I SOGNILOQUI DI STEFANO TACCONE
Il volume Sogniloqui raccoglie 12 racconti brevi di Stefano Taccone, che affronta, con consapevolezza, questa nuova sfida.
Il suo progetto nasce da una esigenza intimistica di raccontare storie di vita quotidiana, fatta di sogni e realtà. L’autore è ben conosciuto, come critico, al vasto pubblico dell’arte contemporanea. I suoi saggi, scritti in questi anni, fanno uso di una scrittura che ha sempre al centro la sua attività intellettuale di riflessione critica. Cosa cambia con Sogniloqui? È un uso nuovo delle parole al centro della sua scrittura narrativa. L’astrattezza intellettuale cede il passo ad uno stile letterario finalizzato a sentimenti e sensazioni, che hanno origine nel mondo onirico, dove tutto inizia e tutto ritorna. Rimane intatta, nell’autore, la sua grande voglia di interrogarsi. Di farsi carico di piccole riflessioni di ciò che la vita affronta ogni giorno nei suoi profondi, e irreversibili, cambiamenti di stile e di costume. “Che cos’è ormai una telefonata se non l’antico surrogato di una conversazione a quattro occhi”.
…..Dicono di “Sogniloqui”
«Sogniloqui dimostra quanto la scrittura debba essere sfondamento della gabbia del reale dato. Senza questo sforzo di sfondamento non solo avrebbe senso la sua scrittura, ma non avrebbe senso la letteratura in sé. La letteratura è un mondo che deve svelare il mondo. Deve portare avanti un ragionamento di disvelamento di quella che è la percezione comune e che la percezione comune rifiuta. In questi racconti Stefano Taccone lo fa in una maniera meravigliosa. Lo fa con una lingua spettacolare. Lo cosiddetta lingua comunicativa, di cui Italo Calvino parlava nelle Lezioni americane, è letteralmente presa, accartocciata e buttata nel cestino. Da questo punto di vista si tratta di una operazione estremamente meritoria».
(Mario Visione, scrittore)
«Sogniloqui è una lettura molto piacevole. Vi si riscontra una leggerezza che non è mai superficialità. È sempre accompagnata da un sottile filo di ironia. Un’ironia che permette al lettore di sorridere e di non sprofondare in maniera violenta in certi temi che comunque evoca. Una serie di temi fortemente attuali sui quali il lettore è portato ad essere arricchito, stimolato. L’elemento del surreale diviene in tale contesto l’autentica chiave narrativa Il ricorso al surreale, all’inconscio. Tutto ciò mi ha fatto presto pensare ad un autore del Novecento che ho amato molto fin da ragazza, Dino Buzzati».
(Cristiana Buccarelli, scrittrice)
«Quando non si sa se i sogni sono la realtà stessa che ubbidisce all’esigenza dell’autore di cercare nuovi spazi di pensiero e di linguaggio in un mondo appiattito su schemi sempre più logori. I sogni non sono favole. Lunga vita ai Sogniloqui!».
(Maria Giovanna Assumma, poetessa)
«Ho avuto occasione di osservare passo dopo passo la genesi di Sogniloqui. Ricordo, nelle mie conversazioni con Stefano Taccone, quasi un terrore talvolta nel comprendere che stava accadendo qualcosa dentro di lui e che la sua scrittura non rispondeva più ai canoni di quella che aveva sempre praticato. Il suo uscire fuori dal seminato è probabilmente la vera lezione che le arti visive gli hanno trasmesso».
(Salvatore Manzi, artista visivo)
«Leggo e rileggo queste righe, socchiudo gli occhi e volteggio nell’aria alla ricerca dell’origine di un’immagine tanto buffa quanto improbabile, penso a Stefano e ai suoi testi critici impegnati ora alle prese con una scrittura immaginifica e liberatoria, ah, come è sorprendente la vita!»
(Elisa Bollazzi, artista visiva e scrittrice)
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…..Il video della presentazione di “Soliloqui a Napoli
1° dicembre 2018, presso il Palazzo delle Arti Napoli, sala Pan è stato presentato il libro di Stefano Taccone “Sogniloqui” (IOD edizioni).
…..Note sull’Autore
Stefano Taccone (Napoli, 1981) è dottorato in Metodi e metodologie della ricerca archeologica e storico-artistica presso l’Università di Salerno. Dal 2013 al 2015 ha insegnato storia dell’arte contemporanea presso la RUFA – Rome University of Fine Arts. Ha pubblicato le monografie Hans Haacke. Il contesto politico come materiale (Plectica, 2010); La contestazione dell’arte (Phoebus, 2013); La radicalità dell’avanguardia (Ombre Corte, 2017).
Collabora stabilmente con le riviste “Segno” ed “OperaViva Magazine”. Ha pubblicato sulle riviste “Boîte”,“roots§routes, “sdefinizioni”, “Sudcomune”,“Titolo”, “TK-21”, “Tracce”, “undo.net”, “Walktable”. Con raccolta di racconti Sogniloqui (2018, Iod) esordisce nel campo della scrittura narrativa.
Acquista il libro: https://www.iodedizioni.it/
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