OBLO’ di John Taylor
(Pietre Vive Editore, Locorotondo, 2019)
Traduzione di Marco Morello

Come ha raccontato l’autore in un’intervista che mi ha rilasciato, un viaggio nell’Egeo ha segnato la sua esistenza quando, giovane studente universitario di matematica, decise di stabilirsi in Europa e di dedicarsi alla scrittura. A quasi quarant’anni di distanza, durante un soggiorno nelle Alpi, guardando una serie di acquerelli dell’amica artista Caroline François-Rubino, un cortocircuito lo riporta in quella sequenza determinante: i ricordi tornano alla coscienza, insieme al dondolio delle onde, per frammenti che hanno la stessa intensità di una percezione presente. Prende così forma questo viaggio in versi attraverso il diaframma dell’oblò.
(Dalla postfazione di Franca Mancinelli)

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…..Dalla finestra di casa il sole forte disegna lo spazio, mentre la sabbia sembra perdere la forma. Dal cellulare la luce brilla e prende forma il mondo delle notizie, con le sue rassicurazioni e le sue cause. Anche le strade sono senza forma in mancanza delle persone. E si scrive e studia contro un nemico invisibile, dondolati dallo sciabordio delle voci che continuano a trillare sul cellulare e dalle scadenze che inevitabilmente continuano a passare.
…..Così ci si sente se dobbiamo essere rinchiusi dentro casa, come dentro un oblò di una nave. Ed è proprio questa la prospettiva, il punto di vista, con cui il poeta prova a descrivere un viaggio fatto in mare. Si trova dentro una cabina di una nave e vede il mondo e il tempo passare.
…..È un poema molto intenso, pieno di immagini che ricordano degli acquerelli: sono molti infatti i termini del campo semantico dei colori e, quasi sinesteticamente, dei suoni. Il poema è saggiamente correlato da acquerelli di Caroline François-Rubino, dei paesaggi dipinti come fossero fotografie con il filtro fish-eye: dentro questi oblò, che sembrano foto ma sono quadri, passa il mondo con i suoi notturni, le sue tempeste e i suoi miraggi
…..L’unico momento di trompe l’oeil è quando il poeta apre il vetro e con la mano sente il vento scorrere.
…..I versi sono brevi, frammentati, di massimo tre parole e le parole ritornano come le onde del mare, non ossessive ma armoniche.

…..Elvio Ceci (Università di Salerno)

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“voci
sul ponte

le voci
che cerchi di udire
quelle del mare
della foschia
delle ombre sull’ombra

della luce che sbianca

del blu
della notte

il tuo orecchio sull’oblò

dal ponte
una veduta

trovare le parole
un punto focale

ciò che hai imparato
dall’oblò

manciata di olive
impregnate di mare

come questo mare
impregnato di terra e d’aria

nutrimento”

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Note sull’Autore e sul Traduttore

John Taylor (1952) nato a Des Moines (Stati Uniti) vive in Francia dal 1977. È autore di dieci raccolte di racconti, prose brevi e poesie.
Sue opere in italiano, tutte nella traduzione di Marco Morello, sono la raccolta di poesie Gli Arazzi dell’Apocalisse (Hebenon, 2007), la raccolta di prose brevi Se cade la notte (Joker, 2014) e la raccolta di poesie L’oscuro splendore (Mimesis, 2018).
Ha inoltre tradotto numerosi poeti francesi e alcuni italiani, fra i quali si ricorda particolarmente Lorenzo Calogero con la raccolta An Orchid Shining in the Hand: Selected Poems 1932-1960 (Chelsea Editions, 2015) che ha ottenuto nel 2013 il premio dell’Academy of American Poets.

Caroline François-Rubino è un’artista francese. Nata nel 1960, vive e lavora nel sud della Francia.
Oltre al suo lavoro personale, filosoficamente risonante e spesso orientato alle nostre più intime esperienze di paesaggio, ha pubblicato sei libri in collaborazione con John Taylor, Hublots (2016), Boire à la Source (2016), Vent (2017), Grassy Stairways (2017), Remembrance of Water & Twenty-Five Trees (2018) e Le dernier cerisier (2019).
Ha collaborato con molti poeti francesi e stranieri, tra cui la poetessa italiana
Luigia Sorrentino e i poeti francesi Sabine Huynh, Pierre Dhainaut, Julien Nouveau, Ismaël Billy, Stéphan Causse, Émmanuel Damon, Sabine Dewulf, Christian Monginot e Michaël Glück.

Marco Morello (1956) vive a Torino. Come traduttore contribuisce regolarmente alla rivista Hebenon, e con le sue poesie, giochi di parole e recensioni di libri a ilgiornalaccio.net.

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