“Suites di fine anno” di Roberto Maggi
(Florestano editore, 2019)

…..Non è così frequente che un libro si specchi compiutamente nella ‘promessa’ annunciata dal titolo; è quanto accade invece nelle Suites di fine anno di Roberto Maggi (Florestano Edizioni,Bari,2018), dove questa singolare opera in prosa aderisce con naturalezza ai criteri di un’illustre tradizione musicale, dal Preludio o Toccata iniziale ai successivi movimenti attraverso cui si snoda la narrazione.
Composti e pensati per essere ‘suonati’ in sequenza, anche nell’interpretazione contemporanea dell’autore ritroviamo l’alternanza dei tempi indicati dalla scuola barocca, dall’Allemanda o andante che dà la tonalità al primo racconto ai mossi e incalzanti Capriccio e Scherzo che ci conducono verso l’epilogo con il suo canto di libertà ‘ritrovata’.

…..Fortunata e duttile forma compositiva, la suite, che vede nella sua inesauribile storia varie scritture dedicate ora agli ensambles da camera, ora al più nutrito insieme orchestrale, fino alle numerose e mirabili partiture per strumenti solisti. Nella suggestiva e sempre ardimentosa fratellanza tra letteratura e musica, è senz’altro lo strumento solista della voce narrante a dare il timbro a questi racconti che si offrono al lettore come molteplici variazioni sul tema altamente simbolico della notte di fine anno.
E’ attraverso il flusso di coscienza di un io profondamente emotivo e insieme lucido fino alla spietatezza che noi lettori ci insinuiamo nel vivo delle feste di capodanno, nei salotti e nelle terrazze di appartamenti romani, quasi trasformati dalla circostanza in privilegiati punti di osservazione di un’umanità variegata, spesso “massa” confusa che “obbedisce al richiamo della danza come in una riflessa reazione condizionata” o che si immerge “in un turbinio solo apparentemente gioioso”.
Uniche stelle polari, capaci di guidare i passi e i sentimenti lungo il trascorrere di queste ore insensate sono alcune presenze femminili, Beatrici o Laure per niente angeliche che tuttavia incarnano la forza trascinante della bellezza femminile, della sua carica seduttiva, splendide ed enigmatiche fate morgane cui è vano opporre i dubbi della ragione. Ed è proprio attraverso questo tema che Roberto Maggi rivendica soprattutto la sua libertà di scrittore, del suo necessario distacco dalla forma classica della suite barocca per affidare la narrazione anche ad altri e nuovi stilemi. Libertà che si manifesta ovunque nei quattro movimenti e più che mai nel secondo, dove la precisazione stessa della sua natura di Capriccio preannuncia, come già avviene in musica, una ancora più spiccata fantasia compositiva.
In filigrana, quasi con elegante noncuranza, sono soprattutto i grandi talenti della musica rock a dettare con la loro voce contrappuntistica il tempo, il ritmo e anche il senso profondo di questa singolare ‘partitura’, che infrange le regole consuete della frase in prosa fino a flettersi con audacia verso il testo poetico, come suggeriscono le improvvise maiuscole non precedute dal punto fermo – veri e propri respiri o stacchi musicali nel bel mezzo dello ‘spartito’ – o l’apparire di rime interne (un esempio tra i tanti: “Guarda che abbiamo portato!, che sollievo infonde il suo canto incrinato, […]”,p.61).

…..Così, quasi nell’incipit, è il ritmo pulsante di Break on through dei Doors ad aprire all’io narrante le porte di un appartamento che abitò in altri tempi e che ora lo accoglie come ospite un po’ spaesato (non a caso, è ancora la voce di Jim Morrison con il suo People are strange a risuonare in lui mentre si inoltra tra le varie stanze della casa) . Ma davanti alla “stanza incriminata”, dove fu amante felice, è invece la malinconia asciutta di Leonard Cohen a raggiungerlo con la sua indimenticabile canzone, Hey, That’s No Way to Say goodbye.
Tentazione di un momento, quella del ricordo, perché altro è il richiamo della serata, con l’affluire della gente “che si incrocia e si presenta” e soprattutto con l’irrompere di una prima “apparizione folgorante”, una bionda bellezza slava “da togliere il fiato” e che apre a sua insaputa “nella mente incline all’immaginazione” del narratore molteplici richiami alla grande stagione del romanzo ottocentesco russo fino al “risveglio di terrore” del povero Gregorio della Metamorfosi kafkiana, sottolineato questa volta dall’incontenibile e mai eguagliata chitarra di Jimi Hendrix nel suo Are you experienced?

