SPUMEGGIANTE DANDINI,
MA CON LE SOLITE IMPRECISIONI

…..Ancora una volta a conclusione del testo l’Autrice ringrazia un bel plotoncino di ispiratori, collaboratori e amiche che l’avrebbero letto e probabilmente corretto, ma ahinoi: anche “Cronache dal paradiso” (Einaudi, nov. 2022, 202 pp.), sebbene frizzante e godibilissimo, è costellato di errori e imprecisioni.

– A pagina 22 il capolavoro di Monet all’Orangerie sarebbe “un paesaggio d’acqua delimitato da ninfee, rami di salici, riflessi di alberi e nuvole”.  Meglio: caratterizzato, contraddistinto, popolato.

– A pag. 25 si trovano “città portuali invase dall’olezzo di pesce marcio”. Lezzo!

(Pag. 26) – Voltaire avrebbe ‘dichiarato’ con enfasi: “Se questo è il migliore dei mondi possibili, gli altri come sono?”. Magari ‘si era chiesto’.

– (Pag. 44): un appestata (senza apostrofo!).

(Pag. 45): Venezia sarebbe “la città a forma di pesce”. Forse somiglia di più a due murene che si addentano.

(Pag. 48): si parla di terriccio da giardinaggio che dovrebbe essere “aggiustato di sale”.  Meglio: ammendato.

– (Pag. 80): il padre di Amleto, Amleto lui stesso, sarebbe stato avvelenato con l’estratto del tasso versato nell’orecchio.” (?!) Trattasi invece di giusquiamo, l’erba dei porci (che la possono mangiare senza conseguenze), in inglese hebenon o henbane, cioè vietata alle galline (che ne morirebbero).

– (Pag. 92): adornato per adorno.

(Pag. 111): lo scalpellino ora architetto Etsuro Sotoo, erede prosecutore di Gaudì alla Sagrada Família potrebbe suscitate il “sospetto di una possibile reincarnazione nel suo predecessore.” (?!) Del suo predecessore: come potrebbe essere avvenuto il contrario?

(Pag. 111): la stessa cattedrale sarebbe accecata ogni giorno da migliaia di flash.” Con che occhi?

– (Pag. 116): “un affamato leopardo brasiliano.” Cioè un giaguaro.

– (Pag. 119): finalmente, alla seconda riga, si trova l’aggettivo ‘famigliare’ con la g (!), che viene negletta in tutto il resto del libro, nonostante significhi sempre ‘della famiglia’.

– (Pag. 123): “conquistare il trono”. Meglio ‘ascendere al’.

(Pag. 131): “una serie di cardinali.” Meglio una ‘teoria’.

(Pag. 132): ‘pioneristico’ (sic).

(Pag. 133): il canto delle Sirene avrebbe stregato i marinai di Ulisse.  Ma se lo sentì solo lui, avendo tappato le loro orecchie con della cera!

(Pag. 144): prima dei sedici anni Alexandra David-Néel, nata nel 1868, avrebbe letto “d’un fiato anche l’opera completa di Jules Verne.” Sì, ma solo quella pubblicata fino a quel momento, cioè una dozzina di volumi!

(Pag. 150): “dolenti enterocoliti” Meglio: dolorose, imbarazzanti.

(Pag. 154): “Quando nel 1969 Alexandra compie cent’anni, sta lavorando a un altro progetto”. ‘Compiuti cent’anni’ (l’anno prima).

(Pag. 157): “in una specie di allegro baccanale che non conosce un domani” (?) Nel senso di ‘eterno’.

(Pag. 159): ascoltassero Rossini se vogliono cantare a squarciagola.” Frase attribuita a un furibondo Wagner da una sgrammaticata Dandini.

(Pag. 166): erroraccio. Si legge di Cosima Wagner, da sempre fervente antisemita, la cui “atroce avversione nei confronti degli ebrei evolverà in convinzione politica dopo l’ascesa al potere del nazismo.” Peccato che lei fosse già morta, 97enne, nel 1930.

(Pag. 171): nel giro di mezza pagina l’Autrice passa dall’essere “ormai di otto mesi” ad annunciare che “Finalmente potevo allattare (…) e a ogni poppata ripensavo con dolcezza al vecchio Paradiso.” Senza che sia trascorso, diciamo, il nono mese?)

(Pag. 184): “la punta estrema d’Italia” risulta essere la penisola salentina (?) di solito intesa come “tacco dello Stivale”.

(Pag. 189): “il mulo altro non è che un incrocio tra un asino e un cavallo.” Possibilmente una cavalla!

…..Rileggete, gente, rileggete prima di pubblicare alcunché!

…..M. M.

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