The Parthenon of Books

Succede che… E’ già successo a Kassel, in Germania, nello stesso luogo in cui i nazisti, nel 1933, fecero un rogo di migliaia di libri ritenuti ‘degenerati’ dal regime.
E’ infatti successo che, durante l’importante manifestazione artistica “Documenta”, in un gemellaggio con la città di Atene, sia stata costruita un’opera monumentale che riproduce il Partenone nelle stesse proporzioni dell’originale ellenico.
Lo hanno chiamato “The Parthenon of Books”, il “Partenone dei libri”, e si tratta, questa volta, di un Partenone per nulla irrigidito nella sua sostanza marmorea. E’, questo, un monumento vivo, eloquente perché edificato con quasi 100.000 volumi raccolti grazie ad una operazione di ricerca e finanziamenti collettivi effettuata sul web; in parte portatori degli stessi titoli dei libri allora distrutti.
Ora il nuovo Partenone troneggia leggero, luminoso, altamente simbolico proprio al centro di quella Friedrichsplatz di Kassel dove avvenne il rogo nazista, estremo insulto dell’ideologia razzista di Hitler alla cultura Europea “non ariana”.
Il progetto nasce da un’idea dell’artista argentina Marta Minujin ed è stato materialmente realizzato con il lavoro, durato mesi, d’un gruppo di studenti e di volontari motivati, almeno quanto la Minujin, dalla convinzione che la cultura letteraria non può e non deve mai morire, ma risorgere dalle sue stesse ceneri come l’araba fenice per arricchire in eterno la mente e la coscienza di ogni generazione.
Ottantacinque anni dopo il rogo della Friedrichsplatz, dunque, ecco che torna ad ergersi alto, imponente, austero nella sua levità, il simbolo più significativo della democrazia occidentale. E il Partenone di Kassel, oltre ad essere un messaggio ideologico, a noi pare una sorta di sberleffo dell’umanità di oggi, rivolto a qualunque regime illiberale e discriminatorio, del passato e del futuro, che tenti di abbattere gli umani edifici sostenuti da valori indistruttibili come il diritto di espressione, pietra angolare che regge ogni concetto di autentica democrazia.
Grazie, allora, a una Germania consapevolmente maturata; grazie a Marta Minujin e ai suoi ragazzi-costruttori; grazie a chiunque voglia dimostrare al mondo che esiste, a tutt’oggi, chi desidera rimarcare quanto l’Unità Europea sia l’ultimo baluardo di un patrimonio culturale immenso. E, soprattutto, a prova di fiamme.

A/6

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