“Claude Debussy Ovunque lontano dal mondo” di Enzo Restagno
(Il Saggiatore, Milano, 2021)

…..Enzo Restagno ci regala un altro saggio del suo stile floreale di critico, saggista e fine storico della musica con questa poderosa, ma fluida e piacevole biografia artistica dedicata a Claude Debussy.

…..Enzo Restagno ha colto e valorizzato, sempre nel suo stile di scrittura affabilmente narrativo, la novità degli studi su Debussy: la pubblicazione da Gallimard, nel 2005, dell’imponente Correspondance (1872-1918). Si tratta di un corpus di oltre tremila lettere raccolte e commentate da Lesure e Denis Herlin, che hanno definito la mappa finora più completa del mondo del musicista francese, delle sue relazioni, dei passaggi chiave del suo percorso di artista e uomo.
A partire da questo materiale, finora noto se non in modo frammentario, Enzo Restagno ha scritto una monografia su Debussy che appare al tempo stesso comprensibile a un pubblico sprovvisto di strumenti analitici e attendibile sul piano scientifico. Il libro è costruito come un mosaico sulla base di testimonianze dirette che forniscono indicazioni preziose e che raccontano le storie che stanno dietro persino alle composizioni di Debussy.

…..L’interesse per il libro sta dunque nel fatto che Restagno, da grande affabulatore e meticoloso narratore e appassionato storico della musica, ricostruisce nei dettagli il mondo di Claude Debussy.
I fatti privati si intrecciano con la grande Storia, le vicende umane dell’uomo Debussy si collegano a quelle connesse con la composizione delle sue opere. Ne vien fuori un affresco dettagliato di un periodo della storia dell’Occidente che va da metà dell’ottocento ai primi vent’anni del novecento.
Il mondo di Debussy è quello delle grandi trasformazioni della cultura europea dei primi decenni del ’900, dove si moltiplicano a dismisura gli intrecci della musica con la letteratura, la pittura, la filosofia, i rivolgimenti sociali, e tutti questi ambiti si riflettono nelle tessere del mosaico di cui si compone il ritratto di questo musicista. E si comprende come Restagno ami questo mondo: forse egli stesso avrebbe preferito vivere in quegli anni tanta è la sua cura e il suo coinvolgimento descrittivo e analitico che ce lo fa sentire come presente ai fatti che racconta. Restagno cerca di superare la dicotomia tra ricerca puramente documentaria e analisi critica, tra scandaglio delle opere e comprensione del messaggio culturale, senza tralasciare gli aspetti mondani, gli amori, i dispetti, le piccole miserie quotidiane della commedia umana.

…..La fonte è quindi quella delle oltre tremila lettere della corrispondenza di Claude Debussy. Già l’aver costruito un libro organico e coerente organizzando i vari capitoli proprio a partire dalle lettere è una impresa degna di nota. Enzo Restagno, come dicevamo, non si sottrae alla materia scivolosa di una corrispondenza privata: è sempre un po’ come spiare nella vita altrui. Egli è quindi consapevole dei trabocchetti seminati in un percorso biografico punteggiato da relazioni clandestine, scandali coniugali, fughe amorose, ovvero da quanto di più idoneo ad alimentare derive aneddotiche peraltro rinforzate dal contesto della gioventù bohémienne della Parigi degli impressionisti e dello Chat Noir.

…..Benché sia un colore ed un mondo che Restagno ama profondamente, egli ha affrontato il rischio restando appunto ancorato all’epistolario. Ne vien fuori un ritratto di Debussy che svela le connessioni tra la sua vita e il suo mondo compositivo. Restagno lascia parlare il musicista e colma i vuoti e le zone grigie con informazioni documentate tratte dalle fonti più autorevoli della musicologia francese e con analisi critiche delle composizioni musicali.

…..Il saggio di Restagno prende infatti in esame una per una tutte le composizioni di Debussy, comprese quelle abbozzate, frammentarie e incompiute, che sono importanti nell’estetica di un compositore che apre alla modernità e che si incammina consapevolmente su strade nuove.

…..Restagno ci conduce tra “quegli incredibili grappoli di note che furono le opere di Debussy, della sua capacità di ascoltare «la Natura e l’Immaginazione» e di farle confluire nella sua musica”. Il libro si sofferma sulle opere (e citiamo, tra le pagine più interessanti, quelle dedicate a Images, ai Préludes, al Prélude de l’aprèsmidi d’un faune, a Pelléas et Mélisande) e ci racconta delle vicende che hanno portato alla loro nascita e costruzione oltre a spiegarne la portata musicale.

…..Claude Debussy visse in un momento storico complesso e difficile per molti aspetti, ma fu un’epoca molto creativa. Parigi era il crocevia di tutte le arti a cavallo fra Ottocento e Novecento e Debussy seppe recepire il messaggio della pittura di Monet, riprendere i versi di Baudelaire e Mallarmé per i suoi Poèmes, quelli di Verlaine nelle Fêtes galantes e Debussy era così curioso da cogliere il messaggio delle danze Giavanesi ascoltate all’Expo del 1890. Enzo Restagno sa cogliere, a sua volta, le correspondances che unirono la poesia del tempo alla musica.

