COLIN DEXTER BEONE COME HEMINGWAY?

Nell’ultimo romanzo del 1996 del compianto Colin Dexter finora tradotto in italiano, “La morte mi è vicina” (Sellerio, luglio 2018, pp. 430 effettive), abbiamo notato quanto frequentemente si beve da parte soprattutto del capo ispettore Morse: una frequenza del 25% sull’intero testo, cioè una volta ogni quattro pagine; percentuale che non cala neanche dopo il suo ricovero in emergenza per eccesso glicemico e conseguente cura insulinica a vita. Certo, non siamo ancora alla demenzialità alcolica di Hemingway, due bevute ogni tre pagine, ma non molto ci manca!

In dettaglio, Morse e/o altri personaggi tracannano soprattutto birra, preferibilmente ‘bitter’, di varie marche, svariati whisky, pure un ‘whiskey’, champagne a iosa, sherry, porto.

Sul fronte delle imprecisioni dobbiamo poi segnalare che a pagina 24 la traduttrice Luisa Nera sceglie “non pubblicizzare apertamente alcun impegno coniugale” dove forse un ‘palesare’ ovvero ‘rivelare’ sarebbe andato meglio, trattandosi di mancanza di vera all’anulare.

Tra le pagine 51 e 71 vi è un errore cronologico di Dexter, quando prima segnala che “Geoffrey Owens (…) Aveva solo 19 anni (…) alla metà degli anni Settanta”, ma poi, a fine marzo ’96, avrebbe “passati da tempo i 40” … mentre ne aveva 40 giusti giusti!

A pag. 58 la Nera fa “completare” un modulo a Morse (ricordiamo che ‘to fill’ significa sì ‘riempire’, ma in questo caso ‘compilare’), ma poi, a pag. 371, giustamente gli stessi moduli devono essere ‘compilati’.

Un’ultima stranezza: a pagina 87 l’anno 1672 di pagina 85 viene definito “le date”; così come a pag. 403 i mesi di ottobre e febbraio dell’annata 1996/97 vengono definiti “quelle due date”.

M.M.

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