…..Intanto le cose incalzano, la serata procede con toni ora straziati ora farseschi, dove nel “bailamme di una bolgia totale” più non si trova nemmeno l’ombra di una platonica “luce guida”, “quell’Idea priva di brutta copia” che l’io narrante tuttavia non vuole smarrire e che intravede “finalmente all’estremità opposta” della sala, incarnata in un figura femminile “dolce e bella come un’opera di Fidia”. Fuggevole illusione o meravigliosa speranza di un’erotica e sublime salvazione?
Nel concitato dipanarsi del Capriccio il lettore spera e teme con l’io narrante, cerca di non dare ascolto alle iconiche parole dei R.E.M. nel loro Losing my religion, di scacciare i fantasmi di un amore non corrisposto, ma nell’umiliazione dell’innamorato che quasi sul finire della festa trascrive quello che sarà un numero di cellulare fittizio, “carponi, febbrilmente, quasi riverso sul suo grembo accogliente,[…], in ginocchio come un servo”, è già inscritta la cifra della sua sconfitta. Come il Cherubino delle mozartiane Nozze di Figaro (“non credo di sapere bene chi sono e che faccio”) l’io narrante vivrà ancora per poco nel fuoco inquieto di una “felicità procrastinata”, poi saranno le ore che sfumano verso l’alba, “nel tempo che (lo) ignora” sulla cima di un colle raggiunto in solitudine in sella alla sua motocicletta, a decretare il senso e forse la speranza di questa suite notturna.

…..Francesca Pilato

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…..Note sull’Autore
…..Roberto Maggi nasce a Roma, dove si laurea in scienze biologiche. Amante della natura, indirizza i suoi interessi professionali e personali verso tematiche legate all’ambiente e all’ecologia.
…..Inizia a scrivere fin dall’adolescenza, nutrendo una particolare passione per la poesia. I suoi versi raccontano la storia di una vita, intraprendendo viaggi volti alla cattura di stati d’animo sottili e sfuggenti o fotografando momenti di natura meditativa: una finestra sempre aperta sull’anima, dove la parola è alla ricerca costante della musicalità.
…..Nel 2014 pubblica la sua prima raccolta di poesie dal titolo “Schegge liquide”, edita da Aletti. Il libro ottiene un attestato di merito nel premio Internazionale Città di Cattolica (2015). Seguono apparizioni su varie antologie poetiche, “Federiciano 2014” (Ed. Aletti), “Vivo da Poeta” (Ed. Montecovello), “Premio Erato” 2015 (Ed. Montecovello, con menzione di merito), nonché la sua prima pubblicazione in prosa, il racconto breve “Irish blues”, nell’antologia “1000 parole” (2015, Ed. Montecovello).
…..Nel 2015 avvia, insieme al pianista Theo Allegretti, un progetto che unisce poesia e musica, la performance “Suoni di-versi”, dove il dialogo tra i rispettivi linguaggi espressivi supera la tradizionale formula del “Reading-concerto”. Questa performance è stata realizzata in diversi contesti, tra cui anche manifestazioni pubbliche (“SeminarLibri” di Tivoli, “Pigneto Città Aperta” di Roma, “Giornata mondiale della Terra” – Perugia 2016).
…..Nell’aprile del 2019 viene pubblicata la raccolta di racconti “Suites di fine anno”, edita dalla Florestano Edizioni. Del libro si occupano varie riviste (Duels, La Gazzetta dello spettacolo, Prisma, Menabò, Poesia e Letteratura, Onda musicale, Daily News), trasmissioni radiofoniche (Rai Radio3, Radio Più Roma, Radio Emme) e blog letterari.
…..Nel marzo 2020 il libro si attesta tra le opere vincitrici del Premio Wilde (2° posto assoluto).
…..Nel 2019 viene inoltre pubblicata la raccolta antologica “Il diario della Natura” (Fuorilinea Edizioni) che lo vede coinvolto in triplice veste: come ecologo, in qualità̀ di curatore dell’Introduzione al volume; come poeta, con tre componimenti acclusi; e come fotografo, con l’inserimento di un suo scatto a soggetto naturalistico.
…..A partire dal 2020 si dedica saltuariamente all’attività di articolista, con la pubblicazione di recensioni critiche dedicate a libri e autori.
…..Nel gennaio 2021 viene pubblicata la sua seconda raccolta di poesie dal titolo “Scene da un interno”, pubblicata da Terra D’ulivi Edizioni. Recensioni relative alla raccolta sono apparse sulle riviste Poesia e Letteratura, Tutto Ballo Enjoy Art, Elapsus e Menabò.
…..Nel giugno 2021 il libro si aggiudica il Premio Speciale Sezione Resilienza all’interno del Premio Astrolabio 2020/2021.
…..Tra le sue passioni, oltre la letteratura, l’arte, il cinema, la fotografia e soprattutto la musica, che segue con invariato entusiasmo.

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