…..Debussy fu ed è ancora oggi un grande innovatore. Ad esempio nella sua musica la nozione di “tempo” si rinnova. Non è più quella che si identifica con la narrazione di un’idea, con un processo regolato e necessario nel suo svolgimento. Qui il tempo si fa acqua, si snoda in una “pluralità di durate” (come ebbe a scrivere Ernesto Napolitano nel suo libro “Debussy, la bellezza e il Novecento, EDT).
Debussy si immerge nel pieno della modernità che ha valorizzato il tempo “intensivo” dell’attimo, la forza delle interruzioni, degli scarti improvvisi, dei flussi di coscienza imprevedibili, dei silenzi attoniti di sospensione che rompono gli schemi della dialettica oggettiva. Debussy rompe con la narrazione beethoveniana e si fa promotore di una idea multipla della forma musicale la cui essenza risiede nel suono che è accadimento, flusso, colore, energia che moltiplica il tempo superando la logica armonica deduttiva. Debussy cerca la “fisicità” e la bellezza del suono al di là del linguaggio logico discorsivo e ci offre una musica agile, imprevedibile, che non conosce “pesantezza”, ma pura libertà metrica.

…..Il saggio di Restagno coglie i debiti di Debussy verso altri compositori, a cominciare da Wagner, dal quale l’orecchio del giovane musicista trasse la prima vera e profonda traccia. Il mondo sonoro di Debussy, ci dice Restagno, traduce la sua capacità di «andare più lontano veramente, nella nostalgia e nella luce», come scrisse Mallarmé al musicista dopo aver ascoltato L’après-midi d’un faune.

…..«Volevo dare alla musica la libertà che essa con- tiene forse più di tutte le altre arti, poiché si allarga alle corrispondenze misteriose tra la Natura e l’Immaginazione.» – Così scriveva Claude Debussy e Restagno resta, in generale, fedele a questa lettura e impostazione critica del musicista. La musica di Debussy suggerisce immagini, mostra sempre qualcosa ed il libro segue questa suggestione. Restagno in una conferenza ha parlato della musica di Debussy con un immagine molto efficace: un acquario dove i pesci di muovono lentamente, ma poi improvvisamente ecco un guizzo, uno scarto inatteso ed improvviso. Ecco la musica di Debussy è così fatta: giocata su ritmi imprevedibili, sorprese sonore che creano situazioni di “estraneazione armonica” e fanno di Debussy un moderno dissolutore delle forme chiuse.

…..Come è stato scritto nel risvolto di copertina “Affascinante ossimoro artistico dell’Ottocento, la vita e la musica di Claude Debussy sono sinonimo di anticonvenzionalità e innovazione. Dietro gli occhi penetranti e la fronte pronunciata, il genio cercava soluzioni fantasiose, dagli esercizi suonati con trasporto alle stravaganze armoniche che portavano all’esasperazione i docenti del Conservatorio di Parigi. Lo stile che, secondo loro, sarebbe dovuto essere sûr, correct, élégant et coloré tra le sue mani diventava eccentrica finezza, scarto inatteso e atto di cesura di un secolo”.

…..Insomma, un libro la cui lettura è da consigliare ai lettori appassionati, a chi è interessato alle biografie narrate tanto più perché la suddivisione in capitoli ben si presta anche ad una lettura puntuale, per salti e centri d’interesse. Ma il libro è utile anche ai musicisti: non solo per le analisi critiche, ma perché Restagno sa restituire il clima, lo sfondo, il contesto delle composizioni, le intenzioni ed i collegamenti emotivi di Debussy. Tutti aspetti fondamentali proprio nell’interpretazione musicale.

…..Stefano Vitale

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…..Note sull’Autore
…..Enzo Restagno ha studiato musica e filosofia a Torino e a Vienna. Ha insegnato Storia della musica al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino per 37 anni.
…..Ha svolto attività di critico musicale per quotidiani e periodici fra i quali “Stampa sera”, “La Repubblica”, “Le Monde de la Musique”, “Die Zeit”, “L’Espresso”. Ha realizzato trasmissioni radiofoniche e televisive per la RAI, Radio France, Westdeutsche Rundfunk, BBC. Ha tenuto conferenze e masterclass per istituzioni musicali e università in Europa, USA e Asia.
…..Nella sua attività di studioso si è rivolto con particolare attenzione alla musica moderna e contemporanea delle quali è considerato uno degli specialisti più eminenti a livello internazionale. I libri che ha dedicato a Luigi Nono, Luciano Berio, Hans Werner Henze, Elliott Carter, Ligeti, Xenakis, Petrassi, Donatoni, Sofia Gubaidulina, Alfred Schnittke, Igor Stravinskij, Arnold Schoeberg, Maurice Ravel, Claude Debussy, Steve Reich, Louis Andriessen, Peter Maxwell Davies, Arvo Paert sono stati spesso tradotti in varie lingue.
…..All’attività del didatta e dello studioso Enzo Restagno ha affiancato quella dell’organizzazione. Nel corso degli ultimi venticinque anni è stato consulente e direttore artistico dell’Orchestra Sinfonica dell’Emilia Romagna “Arturo Toscanini”, del festival internazionale del pianoforte “Arturo Benedetti Michelangeli” di Bergamo e Brescia, dell’Orchestra della RAI di Torino e, dal 1986 del festival “Torino Settembre Musica” che ha, nel giro di vent’anni, trasformato in una delle più grandi rassegne internazionali, culminata nel 2007 nella creazione di
MITO SettembreMusica, che ha diretto fino al 2015.

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