente coesione tra esseri umani.
…..In sostanza, “Incerto confine” è un piccolo libro edificante, rigenerante. Averlo sotto gli occhi stimola poeticamente le coscienze sonnacchiose; averlo tra le mani gratifica la ricerca di perfezione; riporlo nello scaffale della biblioteca per poi riestrarlo spesso è una felice opportunità alla quale non conviene affatto rinunciare.
…..Anna Antolisei

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L’introduzione di Vittorio Bo

“Se alzi un muro, pensa a ciò che resta fuori”
Italo Calvino

Se attraversiamo la vita alla ricerca di sicurezze che ci consolino e ci garantiscano la nostra ‘appartenenza’ come singolare e unica, saremo sempre più fragili di fronte al mutare del mondo e del tempo.
Siamo vivi e siamo ricchi se sappiamo cogliere nell’Altro la parte sempre mancante di noi stessi.
I versi e i colori di Albertina e Stefano disegnano un percorso possibile, concreto, ispirato, di questa ricerca attraverso la creazione di un loro vocabolario.
Prima di tutto, la Parola, come in alfabeto muto dove alla ricerca della trasparenza di significato si oppone l’incertezza, l’imperfezione, l’attesa che giunge al termine della raccolta in modo inequivocabile: La chiave è nella Parola. Perché la parola rappresenta la forza di opporsi ai muri, il disperato desiderio di conoscere, la volontà di essere con gli altri.
E poi il Tempo, che è plastico, vario, contradditorio. Il tempo si raggruma, fa rumore, è misura e al tempo stesso è altro, fino a porsi al centro della nostra soggettività con la domanda finale sono io il mio tempo? che si confronta con le speculazioni della fisica contemporanea che ha spezzato il concetto di un tempo unico e misurabile.
I Bambini sono gli unici soggetti umani che vivono questi versi, perché conoscono il vero, sono magri di rugiada, sono forse loro cui è dedicato il pensiero dell’essere come le nuvole, con la libertà di pensare di poter cambiare tutto: forma, luce, colore.
Se ti sedessi su una nuvola non vedresti la linea di confine tra una nazione e l’altra, né la linea di divisione tra una fattoria e l’altra. Peccato che tu non possa sedere su una nuvola. Così recitano alcuni versi di Kahlil Gribran, che si pone di fronte al mondo con gli stessi occhi innocenti e aperti di un bambino, che non pensa a barriere, confini, muri, ma che desidera invece appagare la propria curiosità attraverso la conoscenza del nuovo, del non conosciuto, del diverso.
Il colore è nei vividi versi di Stefano e si esalta nel caleidoscopio delle illustrazioni di Albertina. Simbolica è la rappresentazione della finestra dentro la quale siamo prigionieri dei confini ma che oltre vede una pioggia di colori che ci congiunge con un’altra parte di noi.
Le variazioni cromatiche scelte per rendere concrete le parole rappresentato un controcanto simbiotico nel descrivere le emozioni, il sogno, il dolore, la speranza, fino al vasto orizzonte verde che chiude la raccolta.
Ci piace pensare che il sentiero di Stefano e Albertina ci porti in quel luogo dove non esistono più barriere, muri, rifiuti, ma libertà e mare aperto dell’anima.

– Confine diceva il cartello
cercai la dogana, non c’era
non vidi dietro il cancello
ombra di terra straniera.
………………..Giorgio Caproni

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Note sugli Autori

– Stefano Vitale
Poeta e critico letterario, ha pubblicato Double Face (Ed. Palais d’Hiver, 2003); Semplici Esseri (Manni, 2005); Le stagioni dell’istante (Joker, 2005), La traversata della notte (Joker, 2007); Il retro delle cose (Puntoacapo, 2012) Angeli (con disegni di Albertina Bollati, edizioni Paola Gribaudo Editore, 2013); ha curato (con Maria Antonietta Maccioccu) l’antologia Mal’amore no (SeNonOraQuando,
2015); La saggezza degli ubriachi (La Vita Felice, 2017).
È presente su numerose antologie, blog, siti. Sue poesie sono tradotte in inglese sul “Journal of Italian Translation” (2019) e sul sito Italian Poetry (2018). È presente sull’ ”Atlante dei poeti” del portale Griseldaonline dell’Università di Bologna e sul sito Italian Poetry.

– Albertina Bollati
Fotografa, disegnatrice, illustratrice di loghi, copertine, libri. Ha pubblicato Torino 2011, raccolta di fotografie in tricolore e illustrato le raccolte di poesia Palazzo di giustizia e umanità limitrofe di P. Berti e M. Napoli (Caramella Editrice, 2007); Angeli di Stefano Vitale (Edizioni PaolaGribaudo, 2013); l’antologia Mal’amore no (SeNonOraQuando, 2015); Pensieri sparsi di un psicoanalista di Daniela Gariglio (arabAFenice, 2017).
Ha curato Oggi che il verde è così verde, scatti in bianco e nero di R. Balbo (2016) e ha partecipato al Festival della Scienza di Roma.

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