“Transizioni” di John Taylor
(Lyriks, 2021)
…..La sua poesia recente si distingue per i modi sottili in cui evoca misteri esistenziali e dilemmi filosofici. Queste due “sequenze mediterranee”, pubblicate da LYRIKS con il titolo “Transizioni”, sono significativamente nell’opera di Taylor, in quanto evocano momenti decisivi in cui un essere umano si trova di fronte a evoluzioni inevitabili e si interroga alle soglie del mondo materiale.
Il mare a Sète è la composizione principale e propone una serie di meditazioni in versi, mentre il poeta si trova all’alba in riva al mare nel sud della Francia e ha come sfondo gli elementi della natura che sempre si mescolano e si trasformano. Ricorda un momento in cui “molto tempo fa / su una spiaggia di questo stesso mare / la tua vita cambiò”. Quell’evento ha avuto luogo in Grecia, nel luglio 1976. Decenni dopo, nel maggio 2019, vi farà ritorno. Lì, ad Atene, riempirà un taccuino di brevi versi frammentari che ritroviamo nella prima sequenza poetica che apre appunto il libro: ogni testo rappresenta un momento cruciale di cambiamento o di comprensione di sé, nel quale, come scrive Franca Mancinelli: “L’oltranza percettiva si fa continua interrogazione esistenziale e filosofica, mossa da una tensione verso l’origine così forte che ogni immagine, ogni minimo accadimento sulla terra, non può che essere percepito come una delle infinite transizioni nella trama del cosmo”.
…..La poesia di John Taylor è dunque sensibilissima nel recepire il senso di straniamento che l’uomo talvolta prova nei confronti di se stesso e delle cose, Taylor sa cogliere la potenziale frammentazione delle parole e del senso, situazione espressive che opera in maniera osmotica con il tema a lui caro della transizione, dal passaggio da uno stato all’altro, da un’emozione all’altra, da una immagine all’altra. La poesia per la sua forza contatta, distillata è perfetta per rappresentare questi stati dell’animo. John Taylor procede a tentoni, per frasi spezzate, evocative, con uno stile de-materializzato, con un ritmo rarefatto, che accompagna il lettore come sul bordo di un precipizio accettando il rischio di un progressivo assottigliarsi della scrittura
La poesia di Taylor da sempre è attenta alle fratture, ai sobbalzi dell’animo, com detto, al sentimento di estraniazione di cui il poeta si fa carico. Estraneazione che non è sentimento di inadeguatezza, ma al contrario conditio sine qua non per accedere ad un linguaggio più intimo, ad una visione più profonda delle cose e di se stessi.
…..“Transizioni”, libro tradotto da Marco Morello e presentato quindi con testo fronte, è una sorta di corpo a corpo con il più tremendo dei nemici-amici dell’essere: l’attimo. “Di tutto il mondo, sembra che John Taylor non volgia che vada perso lo splendore dell’attivo” ha scritto Tommaso Di Dio.
Poesia rarefatta, dicevamo, poesia che di snoda passo dopo passo, che si offre in forma di goccia d’acqua con ritmo lento simile a quello di una cerimonia sacra. Poesia concentrata che si manifesta paradossalmente in immagini e metafore continue, vertiginose. Contrazioni rapide, lampi iridescenti dal suono clavicembalistico che obbligato il lettore ad una meditazione profonda per capire cosa si celi dietro quel verso apparentemente semplice. Perché in queste poesia conta molto la disposizione, l’architettura sapiente dei dettagli, la spazialità dei singoli lemmi che fa da contraltare alla evidente frammentazione lirico-narrativa.
E’ uno stile ormai acquisito questo di Taylor, una forma di voce poetica che lo rende immediatamente riconoscibile. Egli riesce costruire mondi complessi con poche parole e al tempo stesso a sviluppare un filo poetico infinto, cangiante. “Una lingua che sembra formarsi sotto i nostri occhi, seguendo la pulsazione della vita” ha scritto Franca Mancinelli.
…..Il contenuto ha la sua importanza ma in quanto cornice dell’esperienza della vita, dell’incontro con gli elementi del paesaggio, che lo sguardo del poeta coglie come frammenti di un pensiero metafisico che egli trattiene tra le sue dita giusto il tempo di interrogare se stesso, e noi tutti, sui grandi misteri della vita e della morte, dell’amore e del viaggio, dell’esser qui e altrove restituendo alla poesia uno spazio-tempo antico che può persino ricordare i frammenti dei primi lirici greci.
…..Librino prezioso che ci dice quanto sia inattuale la poesia e al tempo stesso ci conferma che senza la poesia non possiamo fare neppure un solo passo né dentro noi stessi né fuori di noi. Perché la poesia è prima di tutto ricerca di pace e di bellezza.
…..Stefano Vitale
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da ‘Il taccuino ateniese’
quel che morde
dev’esser nutrito di nuovo
la tua ferita aperta
il serpente aspetta
*
cosa proteggi
dentro di te
più durevole del vino
spremuto dai grappoli
che afferri
*
dentro l’anfora
come nell’utero
guardi le stelle
il bimbo che le fissa
ignora il nero soffitto
*
da ‘Il mare a Sète’
forse i gabbiani
devono credere
e persino le conchiglie di carne viva
nei loro recessi acquatici
tra le alghe ondeggianti
tu non lo sai
forse il vento
forse le onde
faranno delle allusioni
mormorando mentre si allontanano
tenti di ascoltare
questo primo mattino
se solo
fosse il primo mattino
*
come il mare si solleva
in goccioline di nebbia
in questa calma
e mentre entra l’alba scende
in pallida luce vaporosa
quando lo vedi
dimentichi
tenti di dimenticare
lo chiami sorgere del mare
come l’acqua sale
dalla scura terra
l’oscura sorgente
mentre l’altra oscurità
addensata lassù
s’attenua e divente
cascata di luce
sorgere del sole
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…..Note sull’Autore
…..John Taylor Nato nel 1952 a Des Moines (Stati Uniti), lo scrittore americano John Taylor vive in Francia dal 1977. È autore di nove opere di racconti, di prose brevi e di poesie: The Presence of Things Past (1992), Mysteries of the Body and the Mind (1988), The World As It Is (1998), Some Sort of Joy (2000), The Apocalypse Tapestries (2004), If Night is Falling (2012), Now the Summer Came to Pass (2012), The Dark Brightness (2017) e Grassy Stairways (2017).
…..La sua raccolta di poesie The Apocalypse Tapestries è stata pubblicata in italiano con il titolo Gli Arazzi dell’Apocalisse (Hebenon) e la sua raccolta di prose brevi, If Night is Falling, con il titolo Se cade la notte (Joker), i due libri entrambi nella traduzione di Marco Morello.
…..Come traduttore, John Taylor ha tradotto le poesie di Philippe Jaccottet, di Pierre-Albert Jourdan, di Jacques Dupin, di Louis Calaferte, di Georges Perros, di Pierre Chappuis, di Pierre Voélin e di José- Flore Tappy.
…..È editor e co-traduttore d’una ampia raccolta dei testi del poeta italiano Alfredo de Palchi, Paradigm: New and Selected Poems (2013) e traduttore di Nihil (2017), sempre di Alfredo de Palchi.
…..Ha ottenuto nel 2013 il premio dell’Academy of American Poets per il suo progetto di tradurre le poesie di Lorenzo Calogero, libro che è stato pubblicato: An Orchid Shining in the Hand: Selected Poems 1932-1960 (Chelsea Editions).
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