FRASI MATTE IN TOLSTOJ
Dalla lettura del secondo volume di “Anna Karenina” (I Classici La Stampa, 2003, da pag. 443 a pag. 823) per la traduzione di Pietro Zveteremich (già in Garzanti 1965, 1981, 2001), abbiamo reperito le seguenti curiosità, se non proprio svarioni:
a pagina 467: “I due compagni si erano completamente perduti di vista dopo l’uscita dal corpo…” (in questo caso dell’esercito!).
Ma a pag. 498 si legge: “Un brano di quel corpo era sopra la coperta, e la mano, enorme come un rastrello, era incomprensibilmente attaccata a un lungo fuso, sottile e uniforme dal principio al centro. La testa era adagiata di fianco sul cuscino”. A pezzi, dunque.
A pag. 469, in nota, il traduttore utilizza il termine ‘slavianofili’, totalmente irreperibile altrove.
A pag. 470, per nostra estrapolazione maliziosa: “… senza neppur accorgersi che Anna era venuta…”.
A pag. 471, nel giro di mezza pagina, rileviamo una ripetizione: “Anna si sentiva imperdonabilmente felice”.
A pag. 498 “Bisognava parlare per non tacere…”. Et pour cause!
A pag. 509 veniamo tuffati nel ridicolo macabro: Nikolaj è agli ultimi, ma non ancora del tutto defunto evidentemente: “Con la mano del morto nelle sue mani (…) Le gambe erano fredde, ma il malato respirava (…) ma il malato si mosse” e infatti viene definito ‘malato’ ‘moribondo’ ‘morente’, ma infine: “Tutti desideravano una sola cosa: che morisse al più presto”. (Non commentiamo)
A pag. 520 Karènin diventa, per una sola volta, Kàrenin.
A pag. 535 non capiamo bene: “… già ora la considerava propria moglie, alla stregua di qualsiasi altra moglie”. Vrònskij sultano di un harem?
A pag. 552 si cita la ‘brillantina’, ma il romanzo è ambientato nel 1872/73 e fu scritto tra il ’75 e il ’77, mentre di brillantina si inizia a parlare solo nel 1900 e fu commercializzata in Italia solo dal ‘28.
Un buffo refuso a pag. 568: “… stretti bianchi petali scalanati”.
Lèvin a pag. 591: “Io andrei …” (ma siamo noi che scherziamo!).
Infine a pag. 482 ci lasciamo ancora portare dalla malizia: “Il suo dito premeva il grilletto prima che lui prendesse di mira l’uccello”.
Chiediamo venia per l’irriverenza, ma siamo convinti che molte delle frasi precedenti si potevano rendere con più accortezza.
M. M.
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