“Prodromi” di Barbara Panelli
(Ensamble, Roma, 2020)
…..“Lei è una guerriera, usa la poesia per fare i conti con l’esistenza, e lo fa con una capacità spontanea e schietta, priva di forzature, di andare dalla sua esistenza personale a quella di tutti”. Così scrive Giuseppe Conte nella lettera che l’autrice pone, orgogliosamente, a introduzione del volume.
…..E Giuseppe Conte fa centro: questa poesia è interessante proprio perché è diretta, sincera, tesa e dolce al tempo stesso, capace di impeti civili e di esprimere anche un giusto desiderio di quiete; attenta alle variazioni emotive come ai temi della contemporaneità. Barbara Panelli sa passare dal quotidiano al cosmo e di nuovo tornare sulla terra; sa proporre forme di poesia impegnata, incalzante usando lo strumento dell’anafora, alla Bertold Brecht, ma sa anche essere più distesa, lirica e intima.
Credo che Barbara Panelli senta la poesia come una forma di comunicazione che deve muovere dall’interno e uscire fuori per dire come e quanto il poeta sia persona viva, fatta di carne e nervi, soggetto che non può volgere lo sguardo altrove fingendosi superiore o diverso. Il poeta deve immergersi nel suo tempo e farlo con gli strumenti della poesia, con la parola che evoca, scolpisce, e talvolta ferisce, con la parola che svela le ipocrisie e batte il chiodo dell’etica e dell’impegno civile. Panelli fa così poesia che fa riflettere, e sa spostare il baricentro della nostra indifferenza su versanti nascosti e trascurati per pura pigrizia e complicità. Ma la poesia sa anche curare queste ferite nell’istante in cui le mette a nudo.
…..Perché, come detto, Panelli è capace di essere poeta con versi toccanti, pregnanti, con immagini e metafore che sanno trovare la giusta misura per scuotere e consolare, per smuovere emozioni e attivare un necessario stato di allerta nel lettore. Probabilmente vi sono ancora passaggi da smussare, forse alcune forme di scrittura da sviluppare e altre da evitare, ma certamente siamo di fronte ad una poetessa dal carattere forte.
…..Barbara Panelli predilige il verso breve, incisivo e appuntito; ha un naturale senso del ritmo e soprattutto fa una poesia che sa rivolgersi direttamente al lettore, che lo coinvolge in prima persona.
A parte l’uso importante dell’anafora, tecnica tipicamente utilizzata per questi scopi, leggendo questo libro si ha l’impressione che sia stato scritto proprio per ciascuno dei suoi lettori. Barbara Panelli non ha paura di afferrare il suo lettore per il bavero e metterlo di fronte a spezzoni di vita, a problemi urgenti, a pensieri rimossi.
Questo tema della rimozione mi pare centrale: Barbara Panelli sente che la poesia deve agire proprio per rimuovere la rimozione. La poesia è qualcosa che rimette in gioco ciò appare perduto, la poesia si fa carico di ciò che marginale, di ciò che ci infastidisce e lo sa fare persino, quando necessario, anche con ironia e capacità immaginativa.
…..Il libro raccoglie testi scritti tra il 2008 e il 2018 e sono tutti rigorosamente datati: è come se l’autrice volesse indicarci un percorso, offrirci la mappa dei suoi pensieri per dirci che ogni passaggio ha il suo tempo e che tuttavia, anche se tali distanze temporali sono certificate, c’è una unitarietà di visione.
Così il mondo torna sempre uguale. “Non è cambiato nulla/ Solo il corso dei fiumi” (pag. 11). Così siamo qui a constatare che “è smarrito/ lo stato di grazia/ che ogni madre rende/ madre del mondo” (pag. 12). Il dramma dei migranti, le guerre in Terrasanta, le speculazioni politiche ed economiche, la condizione sempre più precaria di tante persone, le diseguaglianze sociali ed esistenziali sono additate, talvolta solo oggetto di allusioni. Il fatto è che “Ce ne stiamo seduti sulla vita/ I nostri resti saranno non gesta/ ma oggetti distrazioni liquami/ di passaggio greve e maldestro/ di dormienti domesticati umani“. (pag. 17)
…..La poetessa ha un alto senso dell’etica e vede la poesia in tale direzione:
So che morirò gonfia di idee
soffocata dalle parole che non ho gridato
Alla sofferenza sottrarsi è impossibile
ma quale ragione
per la miseria che infanga l’anima all’uomo
potete darmi? (pag. 19)
…..Panelli è attenta alle ipocrisie dell’oggi e della politica di ogni tempo, al dilagare della superficialità banalizzante: “Si stringono la mani, eccoli, /sorridono rivolti all’inquadratura/ che santifica il loro fasullo intento” (pag. 21). C’è dell’amara ironia in questi versi come c’è ironia in questa poesia:
Non le so dire signora
se avremo tempo
per la villeggiatura
né se il valore degli immobili
tornerà a salire.
