STRANEZZE DI ANDREA CAMILLERI
Nel suo più recente Montalbano, “Il metodo Catalanotti” (Sellerio, maggio 2018, 300 pp. circa), la punta di diamante dei giallisti ‘italiani’ Camilleri incappa a nostro avviso in una cinquina di contrattempi, che andiamo prontamente a sbertucciare.
A pagina 25 il commissario pensa un proverbio siciliano, ma ne sbaglia la sintassi: “Votala come vò sempri è cucuzza”; amici isolani ci confermano che la chiusa dovrebbe suonare ‘sempri cucuzza è’.
A pag. 69 Montalbano ha qualche difficoltà a risvegliarsi: “Stava tintanno di staccari i cigli dai sopraccigli”. Ammazza che cispa!
A pag. 88 l’Autore o scherza o sbaglia con l’analisi grammaticale: “Ogni sò gesto possidiva ‘na grazia, ‘na liggirizza, e, ci ammancava ancora ‘n autro aggettivo… ‘n’armonia, ecco!” … Aggettivo?!
A pag. 103 siamo noi i pignoli, ma: “Senta, posso chiederle il cellulare per qualsiasi evenienza?”. La picciotta glielo detti… Il numero, ovviamente!
Una ridondanza a pag. 193: “Oggi doppopranzo verso le cinco” … Anche dopo merenda!
Ma chi si è fatto prendere la mano ‘stavolta è l’autore dei soffietti/risguardi, Salvatore Silvano Nigro, che un po’ dissotterra usi rari di verbi normalmente intransitivi ‘ diventandoli’ transitivi: “La passione civile avvampa di sdegno il commissario…”; un po’ contorce sintatticamente le frasi finché la storia d’amore racconta il romanzo: “Un romanzo (…) che una relazione dirompente racconta in modo da farle raggiungere il più alto grado di combustione…” (ma forse è solo la posizione del verbo che non funziona), e un po’ si perde il soggetto (Camilleri?): “… e, all’interno della sua storia, traspone i racconti dei personaggi…” … Ma l’ultimo paragrafo inizia con “Un romanzo…”…
M.M.
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