“Rosette (quartiere cosmico)” di Daniele Beghè
(Arcipelago Itaca, Osimo (An), 2021)

…..Daniele Beghè, fa parte del composito e ricco “arcipelago parmense” della poesia contemporanea. Come ebbe a scrivere Renata Morresi nell’antologia “Quarto repertorio di poesia contemporanea” sempre edito dall’attivissima e sempre più qualificata casa editrice Arcipelago Itaca, Beghè è un poeta  “per brevi e compiuti quadri disegna sintesi di tempi e luoghi, tra oggetti, sentimenti, figure umane che per un istante tengono in equilibrio illusione e disillusione, attesa vibratile e disincanto” (Renata Morresi).
In questo libro compiuto e organico Daniele Beghè, sempre utilizzando un linguaggio dal registro quotidiano, coniuga il suo naturale sguardo narrativo con lo spunto della folgorazione poetica. Egli pone sempre attenzione ai fatti, ai quadri della vita di tutti i giorni: lo interessa quell’universo apparentemente chiuso dell’ambiente urbano di periferia, spazio di confine che è metafora esistenziale oltre che concreta realtà da raccontare, di cui rendere conto. Ma al tempo stesso egli questa realtà la vede dall’angolazione del poeta che sa raccogliere sofferenze, salti, scarti, frammentazioni, speranze.

…..Come ha scritto Matteo Pelliti nella prefazione, la sua poesia pare “accogliente per l’esperienza comune, condivisibile, empatica” ma è al tempo stesso “capace di illuminare gli elementi stranianti, incongrui, paradossali”. Così Daniele Beghè espone la sua “voce” sicura, perfettamente a suo agio nei temi e nelle modalità poetiche adottate. Beghè, ebbi a dire in una nota alla sua silloge inedita “Boomerang” (che rappresenta, credo, il nucleo fondante di questo nuovo libro), “propone così una forma di poesia “civile” meditata e antiretorica, poesia ancorata alla realtà, ma non ad essa appiattiva, poesia dell’esistenza ma capace di sollevarsi da ripiegamenti esistenzialisticheggianti, anche grazie all’ironia, triste e feroce”.

…..Il libro si legge tutto d’un fiato come un racconto di cui si ha desiderio di scoprire il prossimo passaggio e ci si aspetta dal poeta la sua proposta di “soluzione” poetica. Le descrizioni, che hanno un ruolo significativo in questa poesia antiretorica, sono sì dirette, ma aprono a situazioni sospese, incerte. La precarietà delle esistenze si scontra con l’immobilità dei paesaggi umani e materiali.
Il quartiere è certo un luogo per certi versi “protetto”, uno spazio fatto di riferimenti ed abitudini certi, ma è proprio questa certezza ad essere la fonte dell’inquietudine. La geometria della casa e degli spazi si trasforma in geometria delle relazioni; ciò che ci pare noto e scontato si mette in movimento e diventa ignoto, oscuro, perturbante come accade, ad esempio, nei quadri di Edward Hopper.

…..Così Beghè ci racconta che di come nella nostra società così presa dalla velocità e dall’enfasi delle trasformazioni sia in verità un’epoca ferma, bloccata, statica in cui permangono comunque zone di “non-contemporaneità”, spazi e tempi di umanità marginale, ma sempre molto dignitosa. Il tono neo-crepuscolare coinvolge il lettore e al tempo stesso lo lascia sospeso all’interno di un mondo che tendiamo tutti a rimuovere. Beghè fa valere il senso della memoria del presente reale contro la smemoratezza e l’indifferenza generali.

…..L’efficacia della lirica composta e trattenuta di Beghè sta proprio in questa sua lucida e sentita rappresentazione di un “sentimento” cosmico di quotidianità, depurata da ogni elemento enfatico attraverso un dettato poetico asciutto senza asprezze, diretto senza mai essere pesante, melanconico talvolta, ma non triste o lamentoso. Daniele Beghè fa parte di un mondo letterario che ha sponde e terreni comuni con tanta scrittura e cultura musicale e le sue poesie sembrano talvolta brevi e concise ballate in cui colpisce il ritmo, la prospettiva secca e precisa, l’armonia dolente di uno sguardo comunque ironico.

…..Non c’è rabbia, invettiva o lacerazione sanguinante in questa poesia: c’è empatia certamente, ma c’è soprattutto compassione in senso leopardiano. Beghè si concentra sulla relazione con l’altro nella consapevolezza del comune orizzonte di sofferenze e finitudine. La radice della compassione è il sentimento della comune appartenenza ad una umanità incerta e precaria. Ma di fronte all’indifferenza della “Natura”, rappresentata dal “quartiere cosmico”, la poesia di Beghè tenta di non replicare il meccanicismo e vuole, con la sua voce dolente, ricordarci che abbiamo bisogno di giustizia e pietà, direbbe il grande recanatese.

