Succede che negare l’evidenza è tutto ciò che rimane quando si è colpevolmente con le spalle al muro e non ci si vuole rassegnare. Saperlo fare è un’arte, c’è chi riesce a persuadere gli accusatori anche in presenza di prove inconfutabili.
Ebbene, a questa categoria non appartiene il capo della repubblica Cecena: di fronte alle prove dell’esistenza di campi di concentramento per persone omosessuali (alcuni sopravvissuti hanno riportato la pratica di torture, tra cui l’elettroshock, nonché la morte di tre detenuti),  Ramzan Kadyrov ha respinto categoricamente ogni addebito e precisato che “Non si possono detenere e perseguire persone che semplicemente non esistono nella Repubblica Cecena”.
E siamo nel 2017.

***

 

CONDIVIDI