“UNA STORIA DILETTEVOLE DELLA MUSICA”
di GUIDO ZACCAGNINI
(Marsilio, Venezia, 2022)

…..Con sgomento apprendiamo oggi 28 dicembre 2022 che Guido Zaccagnini non c’è più. E’ una grave perdita per il mondo della musica e per il mondo della cultura tutta. Siamo davvero sopresi e tristi. Eravamo in procinto di pubblicare questa recensione. Lo facciamo comunque addolorati rendendogli così il nostro omaggio.

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…..“Questo libro si propone di dar conto degli antagonismi (tecnici, morali e concettuali) intercorsi tra sommi compositori. Intende cioè informare, incuriosire il lettore, offrendo uno spaccato, possibilmente gustoso, di tali conflitti, e perciò minarne qualche certezza e (perché no?) mettere una pulce nell’orecchio a chi dispensa, senza pensarci troppo su, la definizione di capolavoro a qualsiasi opera unicamente perché firmata da un nome altisonante”.

…..Zaccagnini ci offre così una storia della musica decisamente sui generis nel senso proprio del termine: qualcosa che denota una spiccata originalità e singolarità che, in più, non è comparabile, a mia conoscenza, con altri testi che si occupano tali argomenti.
…..L’autore ha insegnato storia della musica presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma e scrive per quotidiani e riviste, è autore e conduttore per Rai Radio 3, Rai News 24 e Rai 5, è autore di libri su Berlioz, Beethoven, ha fondato e detto l’ensemble Spettro Sonoro con cui ha eseguito e registrato l’opera omnia di Nietzsche. Insomma è un esperto a tutto tondo dei temi che tratta. E qui riesce a sintetizzare queste possibili diverse anime della sua esperienza.

…..L’approccio di base potrebbe apparire iconoclastico: Zaccagnini nel mostrarci il volto umano dei musicisti ci fa conoscere anche un loro lato oscuro. Il loro volto non sempre è ammirevole. Anzi vedrete di quali bassezze sono capaci: invidiosi, acidi, volubili, per nulla obiettivi, spesso superbi, sicuramente gelosi. Sanno davvero esprimere tutta la gamma delle peggiori passioni umane, e vi consiglio di entrare in un Conservatorio o in un’orchestra per constatare che è vero.

…..Zaccagnini, da bravo storico della musica, sa inquadrare tali aspetti all’interno delle biografie dei compositori cosa che certamente aiuta a tollerare e comprendere certi eccessi. E sa anche chiarire aspetti teorici importanti, sia connessi allo specifico di date forme musicali, sia legate ai vari contesti che hanno favorito l’affermarsi di certe opinioni nel pubblico e nella critica.

…..Zaccagnini sa quindi incuriosire il lettore riguardo proprio agli aspetti stilistici, formali, tecnici che emergono dalle analisi e dai giudizi intrecciati dai vari compositori. L’autore sa coinvolgere e divertire il lettore con la sua scrittura colloquiale, semplice, diretta e sempre, naturalmente, attenta alla precisione teorica. Tensioni emotive, passioni, desideri, slanci, persino scelte politiche entrano in gioco mostrando la complessità, che è poi quella di chiunque di noi, dei profili dei nostri amati (o detestati) compositori.
…..Cè una relazione sentimentale tra i musicisti e la loro musica, c’è una dimensione emotiva anche irrazionale che caratterizza il rapporto tra compositori e c’è anche una passione che anima il lavoro di Zaccagnini. Nella sua veste di storico, studioso e divulgatore sa raccontare, accanto ai tic, alle manie, alle idiosincrasie dei musicisti, anche la bellezza delle loro composizioni costruendo, appunto, una storia della musica “diversa”.

…..Il libro si rivolge ad un pubblico vasto, ad un pubblico di ascoltatori appassionati che voglia entrare nel grande palazzo della musica da una porta, per così dire, secondaria. Ma non per questo meno interessante ed istruttiva.

…..I capitoli del libro sono dedicati a singoli compositori e posti per lo più in successione cronologica. Questo permette una lettura libera, a seconda della curiosità e occasionalità dell’interesse. Ma in più, per meglio capire talvolta il senso di una stroncatura, di uno sfottò, di un giudizio lapidario o di un’allusione perfida, Zaccagnini ha inserito all’interno “delle singole sezioni una sorta di scheda di approfondimento di carattere informativo che, a seconda dei casi, sarà di natura teorica, storica, etica o sociologica”. Così ci aiuta a capire meglio la musica che si ascolta, ad affinare il nostro senso critico oltre che a solleticare la nostra curiosità.
…..Devo dire che in questo libro ho trovato delle spiegazioni molto chiare, finalmente, su cosa sia la dodecafonia, il contrappunto, la fuga, la musica a programma e sono davvero interessanti le schede storiche sul verismo e Verdi, la partitura della Sinfonia Fantastica di Berlioz oppure quella dedicata all’organo della Chiesa de la Madeleine a Parigi.

…..Il testo di Zaccagnini è sempre sviluppato con leggerezza e sottile ironia ed è molto divertente ritrovare il giudizio di Haydn, allorché riferendosi a Beethoven sentenziò imprudentemente che «non verrà mai fuori niente da quel giovane”, oppure quel velenoso dardo scoccato da Schönberg verso un collega più fortunato: «Probabilmente, per Stravinskij l’arte rientra (…) nella categoria dei tessuti alla moda e delle cravatte. In tal caso ha ragione nel cercare semplicemente di soddisfare i clienti».
…..Stravinskij, da parte sua, fu un vero campione di perfidia, mostrata in più occasioni. Una volta, riferendosi ad Alban Berg, disse che la sua musica «è come una vecchia signora di cui si dice: quanto bella doveva essere da giovane!». Un’altra volta motivò l’annegamento di Enrique Granados, nell’affondamento della motonave Sussex su cui viaggiava, perché aveva indosso una cintura piena d’oro: una maldicenza maligna ed invidiosa.

…..Zaccagnini ci narra così dell’indole autoritaria di Haendel, delle intemperanze insopportabili di Wagner, della passione per i lepidotteri di Saint-Saëns, del pallino di Satie per gli ombrelli, dei giudizi secchi di Debussy, ci racconta dei contrasti tra Prokofiev e Shostakovich tra Strauss e Mahler, ci fa conoscere un Puccini fascista, machista, ma sa anche guidarci, con sguardo critico, tra i capolavori della musica.

…..A proposito: non tutte le opere scritte dai nostri beniamini sono “capolavori” e questo non solo a detta di altri musicisti maldicenti ed invidiosi. Non tutto si può e si deve dire in una recensione. Che ha il compito di invitare a leggere il libro, se il libro non è da stroncare. Questo certamente non lo è. Anche se, come insegna lo stesso Zaccagnini, tutto è possibile.

…..Stefano Vitale

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