…..Stefano Vitale

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IL DISCORSO CON LA STRADA

Chilometrico è il discorso
fra il ciclista e strada,
mescola di lemmi e bitume,
porta in giro un telaio
giallo
che rileva distanze e consonanze.

(Ricordate, il paragone non è di
valore, la vanga del padre che scava la
torba
e lo stesso gesto con la penna del figlio. )

Un lento rotolio di raggi,
sassi smossi, pedalate contro la salita,
fra i borghi assenti, fra questi
castagni matti, per non restare fermo,
sordo e muto, nell’attesa.

***

CLINICA PER IL DISAGIO ALIMENTARE

È atterrata proprio in fronte
al salumiere, sull’altra riva del
mare della solitudine, the other
side
del benessere, una navicella
( una clinica ) intonacata verde
acido, forse a esorcizzare
l’immagine di un conato vomitato.

Dall’universo dell’anoressia
leggere, malgrado la gravità,
posano il piede sulla superficie
anime trasparenti oltre la siepe,
pelli adolescenti raggrinzite
foderano catene malferme
d’ossa sull’orlo del disfacimento,
che neppure il quartiere
trita rifiuti riesce a deglutire.

***

LOCKDOWN ( è accaduto )

Nessuno aveva avvisato i clienti
di quanto sarebbe successo l’indomani.
È spenta per intero ora l’insegna,
lo spazio è privo del GALAXI bar,
mai era successo a memoria d’uomo
cresciuto nel quartiere. La saracinesca
abbassata sul vuoto del plateatico,
solo la macchinetta delle sigarette
accoglie la nicotina delle unghie.
Non demordono a metà mattina,
avvinghiati, fiato corto, al quotidiano,
i tre dell’apocalisse, occhio
all’ultima pagina, fanno la conta.
L’onda cosmica di fondo ed un
ramarro uniche prove di esistenza in
vita.

***

SOTTO IL CRINALE

La strada finisce lì, butterata
di buche. Una desolazione di pietre,
vasi vuoti nell’anodino delle
verande
chiuse. Sulla plancia un annuncio funebre
eroso dal tempo. Due galline ovaiole.
Del bar resistono le perline
di legno, il campo da bocce inerbito.
Sotto il bersò un frigo spento
e quattro vecchi impigliati nel gesto
della briscola. In estate i nipoti,
pedalando su fiammanti bici gialle,
caricheranno per poco il carillon.

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SESTA ESTINZIONE

Ho sempre diffidato delle nature
morte, ho sempre ricercato il
colpevole, il cacciatore rannicchiato
sotto il tavolo.

Odio il prato all’inglese, necropoli
d’erbe, ho sempre ricercato il giardiniere
puritano che nasconde i genitali dei fiori.

Il monoteista, che crede l’universo
creato per lui, ha gelato lo spiraglio,
la metafisica che entra dalla finestra.

Il consumista, che inonda discariche
di superfluo, pensa la stella polare
un segnalibro fra le pagine del suo romanzo.

Perché lo so
la natura muta, non sta ferma,
non muore di morte naturale.

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…..Note sull’Autore
…..Daniele Beghè è nato a Parma, dove vive. Ha frequentato il liceo scientifico e poi si è laureato in Economia e Commercio. Dopo alcuni anni di lavoro alle dipendenze di un’azienda privata, dal 1994 è attivo nell’ambito della formazione professionale in campo economico e giuridico.
…..Pur essendo da sempre appassionato lettore di poesia, ha cominciato a scrivere soltanto nel 2007. Le sue poesie sono presenti in diverse antologie. Nel 2016 ha pubblicato la sua opera prima Galateo dell’abbandono, come premio in seguito alla vittoria del concorso per sillogi inedite indetto dall’Associazione culturale Tapirulan di Cremona. …..Ha vinto il “Premio Speciale del Presidente della Giuria” al concorso INTERFERENZE del festival BOLOGNA IN LETTERE.
…..Nel 2018 ha pubblicato il libro di poesie Quindici quadri di quartiere ed altri versi (edizioni Consulta libri e progetti di Reggio Emilia). La pubblicazione è il premio riportato per la vittoria del concorso per inediti dedicato all’intellettuale e poeta reggiano Luciano Serra.
…..Alcune poesie da Galateo dell’abbandono sono state tradotte dalla poetessa francese Marilyne Bertoncini e pubblicate in Francia sulla rivista “Recours au poéme”. Nel 2020, la sua silloge breve Boomerang è stata pubblicata nel Quarto repertorio di poesia italiana contemporanea, edito da Arcipelago Itaca.

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