ANCHE TOLSTOJ TOPPA
Con un certo ritardo biografico affrontiamo la lettura di “Anna Karenina” (I Classici La Stampa 2003, già Garzanti ’65, ’81, ’01, primo volume, pp. L-444) e ci imbattiamo in una serie di intoppi che andiamo doverosamente ad elencare:
Sè, nè, perchè, poichè, benchè, sinchè, chè, affinchè, sicchè, fuorchè, finchè, macchè, tutti con l’accento grave.
Alle pagine 102 e 103 sobbalziamo malignamente giacché (accento acuto !): “… con le sue piccole mani destre aprì e richiuse il sacchetto rosso”. Va bene: Anna non ha più di due mani, ma poi leggiamo: “… con le sue larghe mani dentro i guanti” e “… maneggiando il coltellino liscio con le sue piccole mani”; e finalmente: “… stringendo con forza con entrambe le mani il tagliacarte”. Tolstoj ci conferma che le mani sono naturalmente due, ma non sappiamo se grandi o piccole.
A pag. 115 si trova “Un’abito ((maschile !)) di raso lilla”.
A pag. 128: ‘ricordatagli’ per ‘ricordatole’.
A pag. 156: “A Pasqua nevicò. Poi, (…) il secondo giorno della settimana santa, soffiò un vento tiepido”; ma la Settimana Santa non precede la Pasqua?
A pag. 177: “la vita esteriore correva lungo i binari obbligatti”.
A pag. 180 un amico di Vrònskij “passa senza sforzo o segni apparenti notti bianche”. Per forza: stando a Pietroburgo!…
A pag. 190 non si capisce perché, parlando in francese, si potrebbe evitare il ‘voi’, quando la frase recita: “Perdonatemi d’essere venuto”. E infatti, a pag. 289: “Le scriveva (…) in francese, adoperando il pronome ‘voi’”.
A pag. 200 “La corsa doveva svolgersi su un gran cerchio di forma ellittica” (?!) Che alla riga successiva diventa ‘circuito’.
A pag. 214 “La corsa fu disgraziata: su diciassette uomini ne caddero (…) più della metà”. Compreso il visconte dimezzato?
A pag. 267 “il digiuno di San Pietro” avverrebbe “al principio di giugno”. Non il 29?
A pag. 284 il marito tradito di Anna, Aleksej, diventa per una volta Sergej e a quel punto vien voglia di esclamare: “Io Andrej”!
M. M.
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