non saprei neanche dire neanche
se i nostri figli vivranno
Dovrebbe inquietarsi maggiormente,
mi crea, per quest’ultima incertezza. (pag. 22)
…..Panelli sa anche soffermarsi con efficacia sulle nostre contraddizioni e lo fa anche con sguardo poeticamente empatico, senza acrimonia o spirito censorio:
Ecco sottopelle
un’acuta e ragionevole colpa
mentre allungo la mia elemosina
nel mattino di una serie di cosa da fare
Protetta dal naufragio
da minime deviazioni e domestici incontri
tra scale, discese e portici, camminino
La trama dell’anima sfilacciata
A nodi tenuta insieme da mare.
…..E il tema del mare ritorna anche in chiave di denuncia: “Ho ingoiato gasolio/ ho ingoiato piscio/ ho ingoiato anticrittogamici/ ho ingoiato cadaveri/… Una stenella galleggiava/ la carne scavata/ da una cortina di nylon” (pag. 29).
E la denuncia non può fare a meno di ricordarci che il nostro tempo, come ogni tempo purtroppo, ha prodotto storture, persecuzioni, disastri umanitari: “Non avete né verità né patria/ in questa regione infeconda/ tra terre cui non appartenete/ restate schiavi d’eterno crocevia/ esuli incatenati a una soglia/ prigionieri fuori le porte” (pag. 35).
…..Panelli sa quindi alternare uno spirto militante situazionista ad una riflessione più ampia che non abbassa il tono della presenza dell’indignazione, ma che la spinge oltre l’impressione di una scelta temporanea, occasionale. Barbara sa da che parte stare:
Che sia stare nel numero
di quanti sono dall’altra parte
il compito per cui sono nata,
il senso forse è questo fallire
perpetuo e di buongrado
restia al prevalere salda
alleata di chi si perde
cadere con chi cade cedere
il passo restare retroguardia.
…..Ma mi piace chiudere questa nota con la poesia dedicata al padre che si apre coi versi fermi e dolenti: “Non ti sarebbe piaciuto/ questo stato di cose/ panorama/ di imperfezioni/ strade che salgono a mura/ linee di combattimento/ prive di boati/ questa china banale/ priva persino di slancio/ e senza neanche un tocco di cipria” (pag, 42) e che si chiude coi versi lievi che dicono: “l’addolorato corso/ il battito stentato/ di queste moltitudini/ ne faccio parte/ ma l’ora è prossima/ e per me non ho/ rivendicazioni” (pag. 43). Così come a cercare un appiglio, una radice, una continuità generazionale, necessaria per sperare nel futuro.
……Stefano Vitale
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…..Note sull’Autrice
…..Barbara Panelli: torinese di nascita, imperiese d’adozione, Barbara Panelli, scrittrice molto attenta al panorama socio politico internazionale esprime con passione e lucidità la propria analisi del mondo, passando agevolmente dalla poesia alla prosa giornalistica. Da cinque anni pubblica sul blog “unfilorossoideesulmondo” e, saltuariamente, sul portale giornalistico francese Mediapart. Collabora inoltre come correttrice di bozze e curatrice di antologie con lo scrittore Marino Magliani.
…..Finalista e premiata in diversi concorsi, tra i quali nel 2017 e nel 2020 il Mario Pannunzio di Torino, per poesia e giornalismo, e nel 2018 Premio Subiaco città del libro con la silloge A mio padre, menzione d’onore per prosa giornalistica Premio Montano 2019, dignità di stampa al Premio Murazzi di Torino 2019, miglior autrice provincia di Imperia concorso Ossi di Seppia 2019. Prodromi è risultata seconda al premio “I Murazzi” 2021.
…..Bibliografia: quattro sillogi poetiche, Annotazioni, NPL edizioni (2002), Da porta Venezia in poi, idem (2008), Prodromi, Edizioni Ensemble (2020), Resilienze, Genesi (2020); il libro di narrativa Foto non fatte, Philobiblon (2004), la raccolta di racconti Incontri, idem (2008), il volume fotografico Imperia, Grafiche Amadeo di Imperia (2011), una serie di impressioni e immagini sulla città, con accenni storici e urbanistici. Presente nell’antologia poetica Riflessi di ponente, La Vita Felice editore (2018), nella raccolta di racconti La Liguria brucia, edizioni LoStudiolo (2019), nell’antologia Il forno di Realdo, APS Realdo, e in diverse altre antologie con racconti e poesie.
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