Succede che invecchiando si ritorna bambini, o almeno così si dice in giro. Bambini, non adolescenti, o almeno così dovrebbe essere.
Eppure, il Giappone si trova a fronteggiare lo spregio della legge di uomini e donne dai capelli bianchi che, senza sprezzo del pericolo, non temono di farsi pizzicare dalla polizia: che sia un taccheggio, uno scippo o un furto in piena regola, puoi star certo che l’età media del ladro ha superato i settanta.
Tutta colpa dell’efficienza delle carceri nipponiche: sempre più pensionati si sono fatti i conti in tasca e hanno trovato il modo di avere un tetto sopra la testa, tre pasti caldi, dieta personalizzata in caso di malattie nonché regolare assistenza medica senza dover sborsare un quattrino; ecco che molte prigioni assomigliano sempre più a veri e propri ricoveri per anziani con tanto di televisione in camera, così da costringere lo Stato a investire soldi pubblici per la costruzione di nuovi centri di detenzione.
E se è vero che in questi anni si è registrata un’impennata del crimine d’antan, va evidenziato il netto calo dei tentativi di evasione: messi sui piatti della bilancia il costo della vita da una parte e la pensione dall’altra, nessuno fugge più dalla prigione. E per una volta, i nipoti saranno elettrizzati all’idea di far visita ai nonni.

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