“Percorsi laici – Appunti, discorsi e pensieri sulla laicità e sui diritti civili”
di Tullio Monti
Prefazioni di Telmo Pievani e Gaetano Pecora, postfazioni di Monica Lanfranco e Giulio Ercolessi
(Officine Editoriali da Cleto (CS), pp. 352, € 20)
…..«Da alcuni anni a questa parte, per ragioni che andrebbero approfondite […] “laicità” ha smesso di essere una parola chiave del dibattito culturale e politico, fatta eccezione per sporadiche e superficiali fiammate di discussione su casi specifici», scrive Telmo Pievani presentando il libro di Tullio Monti, animatore per un decennio di due rilevanti organizzazioni laiche, la Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni e il Centro di Documentazione, Ricerca e Studi sulla Cultura Laica “Piero Calamandrei” – Onlus, fondate nel 2005 e nel 2007, nonché attivista di gruppi politico-culturali (Circolo liberalsocialista “Carlo Rosselli”, Associazione Iran Libero e Democratico).
…..Il volume raccoglie interventi e conferenze tenuti in incontri e convegni di queste associazioni, nonché articoli e interviste pubblicati sui “Quaderni laici”, dei quali uscirono 14 numeri dalla Claudiana. Dopo l’intervista del 2013 a cura di Federico Calcagno che apre il volume, i capitoli successivi ripercorrono i principi teorici, le ragioni e la storia della laicità con lucidità e chiarezza, e con precise notizie su fatti e personaggi che segnano la incompiuta e malferma laicizzazione dello stato italiano dall’Unità d’Italia a oggi. Più volte Monti ribadisce il «concetto di laicità delle istituzioni, inteso come spazio neutro e comune per tutti i cittadini […] di qualsiasi credo filosofico o religioso, all’interno del quale ciascuno rinunci a voler far prevalere e a imporre le proprie convinzioni ‘ultime’ e non negoziabili, per ricercare invece soluzioni concrete, volte al perseguimento del bene comune, nel rispetto della libertà e dell’identità di ciascuno» (p. 40).
…..Sembra una definizione minimale, ma comporta invece una ispirazione separatista e anticoncordataria nella migliore tradizione liberale, contro i privilegi accordati alla religione “di maggioranza” nel 1929 e rivisti, ma non aboliti, dal neoconcordato del 1984. Se lo Stato si può definire laico, secondo Monti, quando risponde a tre criteri minimi: 1) libertà e pluralismo religiosi ed etici; 2) neutralità delle istituzioni; 3) separazione giuridica fra istituzioni e confessioni religiose, esso presuppone che i suoi cittadini accettino la laicità come metodo della convivenza.
…..Nello spazio pubblico occorre confrontarsi etsi Deus non daretur, secondo la formula di Grozio ripresa e riattualizzata da vari autori, tra cui Gian Enrico Rusconi. Il che non accade quando le autorità religiose, da noi segnatamente cattoliche, pretendono di dettare comportamenti non solo ai propri aderenti ma di imporli a tutti attraverso leggi dello Stato, in nome di una legge morale che sarebbe naturale, oggettiva, universalmente valida, e rafforzata dalla rivelazione, di cui è depositaria la Chiesa.
…..La neutralità dello Stato è però ritenuta principio insufficiente nella prefazione di Gaetano Pecora al libro di Monti e nel suo recente saggio Il lumicino della ragione. La lezione laica di Norberto Bobbio (Donzelli, 2021), dove – contrariamente a quanto sostenuto generalmente dai laici – afferma recisamente che «la neutralità dello Stato laico […] è una solenne sciocchezza di cui mette conto liberarsi al più presto» (p. 61). Pecora ci sembra preoccupato di smarcarsi da una concezione della laicità latitudinaria che per voler essere di tutti perde i suoi valori e principi peculiari. Ma proprio l’opera di Bobbio, che il libro di Pecora ha il merito di indagare senza nasconderne i punti problematici, ci mostra che la preminenza della laicità procedurale o metodica rispetto a quella sostantiva non è rinunciataria ma è anzi molto esigente, e presuppone le «virtù mondane e civili» che in Politica e cultura il filosofo torinese aveva elencato come «i frutti più sani della tradizione intellettuale europea, l’inquietudine della ricerca, il pungolo del dubbio, la volontà del dialogo, lo spirito critico, la misura nel giudicare, lo scrupolo filologico, il senso della complessità delle cose» (edizione Einaudi a cura di F. Sbarberi, p. 240).
…..In questo senso la laicità è una componente fondamentale della democrazia. Monti dedica due saggi al liberalsocialismo e uno a illustrare la figura un po’ dimenticata di Ernesto Rossi. Nella sua postfazione Giulio Ercolessi ritiene, con il pessimismo della ragione, che la lezione dei maestri del liberalsocialismo abbia poca presa in un mondo nel quale – per molteplici ragioni sociopolitiche – è in forse la stessa sopravvivenza della democrazia liberale, ma ricorda anche che la storia «riserva sempre sorprese e sviluppi imprevedibili» (p. 352).
…..Nel libro una particolare attenzione è dedicata anche alla scuola: «le gerarchie cattoliche, quando parlano di diritto all’istruzione o di “libera scelta educativa”, non intendano affatto il diritto individuale del singolo studente di accedere a un’istruzione plurale e libera da dogmi religiosi o etici unilaterali o il diritto di formarsi autonomamente una propria personale concezione del mondo, se del caso anche dissonante o opposta a quella della famiglia, della comunità, della chiesa di provenienza (concetto liberale che è stato storicamente alla base della nascita dei sistemi della pubblica istruzione, affidata allo stato laico): con tali definizioni, la chiesa cattolica intende esclusivamente il “diritto” della famiglia di “imporre” il proprio modello educativo ai figli, conculcandone il diritto individuale all’autodeterminazione culturale, beninteso mai slegato dalla reiterata pretesa di abbondanti finanziamenti pubblici alla propria scuola “privata” parificata, in totale e palese spregio del dettato costituzionale» (pp. 131-132). C’è un intero capitolo che riprende un testo del 2012 dedicato a educazione alla cittadinanza, educazione sessuale, storia delle religioni e del libero pensiero (pp. 184-199). Monti non ha aggiornato i suoi contributi, che offre come una documentazione storico-teorica di un percorso legato soprattutto alla Consulta e al Calamandrei, che dal 2015 hanno conosciuto una profonda crisi interna e poi la loro dissoluzione. Come scrive Monica Lanfranco nella sua postfazione, il libro restituisce così «il clima culturale di un recente passato» (p. 326) ricco di iniziative e discussioni da cui c’è ancora molto da imparare.
…..Cesare Pianciola
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– Per una versione diversa e in alcune parti più ampia, si veda nel sito italialaica.it l’articolo Laicità, neutralità delle istituzioni, democrazia.
– Si possono ascoltare gli interventi alla presentazione del libro a Torino (11/11/21) su Radio radicale: https://www.radioradicale.it/scheda/651974/presentazione-dellibro-percorsi-laici-appunti-discorsi-e-pensieri-sulla-laicita-e-sui
– L’articolo di Cesare Pianciola è apparso sul numero novembre 2021 di Laicità della Scuola News.
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